A cura del Coordinamento Asti Est per il diritto all’abitare.
Durante le celebrazioni del 2 giugno, Festa della Repubblica nata dalla Resistenza, le autorità – nello specifico il Prefetto – si sono vantate dello sgombero della palazzina di Corso Casale. Persone poverissime buttate per strada, complimenti.
Noi contestiamo radicalmente la narrazione che la Prefettura e le altre varie autorità hanno propinato alla popolazione, cioè che tutte le persone occupanti la palazzina sarebbero state adeguatamente sistemate. No, non è vero, noi quelle persone le conosciamo e sappiamo che sono state completamente abbandonate a loro stesse. E sappiamo che si ‘arrangiano’ in modo precario: amici, parenti, forse qualche altro edificio abbandonato, magari in attesa del prossimo sgombero... Ma non ci si rende conto che questo vuol solo dire buttare la polvere sotto il tappeto? Polvere che inevitabilmente si trasferirà da qualche altra parte? E le persone (persone!) non sono polvere!...
Dramma nel dramma, questa tragica situazione coinvolge anche una giovane coppia con una bambina di 18 mesi, una famiglia che vive nell’angoscia, con mamma e bambina che hanno trovato qualche forma di ospitalità da amici in varie località fuori Asti - e devono pure passare da una sistemazione all’altra perché non possono gravare sempre sugli stessi - e il papà tra Torino - dove ha una specie di lavoro - e Asti dove dorme qualche ora in casa di qualcuno.
Ma è vita questa? E la Repubblica di questo si vanta, di aver buttato della povera gente sul lastrico?
E’ per questo che sono morti i nostri partigiani?
Sempre in questi giorni, le cronache locali hanno dato conto delle vicende giudiziarie che hanno riguardato la Cr Asti, cosiddetta ‘banca degli astigiani’. Senza entrare troppo nella vicenda, a noi interessa l’oggetto del contendere, cioè milioni di euro concessi ad un noto immobiliarista. Milioni di euro come noccioline. A tante famiglie manca qualche centinaio di euro per evitare uno sfratto. All’Atc manca qualche migliaio di euro per fornire altri alloggi popolari. Non si trovano. I soldi per la speculazione immobiliare, quelli ci trovano sempre.
Comunque, tranquilli, banchieri e speculatori un tetto sulla testa ce l’hanno, anzi hanno delle ville. Non devono arrabattarsi in cerca di un ricovero provvisorio. Non hanno le loro famiglie divise.
In Corso Casale era un questione di legalità, certo. Ma c’è legalità e legalità, non è vero?