di Domenico Massano.
“E’ stata fatta rispettare la legalità che mancava da 8 anni. Si deve sapere che occupare abusivamente ad Asti non sarà più tollerato”. Con queste parole, il Sindaco Rasero, pare aver accolto la notizia dello sgombero dell’Ex Mutua, avvenuto il 18 Aprile, dimenticando come in questi 8 anni le persone siano state costrette all’illegalità anche dall’assenza di risposte istituzionali percorribili al loro problema abitativo ...
Nessun cenno, inoltre, alle 4 famiglie coinvolte (le ultime rimaste delle 12 iniziali), che trovandosi nell’impossibilità di individuare soluzioni alternative sono state condannate a subire uno sgombero, effettuato con un ingente dispiegamento di forze dell'ordine, da loro vissuto con lacrime e dolorosa rassegnazione (nonostante le attenzioni dimostrate dai diversi incaricati per non aggravare la situazione).
Nessun cenno neppure al dilagare di un problema abitativo che coinvolge sempre più astigiani (circa il 30% secondo dati recenti) e di cui le occupazioni sono l’epifenomeno, che spesso riguarda le persone più fragili e per le quali l’occupazione è stata (e continua a essere) l’unica alternativa alla strada.
Nel 1954 il Sindaco di Firenze Giorgio La Pira (Democristiano e Padre costituente, non proprio un estremista sovversivo), giustificò con parole di grande attualità l’aver utilizzato gli immobili vuoti per dare un’abitazione a chi era stato sfrattato: “In una comunità cittadina non bestiale ma umana è possibile lasciare senza soluzione un problema così drammatico per la sua improrogabilità e urgenza? È possibile che un Sindaco, di qualunque parte sia, se ne resti indifferente davanti a tanta cruda sofferenza?”.
L’articolo 3 della Costituzione impegna a garantire la dignità e i diritti delle persone attraverso la rimozione degli “ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Rimozione degli ostacoli, non delle famiglie dalla città.
Credo che una comunità più inclusiva, umana e sicura si costruisca a partire dall’impegno per garantire a tutti il diritto all’abitare e ad una vita dignitosa, piuttosto che sbandierando prove di forza istituzionali che affrontano le ingiustizie sociali come fossero problemi di ordine pubblico.