Lettera aperta di Enrico Cerrato, in rappresentanza dei componenti del Comitato Nuova scuola Jona Asti, al Sindaco di Asti Maurizio Rasero.
Pregiatissimo Sindaco di Asti, con queste righe i genitori del “Comitato pro nuova scuola Jona” invitano i cittadini, le associazioni e il mondo della politica ad una riflessione, senza alcun intento polemico, sull'importanza del confronto tra la politica e i cittadini che si rendono parte attiva nel dialogo con le istituzioni.
Confronto che questo Comitato, ha sempre ritenuto fondante e fondamentale per rendere sicura e dignitosa la collocazione degli alunni in attesa che la scuola Jona fosse terminata, ponendo anche un'attenzione particolare alla gestione delle ingenti risorse dispiegate...
Già a partire dai primi incontri con le istituzioni politiche e scolastiche nell'autunno 2018, le famiglie espressero forti dubbi circa la possibilità che si riuscisse a finire l'opera nei tempi ristretti prospettati (era previsto un cronoprogramma serrato che avrebbe richiesto lavori h24 con tantissimi operai coinvolti) e preoccupava molto l'assoluta assenza di una collocazione alternativa per i ragazzi, necessaria se qualcosa fosse andato storto, anche in considerazione del fatto che il progetto vede coinvolti circa 600 persone tra ragazzi e docenti.
Di fronte però alle rassicurazioni perentorie e talvolta autoritarie ricevute, siamo stati tacciati di essere genitori troppo ansiosi e diffidenti, che volevano a tutti i costi trovare difetti nel progetto perfetto appena presentato.
La realtà è, purtroppo, testimone impietosa e in questo settembre astigiano già così malinconico per l'assenza dei consueti eventi, ci aspettavamo di fregiarci almeno della soddisfazione di vedere i nostri ragazzi finalmente ospiti della nuova struttura, com'era stato annunciato e promesso fino a pochi mesi fa.
Certo, nel frattempo si è verificata una pandemia, l'aumento del costo dei materiali, ma trattandosi di un'opera prioritaria, in qualità di servizio essenziale, saranno previste mitigazioni e strumenti per andare avanti e concludere i lavori prima possibile, inoltre le scuole sono state chiuse in Dad per molto tempo rendendo possibili lavorazioni più celeri.
Invece, passando da via Sardegna, si incontra per ora soltanto un grande scheletro, che alimenta ulteriormente il rammarico di noi genitori che ci siamo adoperati per trovare una soluzione ottimale, che spostasse i ragazzi dalla vicinanza al cantiere e consentisse di concentrare e velocizzare al massimo i tempi dei lavori.
Temevamo potesse accadere proprio questo: essere fermi in strutture provvisorie per i ritardi nei lavori, fino a data da definirsi.
Abbiamo, più volte, espresso i nostri dubbi e le nostre perplessità, con il timore che i nostri ragazzi non avrebbero mai beneficiato della nuova scuola, ma ne avrebbero patito solo i disagi.
Questo rammarico però ci rende consci di quanto importante e necessaria sia la partecipazione di noi comuni cittadini alla vita della propria città, di come spesso persone semplici, ma interessate direttamente, sappiano informarsi, approfondire e rilevare criticità che, se ascoltate, potrebbero essere uno stimolo di ulteriore riflessione per l'amministrazione, a vantaggio della comunità: un esempio tangibile e concreto di cittadinanza attiva.
Oggi noi chiediamo alla politica una riflessione sulle posizioni prese, ma soprattutto chiediamo che vengano risolte le criticità ancora presenti, affinché i ragazzi non subiscano ulteriori disagi e rinunce rispetto ad una situazione ordinaria.
Il futuro è dei giovani e devono essere messi nelle condizioni migliori per poter apprendere, sperimentare e crescere.
Oggi chiediamo alla politica tutta, di maggioranza e di opposizione, di assumersi l'impegno di terminare le opere iniziate il prima possibile.
Chiediamo che ci si apra ad una condivisione effettiva delle opere da realizzare, non solo per la scuola Jona, ma anche per altri istituti scolastici, attraverso il reale coinvolgimento dei portatori di interesse.
Non possiamo quindi far altro che auspicare un futuro in cui le proposte e i dubbi di comitati spontanei, associazioni o semplici cittadini, possano trovare maggiore risonanza presso le istituzioni politiche e amministrative, continuando, da parte nostra, ad incalzare fino a che la nuova scuola non sarà terminata.