Asti e il futuro

di Paolo X Viarengo.

Quale? Bernard De Chartres in riferimento alla Storia, dice che noi siamo nani sulle spalle di giganti. Purtroppo però i nani astigiani hanno condotto i giganti che li dovrebbero sostenere in una laguna in cui stanno tristemente, ma inesorabilmente, affondando. Entrambi. Una laguna di fantasiose rivisitazioni, dubbie e divisive, da cui sarà difficile uscire. Non voglio continuare a citare la mancata revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Tutti la conoscono e tutti sono stufi di sentirne parlare...

Le vicende sono note: invece di revocare semplicemente una cittadinanza imposta agli astigiani da un regime farlocco, si è voluto proporre un documento altrettanto farlocco che va contro tutti i totalitarismi. Cioè, non si voleva dire no al fascismo senza se e senza ma, ma parificare questo al Comunismo.
Cosa che, come tutti sanno è errata.

La corrente di pensiero comunista o socialista, per farla semplice, nasce con le lotte operaie per un mondo più giusto a fine '800 e ha portato idee nuove e migliorie al nostro modo di vivere. Alle volte è sfociata in totalitarismi che molti hanno condannato. Primo fra tutti George Orwell, che di certo non aveva simpatie per Mussolini, nella sua "La fattoria degli animali" e che, comunque, parla di rivoluzione tradita e non di ideologia sbagliata. Il fascismo ed il nazismo invece sono nati, cresciuti, e non ancora morti, trovando la loro completa realizzazione in un lasso di tempo identificabile pressapoco tra gli anni venti del '900 e gli anni '40 dello stesso secolo.

Li, hanno trovato la loro completa realizzazione e non hanno apportato migliorie al modo di vivere di nessuno. Anzi, hanno eliminato le libertà conquistate con le lotte precedenti. Perseguitato oppositori. Cercato di sterminare razze diverse, sempre che di razze si possa parlare. A riprova che è l'ideologia ad essere sbagliata non il modo di metterla in pratica.

Quindi, paragonare comunismo e fascismo non ha senso; per questo la pasticciata risoluzione comunale non è stata votata dalla minoranza. Altro grosso scivolone è proprio di questi giorni. Cioè la firma di un documento che condanna l'antisemitismo e si schiera apertamente con Israele nella sua aggressione al popolo palestinese. Dimenticando, tra l'altro, che la Costituzione Italiana ripudia la guerra in tutte le sue forme. Ma dimenticando, soprattutto, la differenza tra Sionismo ed antisemitismo e facendo, anche qua, di tutta l'erba un fascio: mucchi d'erba che non sembrano essere così estranei all'attuale giunta astigiana.

Il sionismo è una corrente di pensiero che vuole il popolo ebraico imperante nelle bibliche terre di Canaan. L'antisemitismo è la corrente di pensiero che portò il nazifascismo a sterminare 6 milioni di ebrei nei campi di sterminio sparsi per l'Europa, da chi faceva infrastrutture (queste?) e faceva arrivare i treni in orario. Non c'entrano nulla l'una con l'altra. Anche Israele può essere considerato uno stato colonialista, imperialista e assassino, senza per questo essere considerati antisemiti e voler sterminare tutti gli ebrei. Risoluzioni divisive e provocatorie ma sono solo le ultime di una lunga serie.

Ricordo quando Piazza San Secondo venne vietata, e oggi riaperta, alle manifestazioni di piazza in quanto il Sindaco ne avrebbe voluto fare il salotto della città. Quattro scalzacani che esprimono liberamente il loro pensiero avrebbero stonato e allontanato i turisti.

Ricordo il sottopasso della stazione ferroviaria, che Asti Pride avrebbe voluto ridipingere e mettere a nuovo quando, all'improvviso, spuntò un'associazione di chiara matrice fascista e il Comune si espresse per far suddividere metà sottopasso ai primi e metà ai secondi. Astipride si arrabbiò, l'associazione fascista non aveva progetti e quindi, ora come ora, abbiamo il sottopasso esattamente come prima: sporco e puzzolente. In una chiara logica da: mi taglio i cosidetti per fare un dispetto alla moglie.

Ricordo l'Israt, che ebbe il bilancio tagliato di 22.000 euro perchè un Comune con un bilancio milionario non si poteva permettere poche decine di migliaia di euro per sostenere chi studia e divulga la storia della Resistenza al fascismo. In effetti, non se lo può ancora permettere: è pericoloso.

Difficile non vedere similitudini tra le varie cose sopraelencate con le piste ciclabili proposte dal Comune di Asti, ad uso e consumo dei turisti, per pochi chilometri e a costi esorbitanti, contro quelle proposte dalla rete Asticambia per i cittadini e per una mobilità sostenibile, che servono tutta la città per poche decine di migliaia di euro: meno di quelli tolti all'Israt, per intenderci.

I turisti, già; il turismo che si vuole far arrivare su Asti quando su facebook appaiono faccioni di Benito Mussolini con la scritta "Asti non revoca la cittadinanza al Duce" e sotto centinaia di commenti dal tenore "Bene! Ad Asti non ci verremo più" oppure "Pazienza, berremo prosecco".
In una voglia di rendere turistica Asti quando in realtà una città diventa bella perchè è vivibile per i suoi cittadini: solo allora i turisti vengono. A Siena non fanno mica il Palio per i turisti: lo fanno per loro stessi e i turisti accorrono a vederlo. Entusiasti. Ma chi verrebbe ad Asti, città del Duce? Chi vorrebbe passeggiare per un centro cittadino fra le serrande abbassate oppure fare un giro sotto la spettrale galleria Argenta? Chi verrebbe al mercato di Asti, diviso ed avvelenato da polemiche?

Meglio fare qualche chilometro in più ed andare in Trentino: lassù i mercati all'aperto li sanno fare. E attraggono turisti. Ma in tutto questo, dopo l'idea già contestata oltre vent'anni fa da Naomi Klein, di appaltare tutta la rete museale e la cultura cittadina ad una fondazione privata in capo alla Banca di Asti, spunta un nuovo progetto. Un Progetto che si sposa alla perfezione con questa visione della città e che poco o nulla ha a che fare con il futuro: la tangenziale sud Ovest.

Progetto di cui in città si parla dagli anni '70. Cento milioni richiesti all'Europa nel Recovery Fund per cementificare un tratto di Asti ancora intonso come la sua parte ovest. Bucare colline, costruire ponti in un delirio da anni '50. Un progetto nel solco di quello di Amazon, tanto sbandierato e poi approdato ad Alessandria, oppure quello del centro commerciale  dove c'e' la Decathlon, costruito su un prato nella periferia della città dai grandi contenitori vuoti: Ospedale vecchio, Maternità, Upim e via discorrendo.

Questa sarà la nuova Asti: vintage come un tetto fatto con lamiere in eternit.

Persino la Banca di Asti, vanto ed orgoglio della città, investe su Alba e non su Asti: è di questi giorni la notizia di milioni e milioni di euro investiti per un nuovo stabilimento della "Pane Alba" a Cherasco.
Ma di una cosa sono felice. Meno turisti verranno, meno brutte figure faremo. Meglio cadere nell'oblio. Meglio non far sapere che siamo la patria di Vittorio Alfieri che, per sua fortuna, è sepolto a Firenze. Fosse sepolto qua, avendo letto di lui e del suo carattere, probabilmente si sarebbe levato dalla tomba.

Probabilmente brandendo lo stesso candelabro che Elia ben conosce.

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