di Paolo X Viarengo.
Ero andato a trovarlo perchè avevo sentito che aveva iniziato uno sciopero della fame, e ho scoperto che, in realtà, quello era il meno. Gli parli e senti. Senti le risposte che ti dà, le idee che ti espone, e capisci che sono ben più forti di un semplice sciopero della fame. Parla di bambine e bambini a cui lasceremo questo pianeta. Parla di future donne e uomini per cui vale la pena di lottare. Parla dei nostri figli: quelli per cui ognuno di noi non solo si priverebbe del cibo ma anche della vita, se necessario. Parla di una scuola sempre più impastoiata. Sempre più dedita alla competizione, al profitto, alla produzione dei singoli...
Madre di questo mondo. Perchè il mondo è fatto da chi lo abita e la scuola è quella che lo plasma a sua immagine e somiglianza. Essendone a sua volta plasmata. Madre di un mondo che non è giusto. Con sperequazioni. Diseguaglianze. Con gente disposta a tutto per il posticino. Con gente disposta a fare la cosa sbagliata per profitto. Con gente che ha portato il cervello all'ammasso di un sistema feroce e predatorio. Adattandosi, come sempre ha fatto l'umanità nei milioni di anni della sua storia, per sopravvivere ai disastri. E allora, chi invece insegna a pensare, chi insegna a lottare per la cosa giusta, a non adattarsi, diventa un'anomalia del sistema che può invertire il circolo vizioso. E questo è molto più pericoloso e dirompente di un semplice sciopero della fame. Mina le comodità. Mina l'ignavia. Mina, per fortuna e finalmente, le basi stesse del nostro, errato, sistema di vita. Non conoscevo ancora Giampiero Monaca prima di oggi e ho iniziato l'intervista con la domanda più inutile.
Perchè questo sciopero della fame?
«Non chiamiamolo così. Chiamiamolo digiuno. Io non mangio dal 6 giugno e bevo solo tisane e moltissima acqua. I primi giorni sono stati duri ma ora sono quasi abituato, anche se alle volte ho difficoltà a trovare le parole e il discorso non scorre fluente come vorrei. L'ho fatto per attirare l'attenzione sul progetto "Bimbisvegli", perchè non muoia, sotterrato dalle scartoffie. E sembra che si stia preparando anche un digiuno condiviso, a staffetta, che alcune associazioni starebbero organizzando. Non una scelta violenta, ma una scelta di dialogo. Avevamo già fatto, assieme alle famiglie dei bimbi coinvolti, un presidio davanti alla scuola di Serravalle d'Asti ma poi non ci hanno rinnovato il permesso e abbiamo dovuto lasciare. Mi avevano anche sospeso per un giorno dal lavoro perchè non avevo compilato un modulo. Ci hanno anche fatto togliere la bandiera della Pace dalla scuola perchè, sulla base di una vecchia legge, sugli edifici pubblici possono solo stare le bandiere italiana ed europea. Identificative di quello che siamo, incuranti del fatto che la bandiera della Pace dovrebbe identificarci tutti».
Ma cos'e questo progetto "Bimbisvegli" che fa arrabbiare così tanto?
«Mentre, invece, non dovrebbe fare arrabbiare proprio nessuno. Può convivere con tutti gli altri metodi educativi, anche quelli più tradizionali, dialogandoci. Confrontandosi. Cercando il meglio di ognuno di loro. Perchè è proprio questo il progetto "Bimbisvegli": cercare il meglio di ognuno di noi. Lasciare il mondo un po' migliore di come lo si era trovato: come diceva Baden Powell, fondatore degli scout e al cui metodo educativo io devo moltissimo essendo stato un capo-scout. Bimbisvegli è la metodologia scout fuor di metafora. Se i piccoli scout vivono il gioco de "Il libro della Jungla" di Kipling con Shere Kan che interpreta il male e i lupetti che partono per la caccia insieme, io ho provato a togliere la metafora. Il male potrebbe essere Mussolini o Hitler e non Shere Kan. I lupetti che partono per la caccia sono i bimbi che vengono con me nel bosco, in biblioteca o al museo a caccia di esperimenti, di nozioni, di apprendimento che li faranno crescere. Esattamente come il cervo, appena cacciato, farà crescere i piccoli lupetti».
Non comprendo allora perchè è tanto osteggiato.
