Intervento di Pierluigi Graziano al Consiglio comunale aperto di Asti sulla situazione di ASP SpA.
La mia presenza in questo consesso non rappresenta l'espressione di un gruppo di lavoro o di un formazione politica, anche in fieri, semplicemente vuole esprimere la preoccupazione di un cittadino che nell'arco della sua ormai non più breve esistenza si è occupato professionalmente della nascita ed evoluzione di ASP, prima municipalizzata, poi SpA ed infine SpA a capitale misto pubblico e privato e che, vivendo in questa città, utilizza i servizi resi e paga le conseguenti tariffe, su cui occorrerebbe porre attenzione stante che per il sistema rifiuti sono tra le più care in Italia...
Ragionando in termini di carattere generale, ritengo che prospetticamente il sistema dei servizi generali/essenziali per la collettività debba essere a sè stante rispetto al più vasto sistema produttivo di merci e servizi regolato dal mercato, in concreto volto a fornire servizi alla collettività e non a creare utili.
Uscendo da posizioni ideali e parlando di realtà, vorrei evidenziare alcune perplessità circa l'attuale realtà gestionale e societaria e segnalare possibili/probabili situazioni che potranno venirsi a creare nell'iter che pare essere intrapreso riguardo ad ASP, società multiservizi a capitale pubblico-privato.
L'attualità è caratterizzata da alcune “singolarità”:
a) l'Amministrazione Comunale all'inizio della tornata amministrativa, non ritenendo accettabile la situazione ereditata, partendo dalla vicenda Teleriscaldamento, ha iniziato una riflessione sul futuro dell'azienda, affidando uno studio a un esperto, studio incentrato su aspetti di carattere societario e non prettamente gestionali e già questa scelta lascia perplessi.
La singolarità nasce dal fatto che la relazione presentata in c.c.il 19 novembre 2018 è stata dichiarata secretata ovvero, se ho inteso correttamente, consegnata ai consiglieri con l'obbligo di non renderla pubblica. Probabilmente la portata della relazione poteva avere riflessi sull'assetto societario di una SpA assoggettata alle norme del Codice Civile, tuttavia la presentazione della stessa da parte dell'esperto in seduta consigliare pubblica (e non segreta) certifica la natura pubblica dell'elaborato e come tale il diritto di qualsivoglia interessato ovvero di un cittadino di poter esserne a conoscenza.
b) passato quasi un anno senza palesi conseguenze, è pervenuta notizia (10 ottobre u.s.) che ANAC, partendo da un esposto datato 2015 presentato da consiglieri comunali circa l'illegittimità della affidamento del Servizio di teleriscaldamento ad ASP, chiedeva ulteriori informazioni, segnalando chiaramente la possibile ipotesi dell'illegittimità della sub-concessione di servizi in concessione (vedi AEC). La costituzione di AEC quale società che doveva gestire il servizio di teleriscaldamento, mediante contratto con ulteriore clausola contrattuale di riduzione della partecipazione di ASP, previo affidamento di parte della quota societaria ad azienda esterna (gara peraltro andata deserta) determina la attenuazione/sparizione del controllo pubblico sui servizi concessi. La nota ANAC citata, ipotizzando altresì l'illegittimità del trasferimento di detti servizi in capo ad ASP, potrebbe conseguentemente determinare la scadenza del rapporto con il socio privato a far tempo dal 31/12/2019. Occorre forse ricordare che nel 2015 con la riforma dei patti parasociali, venne ricalcolata la durata del rapporto con NOS spostando la scadenza dal 2019 al 2028.
L'Amministrazione Comunale pare che sia in attesa della pronuncia dell'ANAC, indicata come possima, per le conseguenti decisioni.
Se non ricordo male il Consiglio Comunale fin dal 2017, ribadita nel 2018 e da ultimo a dicembre 2019, ha approvato una direttiva che doveva portare alla dismissione /chiusura di AEC, società sub-concessionaria dei servizi Teleriscaldamento e Illuminazione pubblica.
