A cura del Coordinamento Donne della Cgil di Asti.
"Troia ti stupro": frase indirizzata ad una madre di famiglia (di etnia Rom), da parte di un esponente di Casa Pound (di etnia italiana, per nostra vergogna).
Questo avviene a Casal Bruciato, periferia di Roma, dove è stata assegnata una casa popolare ad una famiglia - appunto - di origine Rom.
I pregiudizi nei confronti di questa etnia sono ben noti, e chi vuole soffiare sul fuoco ci riesce agevolmente. Allora bisogna dire una parola chiara...
Si tratti di Rom, Sinti, stranieri; si tratti di furtarelli, spaccio, aumento della microcriminalità in genere; si tratti di stili di vita che non si condividono…… si tratti di quel che si vuole, ma quando si superano certe soglie di reazione, bisogna preoccuparsi. Davanti al Tribunale della Storia - o davanti al Giudizio divino, per chi è credente - lo scippatore sarà giudicato in un modo e Hitler in un altro. Non ci possono essere ambiguità.
Certo i problemi di sicurezza vanno affrontati, magari con l'integrazione che è sempre la soluzione migliore anzi l’unica. Sicuramente non vanno affrontati con l'aiuto e gli argomenti di chi si rifà al nazismo. Non c’è percezione di insicurezza che tenga, e che possa giustificare questa deriva.
Nella vicenda specifica, quell'insulto sessista è ancor più inquietante: non molto lontano da Roma, in quel di Viterbo, altri esponenti di Casa Pound hanno effettivamente stuprato una donna, questa volta di etnia italiana. Evidentemente è proprio un loro modus operandi, magari tra un po' presenteranno una proposta di legge??!!
Esprimiamo quindi apprezzamento per la limpida presa di posizione della Sindaca di Roma e solidarietà per le contestazioni che ha ricevuto. Le donne nelle istituzioni fanno la differenza: al di là delle differenti posizioni politiche, su certi principi di civiltà sono sempre attente.
E segnaliamo un episodio in controtendenza avvenuto nella nostra città. In un quartiere popolare, dove una famiglia astigiana di origine Rom (padre disabile, madre con lavoro precario, bambini piccoli...) per disperazione si era insediata in un alloggio Atc, peraltro vuoto e in attesa da lungo tempo di ristrutturazione, tutti gli abitanti del caseggiato sono stati solidali e hanno affiancato la famiglia, ottenendo il rinvio dello sgombero e il coinvolgimento del Comune nel ricercare una soluzione.
A dimostrazione che la guerra tra poveri non è un destino ineluttabile, e che si può ancora restare umani.