«Nemmeno io. In realtà l'ex Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, si era pronunciata favorevolmente e non è poi così distante da progetti come Scuola Città Pestalozzi o Scuola senza zaino. Sono guardati con un pò di sospetto ma lasciati proseguire, noi invece rischiamo la soppressione il prossimo anno. Leggi, burocrazie lo rendono possibile e io non dò nemmeno tutti i torti ai dirigenti scolastici che sono chiamati ad applicarle. Però è proprio qua che, paradossalmente, deve subentrare la metodologia "Bimbisvegli" che mira a creare cittadini pensanti e consapevoli. Siamo noi che dobbiamo aiutare i burocrati ad avere la possibilità di lasciarci andare avanti. Berthold Brecht ha detto, e io l'ho scritto all'interno della scuola di Serravalle, che se una legge è ingiusta la disobbedienza diventa obbligo. E allora questa lotta per la sopravvivenza del progetto diventa un ulteriore strumento pedagogico per i miei bambini. Bambini che hanno imparato che Pericle raccontava come un uomo che non si interessi alla politica non sia considerato innocuo, ma inutile. La politica intesa come visione del mondo, servizio, condivisione. Bambini che quando si sono resi conto che al loro tutor, Taiwo Wahab, un ragazzo di colore nigeriano, che lavorava con noi tramite una convenzione tra il Centro Accoglienza Straordinario di Serravalle dove era stato accolto, Agathon e le istituzioni locali, non avrebbe avuto il permesso di soggiorno, si sono attivati. Da future donne e uomini consapevoli. Hanno avviato una petizione su Change.org che ha raccolto 11.000 firme e Taiwo ha avuto una proroga di quattro anni. Questo è il metodo Bimbisvegli: guardo, capisco che non è giusto, decido di fare qualcosa e se perdo la prima volta, ci riprovo ed ancora ed ancora».
Ora capisco un po' meglio perchè dà fastidio. Si mira a creare potenziali rompiscatole in un mondo che si vorrebbe un po' più chiuso, un po' più bovino.
«Non rompiscatole: cittadini consapevoli. Senza livore. Senza paure. Abituati a pensare. Ti faccio l'esempio della gita al Museo Egizio. Solitamente si va su con autobus privato e si paga una guida del museo. Noi abbiamo fatto diversamente. Siamo andati su con il treno, prenotato dai bambini, perchè crediamo nel trasporto pubblico, e da Porta Nuova al Museo ci siamo andati a piedi, orientandoci per la città. Attraversando le strade in formazione di sicurezza e arrivando sul posto forti di una preparazione precedente. Ogni gruppo di bambini aveva preparato un argomento e una volta nella sala apposita lo ha spiegato ai propri compagni, senza bisogno di guide. Morale: tutti hanno potuto permettersi la quota, si sono divertiti e hanno appreso di più. In sicurezza, che è una mia priorità. Anche quando andiamo nei boschi, anche quando accendiamo fuochi, lo facciamo rispettando ogni genere di misura di sicurezza esistente. Prova ne sia che nessun bambino si è mai fatto male durante nessuna uscita o esperimento».
E ora, se il progetto dovesse essere soppresso?
«Invierei le mie dimissioni al Ministro della Pubblica Istruzione, il mio datore di lavoro. Non accetterei trasferimenti o altro perchè se non si trova il modo di far andare avanti un progetto a Serravalle perchè si dovrebbe trovare il modo di farlo andare avanti da un'altra parte? Non accetterei ridimensionamenti: lo devo ai bambini, alle 53 famiglie che mi stanno sostenendo, lo devo alla comunità di Serravalle che potrebbe rischiare di perdere la scuola. Ma non voglio pensare che si finisca così e voglio continuare a sperare che si trovi il modo di inserire la metodologia "Bimbisvegli" tra i progetti innovativi. Anche se è un progetto artigianale. Io spesso mi definisco così: un artigiano della scuola. Un artigiano che cerca di tirare fuori il meglio da ogni piccola donna e piccolo uomo che gli è affidato. Perchè non devono esserci competizioni, compiti a casa o voti. Se uno dà il meglio di sè che voto gli devo dare se non dieci? L'insufficienza, momentanea, è la sgridata, lo sprone, la ricerca dentro i propri alunni del loro meglio. Sempre. Per sè stessi, per gli altri e, soprattutto, per il mondo che verrà».
L'Onorevole Federico Fornaro nei giorni scorsi ha presentato un'interrogazione al Ministro dell'Istruzione e la richiesta di protezione e tutela di questa esperienza di scuola pubblica di eccellenza, proponendo l'inserimento del metodo “bimbisvegli” tra le tante realtá di sperimentazione e di valorizzazione delle avanguardie educative e pedagogiche della scuola italiana. Potete leggere qui il testo dell'interrogazione.