Anche l'illuminazione pubblica, servizio di cui ANAC non parla, sarebbe contagiata dall'illegittimità ?
c) il recente scambio di lettere, del tutto irrituale, tra il Sindaco e il presidente di NOS ha reso pubblico un dibattito interno tra parte pubblica e parte privata di ASP, cui si ignora la sostanza anche se si possono cogliere alcuni temi.
Non conoscendo lo scenario certamente complesso, oggetto di diverbio tra i soci, mi permetto di porre in evidenza alcune problematiche che l'Amministrazione Comunale dovrà chiarire/affrontare:
a) un cittadino, l'insieme dei cittadini utenti, si potrebbe chiedere dove sia l'utilità o l'interesse pubblico ad adeguarsi a una pronuncia di ANAC per liberarsi di eventuali illegittimità che nel corso dell'ultimo ventennio non sono state oggetto di alcun rilievo. Esiste un obbligo di legge ? La pronuncia ha valore giurisdizionale ?
La conseguente cessazione del rapporto con il socio privato, dovrebbe determinare l'esigenza di effettuare un nuovo e più articolato bando di gara al fine di ricreare un assetto societario con partecipazione di capitale privato, stante la bassa probabilità che vi siano a disposizione adeguate somme di denaro atte a indennizzare il socio uscente e conseguentemente ritornare a una spa a totale capitale pubblico.
b) trattandosi di probabile indizione di nuova gara, appare non opportuna la riferita dichiarazione del Sindaco in sede di incontro con le OOSS che avrebbe indicato come nuovo socio Iren.
Stando a notizie tratte da quotidiani nazionali sembra che il mercato di settore si presenti in modo molto variegato: le grandi società di settore 2A e Hera e la citata Iren sono in aperta concorrenza per acquisire il controllo di vaste aree, mentre alcune gare per la privatizzazione di aziende minori sarebbero andate deserte. L'inedita omogeneità delle maggioranze politiche nelle 3 regioni del Nord-Ovest potrebbe anche dare adito a convergenze o fusioni tra i grandi operatori del territorio. Se, per pura ipotesi, la gara di ASP andasse deserta che succederà?
c)la gara del 2001, sia pur con limiti e inadeguatezze tipici di uno dei primi esperimenti di privatizzazione, ha dato origine a un assetto societario a maggioranza pubblica allargata; infatti tra i soci di NOS vi sono alcune aziende pubbliche a totale e/o parziale capitale pubblico.
Molto diversa si verrebbe ad articolare la situazione in presenza di un socio sia pur di minoranza integralmente privato, che porterebbe con sé il rischio della finanziarizzazione (la quota in certe condizioni potrebbe essere ceduta a qualche Holding finanziaria, veicolo di soci anche stranieri).
Sarebbe pressochè utopico pensare che il Consiglio Comunale, a tutela dei cittadini utenti, sia capace di mantenere sotto controllo le gestioni e quindi i costi di servizi pubblici posti in essere da un grande soggetto per lo più quotato in borsa.
d )il tenore inusuale della scambio di lettere pubbliche tra il Sindaco ed il presidente di NOS evidenzia una possibile divaricazione di interessi tra le società componenti NOS circa il futuro di ASP ?
