Il senso del dialogo secondo il Sindaco di Asti...

di Alessandro Mortarino.

«Pronto?».
«Buongiorno, parlo con il signor Mortarino?».
«Sì, sono io».
«Sono la segretaria del Sindaco Rasero, le passo il signor Sindaco».
«Grazie».
«Buongiorno Mortarino, mi spiega perchè lei continua a inviarci messaggi via mail per chiedere risposte che noi non siamo tenuti a darle?».
«Pregoooo?».
Inizia così una "surreale" telefonata che ho ricevuto ieri mattina (13 novembre, casualmente Giornata mondiale della gentilezza) nientepopodimeno che dal Sindaco di Asti, Maurizio Rasero...

Che, con piglio molto fiero (aggettivo che qualunque buon vocabolario indica come "feroce, ostile, che incute terrore o timore"...) mi risponde ad una mail inviata poche ore prima all'attenzione della sua segretaria per sollecitare risposta ad una precedente mail inviata due giorni prima (e rimasta senza risposta alcuna) per chiedere come mai il Sindaco avesse invitato il mondo ambientalista ad un incontro per ragionare del Piano del traffico trascurando di invitare anche il Movimento Stop al Consumo di Territorio Astigiano e il Forum Salviamo il Paesaggio che, eppure, all'inizio di settembre avevano trasmesso a Sindaco e Giunta un puntuale documento di osservazioni e proposte al Piano stesso. Naturalmente senza ricevere risposte, neppure in quella occasione, e neanche un formale: «grazie per il contributo, che provvederemo a valutare» (che fa sempre fine e non impegna, ma dimostra l'assertività di una amministrazione. Pubblica).

Dato che il tono del Sindaco è piuttosto eccessivo, per interrompere il suo effluvio di parole alzo un po' la voce anch'io e gli faccio notare che «i miei genitori mi hanno insegnato che se formulo una domanda, poi mi metto ad ascoltare». Ma non è sufficiente e allora mi sovrappongo alla sua, di voce, per dirgli che prendo atto del fatto che lui abbia pieno diritto di invitare chi vuole e, soprattutto, di non invitare me e le due organizzazioni che rappresento; semplicemente io, nella mia beata ingenuità, mi ero solo permesso di chiedere se vi fossero disguidi tecnici o una deliberata volontà ad escluderci da un dialogo. Non ricevendo risposta, naturale inviare un (garbato) sollecito.

Sollecito che sollecitava anche un cenno di risposta al documento inviato da più di due mesi che «forse lei non ha letto a fondo. Se lo avesse letto, avrebbe riscontrato che non conteneva, da parte nostra, critiche distruttive o "a prescindere", ma considerazioni, analisi, proposte. Come si conviene in un dialogo civico».

«L'ho letto, l'ho letto - mi risponde con tono sempiternemente alterato - e non sono tenuto a rispondervi. Quando la Giunta avrà fatto le sue scelte e avviato l'iter, risponderemo formalmente alle vostre eventuali nuove osservazioni».

Ne prendo atto, ovviamente. E domando: «ma lei questo incontro con una parte degli ambientalisti astigiani lo ha definito un momento di confronto e di dialogo. E il dialogo ne esclude una parte, non le pare?».

«Scelgo io chi invitare e chi non invitare. E poi le vostre osservazioni sono firmate da lei, che non è neppure un cittadino di Asti».

«Sono firmate dal coordinatore provinciale (e nazionale) delle due organizzazioni, cioè io, che non abito in città ma in provincia. D'altra parte il progettista da lei incaricato non mi pare sia di Asti... Comunque, se vuole, lo posso corredare con un bel po' di firme di suoi concittadini che fanno parte delle nostre reti civiche».

«Bravo, faccia così. E non ci disturbi più».

In sintesi, lo scambio avvenuto. Che la dice lunga sulla concezione che il Sindaco di Asti ha del confronto d'idee, opinioni o programmi che io penso stiano alla base di uno scopo: raggiungere un'intesa o un'opinione condivisa.

Quella del Sindaco non è la mia idea di "dialogo". Trovo sbagliata la teoria dei "muri", del "nemico", del "tu" e del "io". Tanto più se sei un amministratore pubblico e se capisci che la modernità, così complessa, non può permettere ad un singolo (Sindaco, Presidente, Ministro) di decidere da solo scelte che segneranno un'intera comunità per decenni.

Ma questa è la realtà.

La dobbiamo combattere?

Io credo che la dobbiamo cambiare, non combattere. E il nostro ruolo civico continua a essere uno solo: studiare, suggerire e contrastare ciò che è sbagliato.

Contrastare chi sbaglia e aiutarlo a cambiare. Anche se urla e sbraita. Soprattutto se urla e sbraita.
Anche se mi risponde per dirmi che non ha intenzione di rispondermi (ma se mi rispondi che non hai intenzione di rispondermi, mi hai già risposto. Eccome!).

Per chi si fosse perso la "puntata precedente", cioè il documento inviato ad inizio settembre, a mia firma, dal Movimento Stop al Consumo di Territorio Astigiano e dal Forum Salviamo il Paesaggio, riportiamo qui il link per fare un esame diretto: https://www.altritasti.it/index.php/asti-e-provincia/3981-il-buco-con-la-citta-attorno-asti-immagina-il-traffico-del-futuro

E' un documento "costruttivo" o un insieme di farneticanti contumelie? Valutate voi.

Ma a questi documenti è meglio non rispondere...

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