Dal Comune di Asti 80 euro a chi acquista una bicicletta



di Alessandro Mortarino.

Fino al prossimo 17 dicembre i cittadini di Asti potranno richiedere al Comune l'erogazione di un bonus da 80 euro per l'acquisto di una nuova bicicletta e così contribuire a quello che il Sindaco Brignolo ha definito un percorso verso «una città moderna, fruibile ed ecologica». Non potranno richiederlo i dipendenti e amministratori dell’Ente e i loro coniugi e parenti di primo grado e neppure chi ha già ottenuto il contributo nella precedente campagna promozionale (2014). In totale saranno al massimo 100 i fruitori del contributo, ovvero i primi 100 che ne faranno richiesta. Dunque, 8 mila euro di investimento per i magri stanziamenti a disposizione dell'Assessorato all'Ambiente: denari utili o si poteva destinarli in maniera più virtuosa ? ...

Ci pare una domanda lecita da porre, alla luce del fatto che l'iniziativa - certamente lodevole - neppure quest'anno risulta essere accompagnata da particolari azioni che indirizzino davvero i cittadini astigiani a lasciare "ai box" le loro auto e spostare la mobilità urbana sulle ecologiche due ruote.
E Asti, come ben sappiamo, ne avrebbe un grande bisogno poichè lo stato dell'aria cittadina è quanto meno pericolosa: da anni, ormai, il limite di 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili al giorno viene superato oltre la soglia consentita di 35 giorni annui. E nei soli primi 50 giorni del 2016, Asti ha superato per 22 volte questo limite delle Pm10: con la riaccensione del riscaldamento, anche per questo inverno il rischio di proseguire la "serie nera" è pressoché certo, come certo è stato il dato 2015, che ha posto il capoluogo al settimo posto in Italia in questa particolare classifica dai risvolti critici.

Insomma, l'erogazione degli 80 euro per gli acquirenti di una nuova bicicletta (del valore di mercato non eccedente i 400 euro oppure una bici elettrica),  avrebbe un senso se accompagnata da qualche azione strategica: la chiusura del traffico motorizzato il sabato pomeriggio o l'intera domenica, ad esempio. Oppure l'interdizione totale alle auto nel centro storico.

Sempre per fare un esempio, a Massarosa (Lucca) - Comune della Versilia di quasi 25 mila abitanti - chi va al lavoro in bicicletta viene premiato: per la prima volta in Italia, infatti, ai cittadini che scelgono di pedalare per recarsi sul “posto” vengono riconosciuti 25 centesimi a chilometro, per un massimo di 50 euro al mese, grazie al progetto “Buono mobilità”. Finanziato dai ricavi delle contravvenzioni (in virtù dell'articolo 208 del Codice della strada, che regola l’utilizzo dei proventi da contravvenzioni per favorire la mobilità).
E senza dimenticarci, sempre in fatto di esempi, che da qualche settimana la città di Roma si è dotata di un "bike manager", responsabile dello sviluppo della ciclabilità urbana, con il compito specifico di rendere la nostra Capitale un luogo fruibile dalle due ruote (a pedali) riducendo gli spazi motorizzati.

Invece nulla di tutto ciò è stato previsto nè "osato" ad Asti.
Non solo: i beneficiari del bonus non verranno scelti in base a fasce di reddito (ricchi o poveri saranno allo stesso livello ...) ma esclusivamente sulla logica del "più veloce", cioè i "primi" 100 richiedenti.

Tutti motivi che ci spingono a considerare questa iniziativa poco utile per stimolare una vera new age della mobilità cittadina e a ritenere che gli 8 mila euro di budget avrebbero potuto avere una diversa destinazione, se solo un progetto fosse stato discusso e concertato con i cittadini e le organizzazioni civiche, anche alla luce del fallimento della precedente sperimentazione di bike sharing che, forse, avrebbe dovuto essere di monito per stimolare un piano maggiormente strategico.

Per esempio si sarebbe potuto investire la somma per offrire un minimo compenso a giovani disoccupati (anche ad Asti non ne mancano ...) disponibili ogni mattina ad accompagnare a scuola - a piedi o in bicicletta - gli alunni delle primarie e medie, chiudendo nel contempo al traffico veicolare le aree limitrofe alle scuole e così "costringendo" i genitori a non poter scaricare i loro pargoli direttamente negli androni delle loro destinazioni. Un'iniziativa utile ad insegnare ai più giovani ad usare ed amare la mobilità dolce e ad invitare gli adulti a considerare alternative sostenibili (quando c'è un divieto, diventa tutto più "cogente" !).

Si sarebbe potuto coinvolgere la preziosa "Ciclofficina" comunale, operante da anni in città, ad assistere l'uso delle ritrovate due ruote insegnando l'arte (e forse anche lo Zen) della manutenzione, pratica utilissima anche per il futuro delle giovani generazioni.
E grazie al suo aiuto (e a quello degli stessi commercianti di biciclette della città) dimostrare che anche un velocipede usato, vecchio, un tantino arrugginito può tornare ad essere uno strumento perfetto per soddisfare un bisogno. Cioè spostarsi, che in definitiva è - dovrebbe essere - l'obiettivo corretto di un progetto pensato.

E, ancora, sviluppare tutti assieme un percorso di educazione all'uso legittimo della strada, al comportamento civile, al significato della segnaletica.

8.000 euro di investimento pubblico rappresentano una piccola cifra, ma un'iniziativa ben congegnata può contribuire ad un cambio di mentalità e favorire il cambiamento. L'elargizione di 80 euro sono solo un pallido suggerimento; buono per gli annunci, le foto di rito, lo spazio sui media e nulla più.

L'anno prossimo proviamo a pensarci ? ...

Ivan Illich diceva: «Ogni incremento di velocità dei veicoli a motore determina nuove esigenze di spazio e di tempo: l'uso della bicicletta ha, invece, in sè i propri limiti. Essa permette alla gente di creare un nuovo rapporto tra il proprio spazio e il proprio tempo, tra il proprio territorio e le pulsazioni del proprio essere, senza distruggere l'equilibrio ereditario. Che il traffico migliore sia quello più veloce lo si afferma, ma non lo si è mai dimostrato».

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