A cura della Rete Welcoming Asti.
L’Umanità si trova a un bivio in cui le decisioni politiche sui bilanci della difesa determineranno la traiettoria delle molteplici crisi in cui siamo immersi. Disgraziatamente in questo momento i Governi stanno scegliendo di aumentare drasticamente i fondi armati e, di conseguenza, anche il pericolo di una guerra globale.
Secondo i dati recentemente pubblicati dal SIPRI (Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma), la spesa militare mondiale, che negli ultimi anni è in costante e progressivo aumento, ha raggiunto nel 2023 il record storico di 2.443 miliardi di dollari con una crescita del 6.8% rispetto all’anno precedente...
Stiamo assistendo alle drammatiche conseguenze di questa escalation della militarizzazione globale, evidente nei numerosi conflitti armati in tutto il mondo (in particolare a Gaza e in Ucraina) ma anche in molti altri luoghi convenientemente ignorati.
Stiamo subendo le conseguenze di un approccio militaristico alle relazioni internazionali e alle emergenze globali, imposto dai Paesi che sono allo stesso tempo responsabili della maggior parte delle armi prodotte. Le spese militari non solo alimentano guerre e conflitti armati in tutto il mondo, ma sottraggono anche risorse che potrebbero essere destinate ad affrontare i cambiamenti climatici, a investire nella sanità, nell’istruzione, nella giustizia sociale ed ambientale (compresi gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite) ed a promuovere la trasformazione pacifica dei conflitti.
Nell’ambito delle Giornate globali di azione sulle spese militari (GDAMS 2024, 12/04 – 15/05), invitiamo tutte e tutti ad unirsi a noi nel sostegno alle richieste della mobilitazione internazionale promossa dalla Campagna Globale sulla Spesa Militare GCOMS e dalla Rete Italiana pace e Disarmo,
Giovedì 9 maggio, giornata europea per la Pace, alle ore 18,00 in piazza San Secondo.
Durante il presidio interverranno diverse persone astigiane che nel corso degli anni con l’obiezione al servizio militare ed alle spese militari hanno testimoniato concretamente il loro no ad ogni guerra ed il loro impegno per un mondo di pace e giustizia. Ci sarà, inoltre, un intervento di Banca Etica a difesa della legge 185/90 (con cui si regola l’export di armi) che in questi mesi sta correndo in Parlamento il grave rischio di essere svuotata.
Facciamo appello alla società civile, affinché si unisca a noi nel lottare contro la tendenza all’aumento delle spese militari, per rafforzare il movimento globale per la pace e la giustizia e per sfidare i responsabili delle decisioni che cercano di giustificare un militarismo senza fine in nome della nostra sicurezza.
Di seguito le richieste che facciamo nostre della campagna globale GDAMS 2024 (a questo link l'appello completo).
- Chiediamo ai governi di ridurre le spese militari e di affrontare invece le pressanti sfide globali che richiedono tutte le risorse disponibili. Dobbiamo denunciare gli interessi e le pressioni nascoste del complesso militare-industriale.
- Chiediamo sforzi reali per il disarmo globale, per fermare il commercio di armi e per cessare le spedizioni di armi ai Paesi in conflitto. È tempo che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si impegni a definire una data e una struttura definitive per una quarta sessione speciale sul disarmo, considerando che l’ultima sessione risale a 36 anni fa e che gli Stati hanno trascurato la loro responsabilità e il loro dovere di perseguire il disarmo attraverso il quadro delle Nazioni Unite.
- Chiediamo ai governi di dare priorità alla giustizia rispetto ai profitti derivanti dal commercio di armi e in particolare, li invitiamo a cessare la fornitura e l’acquisto di armi da e a Israele e a utilizzare tutti i mezzi esistenti per spingere verso un cessate il fuoco e la fine del genocidio a Gaza.
- Chiediamo una discussione sincera e attiva su architetture di sicurezza internazionali e regionali nuove e reattive, basate sulle idee di base della sicurezza comune e sulla Nuova Agenda per la Pace del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Da Gaza al Sudan al Myanmar, i conflitti non saranno risolti con mezzi militari. Chiediamo un cessate il fuoco globale; la logica della pace deve prevalere su quella della guerra.
- Chiediamo una nuova geopolitica che si lasci alle spalle guerre e violenza, creando strutture di governance globale in un ambiente di cooperazione e dialogo. Deve fiorire una nuova era post-violenta, basata su una cultura di pace, su principi femministi e su una risoluzione dei conflitti basata sul dialogo.
- Chiediamo ai governi di agire ora. È urgente un vero piano di decarbonizzazione. Denunciamo inoltre le grandi imprese dell’industria fossile che hanno dirottato e cooptato i governi mondiali.