Percorsi di lettura. di Carlo Sottile.
Le due pagine de La Stampa (edizione di Asti) del 9 aprile 2022 dedicate all'emergenza abitativa, hanno corredato l’orientamento dei candidati sindaci sul tema con una immagine scattata nel 2010, in piazza San Secondo, nel corso di una manifestazione per il diritto all’abitare. Quella immagine rimanda ad una fase storica ormai consumata e su protagonisti condotti alla sconfitta con processi, delegittimazioni e azioni repressive sistematiche. Anche i poteri politici e amministrativi non sono rimasti gli stessi però si sono confermati sottraendosi ad ogni forma di controllo democratico...
Il Coordinamento Asti-Est, che di quella fase, con centinaia di famiglie sfrattate e sotto sfratto, è stato uno dei protagonisti, è oggi una componente della cittadinanza attiva di Asti. In questo ruolo non ripropone se stesso ma si riconosce in quell’insieme di pratiche sociali che portano in sé l’annuncio e la speranza di una società liberata dal dominio della merce, composta da individui cooperanti e solidali. “Dalla società del profitto alla società della cura”, c’è scritto infatti nel logo dell’Associazione.
Ma quella immagine mostra, forse involontariamente, una percezione del tempo non cronologica.
Quella di Salvador Dalì, con gli orologi che si liquefanno, quella di Ernst Bloch quando argomenta che la storia “non è un catalogo e neppure una fila indiana”. La storia può conservare le tracce di un futuro possibile. Dalle sue macerie, può sorgere inaspettatamente una esperienza “con i colori dell’alba di un nuovo giorno” (Ernst Bloch “Filosofia del Rinascimento). Quel genere di esperienza descritta da John Reed ne “I dieci giorni che sconvolsero il mondo”. Oppure quella autogestionaria della Comune di Parigi, analizzata con straordinario acume intellettuale da Carlo Marx (Karl Marx “La guerra civile in Francia 1870-71”).
Siamo ben oltre l’emergenza abitativa di cui si parla in quell’articolo. Il fatto che resusciti anno dopo anno, senza annunciare la propria fine, non ne riduce il carattere di epifenomeno del capitalismo “alla sua ennesima metamorfosi” (Paolo Virno “Do you remember counterrevolution”).
E’ il capitalismo delle cosiddette “politiche di riduzione del danno”, una forma di filantropia che assoggetta i suoi destinatari, rendendoli trasparenti alla cultura costituzionale dei diritti, E’ il capitalismo delle “piattaforme”, Facebook, Twitter, Amazon, Netflix e Google. I gestori dei big data che mettono a profitto la nostra nuda vita perché abbiamo accettato di scambiare la proprietà delle nostre informazioni con l’uso gratuito dei loro servizi.
E’ dentro quel capitalismo, dentro le sue attuali opacità, dentro le disuguaglianze che ha moltiplicato con la pandemia e la guerra, che ci ostiniamo a cercare le tracce di un futuro possibile.
Accompagnati dallo sguardo utopico di Ernst Bloch e dall’acume intellettuale di Carlo Marx.