Anche la Coldiretti di Asti, attraverso il Presidente Monica Monticone, è tornata a ribadire la sua posizione sul tracciato “giallo” della mini-tangenziale “Caso” (Collegamento Asti Sud Ovest) di Asti, durante il Consiglio Comunale aperto di martedì 9 aprile.
Chiamata in causa è tornata ad essere la volontà dell’amministrazione comunale di realizzare un’infrastruttura di grande portata economica e di notevole impatto ambientale che, nel tracciato giallo, andrebbe ad azzerare l’esistenza di molte aziende agricole, in gran parte giovani e biologiche, annullando il principale polmone agricolo della città.
«Il nostro non è un no contro tutto e contro soluzioni che alleggeriscano il traffico, ma non possiamo accettare un tracciato, come quello giallo, che vada a danneggiare i nostri agricoltori e la nostra agricoltura» ha premesso la Monticone...
Già nel novembre del 2023, Coldiretti Asti aveva depositato, all’attenzione del sindaco e della giunta comunale, un documento che rappresentava tutta la preoccupazione della Federazione e dei soci, rispetto all’impatto che l’infrastruttura determinerebbe in termini di paesaggio, economia agricola e ambiente. «Parliamo dell’unico cuore agricolo della città, caratterizzato da aziende biologiche e/o giovani, che molto vi hanno investito sia per filosofia aziendale sia per rispondere ai dettami dell’Unione Europea, per quanto attiene la sostenibilità ambientale» ha ricordato la Presidente.
La gran parte delle aziende agricole in questione, infatti, è condotta o è in co-conduzione da giovani e, pertanto, rappresenta il futuro dell’agricoltura astigiana incentrata, appunto, su innovazione e sostenibilità. L’eventuale perfezionamento del progetto “Caso” comporterebbe, per alcune di loro, una perdita fino al 70% delle superfici coltivate, che non potrà certo venir compensata dal pagamento del valore del terreno espropriato.
«Pur comprendendo l’importanza di una viabilità fluida e logisticamente ben definita per il territorio astigiano, riteniamo che, alla luce di quanto sopra esposto e in un’ottica di cementificazione zero, così come da direttive europee, nonché di salvaguardia del patrimonio culturale, agricolo e paesaggistico dell’astigiano, che verrebbe grandemente deturpato, sia doveroso considerare soluzioni alternative di minor impatto» è tornata a sollecitare la Presidente.
Contradditorio, poi, affermare di credere nei giovani e nell’agricoltura per poi sottrarre suolo all’agricoltura stessa e allo sviluppo dell’imprenditoria agricola.
«Non dimentichiamo, infine, l’aspetto turistico» ha rimarcato la Monticone nella conclusione. «I turisti che scelgono la nostra provincia, non si limitano a visitare il centro storico con le sue bellezze artistiche e architettoniche, ma ricercano, sempre più, l’esperienza enogastronomica, paesaggistica e contadina che solo le nostre aziende agricole sanno offrire. Vogliamo davvero privarcene, cedendo il passo all’incolto, al disordine e ad infrastrutture che, certamente, ridurranno l’appeal della nostra città? Basta zone depresse. I flussi turistici di questi ultimi anni danno ragione alle politiche green e di bellezza storico-naturalistica nonché enogastronomica che, insieme e a fatica, abbiamo costruito nel tempo. Grazie ai nostri agricoltori, che sono i veri architetti del paesaggio, siamo diventati destinazione turistica d’eccellenza. I dati prodotti, ad oggi, non giustificano la sostenibilità di tale investimento nel suo tracciato “giallo”. Si riparta, dunque, da una visione più ampia, lungimirante e di prospettiva, sostenuta da dati concreti e previsionali in termini di flussi, di demografia e di viabilità, per ritrovare soluzioni che risultino realmente al vantaggio della nostra città e del territorio. La condivisione e l’ascolto aiutano a ritrovare soluzioni migliori. Come Coldiretti siamo aperti ad un confronto per disegnare, insieme, la città e la provincia che vorremmo».