di Patrizio Onori, Presidente dell'Associazione Asti Pride.
Papa Francesco arriva in città. Nelle intenzioni concepito come un passaggio “personale e privato”, si è trasformato ben presto in una sorta di visita ufficiale che l’amministrazione Comunale, senza nessun merito ed anche un po’ maldestramente, ha tentato subito di intestarsi. Ma tant’è, Rasero & C. non sono nuovi a tali furbastre azioni di passerella...
Domenica 20 novembre il Pontefice farà il suo classico giretto per le vie di Asti in papamobile (quasi due chilometri) e celebrerà messa ed Angelus in Cattedrale con tanto di diretta TV su Rai Uno.
L’enorme macchina organizzativa e di sicurezza si è messa prontamente e legittimamente in moto. Pass, varchi ed aree di sicurezza, piombatura dei tombini lungo il percorso, transenne, zone rosse, chiusura di molte vie al traffico e tutto quello che i protocolli di sicurezza prevedono in casi come questi.
Insomma, una “pressione” notevole sulla città, che già sarà decisamente “congestionata” dai mercatini di Natale e dalla Fiera del Tartufo.
Un vero e proprio weekend “caldo” che metterà a dura prova il cuore della città.
Ma è giusto così! Il nostro è un Paese democratico, uno Stato di Diritto. Le legittime espressioni e manifestazione dei cittadini, tra queste sicuramente la libertà di fede e di culto, devono poter avvenire, nel rispetto della libertà altrui, in coerenza con la nostra bella carta costituzionale ed in modo sicuro ed organizzato.
E poco conta se vi saranno molti cittadini “infastiditi” o “non curanti” della visita del Papa ma che subiranno comunque gli “effetti negativi” di tale evento. Il senso della democrazia, della libertà e della civile convivenza sta proprio tutto qui: tolleranza, rispetto ed inclusione.
C’è ad esempio chi, come il sottoscritto, pur essendo ateo e non riconoscendo alcun valore morale o religioso a Bergoglio (tanto meno istituzionale visto che è di fatto un Capo di una monarchia assoluta di stampo religioso), non potrà farsi un giretto a piedi in Piazza Cattedrale o subirà, di riflesso, le conseguenze del traffico deviato per la creazione della zona “rossa”. Pazienza, vorrà dire che in quella giornata se ne andrà a fare un giro fuori porta o se ne starà a casa a guardare THE VATICAN GIRL, serie Netflix assai adatta alla giornata.
Ma quindi qual è il problema?
La questione è tutta politica e sta nell’utilizzo di due pesi e due misure, a seconda delle convenienze del momento, da parte del Sindaco Rasero e della sua Amministrazione.
Vado a spiegare. Nei mesi scorsi (tra marzo e luglio) durante l’organizzazione dell’edizione ASTI PRIDE 2022, di cui sono stato parte attiva, il Sindaco Rasero ha provato in tutti i modi ad intralciarne lo svolgimento. La motivazione ufficiale, di facciata e pretestuosa, si basava su una fantomatica criticità di traffico che avrebbe comportato il percorso deciso dagli organizzatori della parata.
Secondo il Sindaco chiudere 500 metri di Corso Savona per circa 45 minuti, il 16 luglio alle 17,30 con 42 gradi, con mezza città al mare o in montagna e con la concomitante chiusura per lavori di parte del cavalcavia Giolitti, avrebbe comportato conseguenze “pesantissime” sulla mobilità e sul traffico cittadino.
Tale pretestuoso atteggiamento è stato ribadito sino all’ultimo dal Sindaco, quando durante una riunione del Comitato di Sicurezza in Prefettura tenutasi la settimana prima della parata, visto che i millantati problemi di traffico risultavano inesistenti, capitolò con una frase emblematica della capacità politica e diplomatica del primo cittadino: “SE DOVRO’ MANGIARE QUELLA COSA MARRONE E MALEODORANTE, LO FARO’ SOLO PER I DIRITTI”.
In soldoni, legittimare la chiusura di pochi metri di Corso Savona per fare transitare una manifestazione pacifica che rivendica diritti ed uguaglianza avrebbe significato, per il Sindaco Rasero, MANGIARE ESCREMENTI! Chapeau!
Oltre ad essere assai inquietante pensare al primo cittadino che, dopo i vari video di ricette realizzati durante la pandemia, mangia metaforicamente un po’ di “quella robina lì”, la questione, a mio modesto parere, fa emergere tutta la faziosità e la posizione pregiudizievolmente ideologica di Maurizio Rasero.
Ed è per questo che come cittadino pongo al Sindaco Rasero alcune domande:
~ Perché tanta contrapposizione e zero collaborazione per un evento, Asti Pride, che ha portato in Asti quasi 8000 persone a zero costo per la collettività e senza aver creato problemi particolari ?
~ Perché, invece, la legittima e solerte massima collaborazione per l’organizzazione della visita di Bergoglio che metterà a dura prova la città ?
~ Qual è stato il discrimine che ha portato ad atteggiamenti così diversi?
~Seppur di natura assai diversa, i due eventi non sono forse l’espressione massima dei valori di libertà ed uguaglianza espressi dalla nostra Costituzione?
Domande per le quali, sono sicuro, molte cittadine e molti cittadini attendono risposte concrete.
Signor Sindaco i Suoi doveri istituzionali Le impongono di rappresentare, in modo laico, tutta la cittadinanza e non solo una parte.
Qualche giorno fa Lei ha pubblicato una foto che la ritraeva genuflesso e prostrato ai piedi del Pontefice Woytila. Non so se questo faccia bene o male all’immagine della laicità delle istituzioni repubblicane, ma se dovesse ripetere il gesto anche in questa occasione,da fedele e cattolico osservante, non potrà poi esimersi dal rispettare il prezioso insegnamento espresso da Jorge Mario Bergoglio con il libro intitolato “Chi sono io per giudicare?”
Insegnamento che, se messo in pratica, pur non credendo ai miracoli, potrebbe decisamente migliorare la Sua azione politica futura.