La missiva del Sindaco ha uno stile della comunicazione del genere colloquial-amicale; il Sindaco, inconsapevolmente forse, pare partecipare al diverbio. La risposta del Presidente potrebbe essere interpretata come un avviso per interposta persona ai soci - alcuni soci? - che non si tratta alle sue spalle, anche qui singolarmente con modalità pubbliche.
e) in questa situazione di conflittualità interna ed esterna appare una illusione romantica l'ipotesi di chiusura del rapporto con NOS, a seguito di pronuncia di ANAC, con definizione a posteriori dal 31/12/2019, priva di ulteriori strascichi giudiziari. Non è improbabile che per interesse o per ripicca qualche interlocutore che si senta escluso o danneggiato aprirà la strada ad un sequela di ricorsi ad ogni grado e ruolo della magistratura, dal TAR alla Corte dei conti alla Magistratura civile.
f) totalmente esterna alla tematica sin qui indicata, esiste la probabilità che si stia creando una situazione interessante, ma gravida di problemi a causa della progressiva presa di controllo delle “autorità di settore” in materia di acque, rifiuti e trasporto pubblico. Potrebbe, per successive approssimazioni, crearsi una situazione in cui il Comune di Asti non potrà più gestire i servizi affidandoli ad ASP perchè la competenza della scelta degli ambiti di gestione e dei soggetti gestori afferirà alle Autorità di ambito. L'attuale configurazione societaria con la scadenza del socio privato nel 2028 consente di mantenere il controllo per un lasso di tempo ragionevole, senza accelerare eventuale spezzatino, in attesa della necessaria definizione dei rapporti.
La fretta nel millennio scorso, in applicazione di una legge regionale, portò alla separazione del servizio rifiuti tra raccolta e smaltimento. Caso pressochè unico in Piemonte.
Il CBRA, verbale di deliberazione CDA n.23 del 10/12/2019, ha deciso di attribuirsi il ruolo di Ambito Ottimale in attesa della revisione dell'attuale legge regionale, ovvero si attribuisce la funzione di analisi e controllo dei piani economico-finanziari da trasmettere ad ARERA, piani necessari a definire la tariffe con evidente perdita di controllo da parte dei Consigli Comunali.
Le notizie di stampa non lasciano trapelare la volontà e di conseguenza la capacità dell'Amministrazione di affrontare tale complessità.
Quindi torno all'assunto iniziale: dove sta l'interesse pubblico a voler far decadere l'attuale socio senza aver ben chiaro il quadro strategico per la gestione di servizi pubblici essenziali per la vita dei cittadini. Qualora l'oggetto della discussione fosse la qualità e quantità dei servizi, il metodo posto in essere sarebbe totalmente errato.
Andando per ipotesi, se l'Amministrazione ritiene superata l'attuale articolazione societaria e aziendale, non più competitiva perchè:
1) di piccola dimensione inadatta per fare innovazione ed efficientamento a costi sostenibili;
2) inefficiente a causa della pluralità dei servizi;
e intende quindi addivenire ad una gara che porti:
a) alla cessione dell'intera proprietà,
b) alla cessione dei vari servizi a singole grandi aziende,
c) alla volontà di partecipare come socio ad una grande azienda previo conferimento dei servizi,
d) alla ripetizione della modalità 2001
la scorciatoia di utilizzare una pronuncia ANAC che, in assonanza a quanto risulterebbe dallo studio citato, affermi la totale illegittimità sin dal 2001, pare largamente inaccettabile. Quasi un tentativo maldestro di sottacere una scelta dietro ad un obbligo.
Ammesso e non concesso che una nuova gara sia necessaria ed opportuna, sarà interessante sapere quale potrà essere la tempistica e come potrà funzionare nel frattempo ASP.
Spero sinceramente che il presente dibattito porti chiarezza sulle intenzioni dell'Amministrazione Comunale circa il prosieguo a breve e strategico della attività societaria e gestionale. Stante che a causa dell'età, citando De Andrè, sono nella impossibilità di dare ulteriori cattivi esempi, credo mi sia consentito di dare un consiglio: la complessità non consente facili e veloci soluzioni, pertanto si colga l'occasione per iniziare una disamina attenta circa il futuro dell'azienda che porti nel corso dei prossimi anni a scelte consapevoli, ma che a breve consenta, attraverso un accettabile riordino del rapporto con l'attuale socio privato, il ripristino di una necessaria ed essenziale serenità aziendale.