Stop ai treni nel sud astigiano: abbiamo scherzato?...

di Alessandro Mortarino.

L'incontro del 31 gennaio ad Asti, promosso dalla Regione Piemonte e dal Tavolo Tecnico per la Mobilità Sostenibile, avrebbe dovuto rappresentare il momento-cardine della definizione di tutti gli aspetti operativi necessari per la riattivazione della linea ferroviaria Asti-Castagnole Lanze dal prossimo giugno, primo passo per il ripristino della linea per Alba e Nizza Monferrato. Tutti gli "attori" tecnici erano invitati (Rfi, Trenitalia, Agenzia per la Mobilità Piemontese), non restava che occuparsi di quanti treni far transitare e in quali orari, per rispondere ai bisogni del territorio e alle esigenze tecniche del vettore. Invece è tutto rimandato sine die e la notizia fornita dall'Assessore regionale Francesco Balocco è di quelle che feriscono...


Che negli ultimi giorni qualcosa fosse accaduto, lo avevamo colto ma difficile prevedere la realtà narrata da Balocco alla platea di Sindaci, Ordini professionali, Associazioni del territorio: purtroppo esistono problemi tecnici rilevanti evidenziati da Rfi e connessi ai sistemi di sicurezza degli impianti e, inoltre, Trenitalia pare non avere treni diesel da far circolare sulla linea.
Nonostante le insistenze della Regione, Rfi e Trenitalia non hanno ancora fornito una risposta e definito i tempi per il ripristino della linea che, a questo punto, slitta di almeno sei mesi. Se Rfi e Trenitalia si decideranno a rispondere alla Regione.

Le dichiarazioni di Balocco ci hanno sbalordito. Perchè fu proprio lui (a Costigliole, nel luglio scorso in occasione della presentazione del progetto di ripristino della galleria Ghersi) a dire «a giugno 2019 riapriamo la Asti-Castagnole». Ed è lo stesso Balocco che, ancor prima di Natale, aveva concordato con il Tavolo Tecnico questo incontro per discutere dei dettagli tecnici, essendo scontato giugno come data di ripresa del servizio ed essendo evidente la preoccupazione del territorio di arrivare impreparati all'appuntamento.
Perchè confermare l'incontro a fronte delle mancate risposte di Rfi e Trenitalia? Possibile che in sette mesi non ci siano stati incontri con la Regione per ragionarne?

Come se non bastasse, Balocco ha anche più volte ribadito che «il coltello dalla parte del manico ce l'hanno Rfi e Trenitalia»: gli Enti locali, insomma, possono proporre, perorare, suggerire ma il loro peso specifico è (quasi) nullo.
E' certamente vero, ma è come ammettere che il mondo viaggia al ritmo degli interessi - economici - delle SpA e che Stato e Enti intermedi a loro debbano essere ripiegati. E qui parliamo di aziende di proprietà pubblica...

Dell'esistenza dei problemi sugli impianti, oltre tutto, si era a conoscenza poichè i lavori di manutenzione eseguiti per il transito dei treni a vapore tra novembre e dicembre si sapeva che non necessitassero di standard superiori a quelli invece richiesti dalle linee commerciali. E per la mancanza dei mezzi diesel, ci si chiede dove sono finite le dotazioni utilizzate fino al 2012. Curiosamente, proprio il 31 gennaio un componente del Tavolo Tecnico si è imbattuto in questa notizia: https://www.ferrovie.it/portale/articoli/8172 ... Trenitalia sta dunque vendendo automotrici diesel che non utilizza più!

Un incontro un po' surreale, quello di Asti, perchè nelle parole dell'assessore si è più volte dipinta l'affermazione che il ritardo avrà una importante compensazione: 10 treni storici durante il 2019. Ma è una ben misera risposta alle richieste di mobilità quotidiana, che significa azioni per ridurre il traffico su strada, meno auto in circolazione, contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico...

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