Era da tempo nell'aria, ora è una certezza: l'amministrazione provinciale di Asti conclude in anticipo la sua esperienza e domenica 13 novembre si tornerà alle urne per scegliere il nuovo consiglio, la nuova giunta e il nuovo presidente.
Che avranno problemi non indifferenti da risolvere ...
Il taglio dei trasferimenti statali alle province (a tutte le province italiane), infatti, ha ampliato le difficoltà di bilancio del nostro Ente locale e le casse languono, nonostante i 2 milioni di fondi regionali raccolti in questi mesi (cifra superiore di 800 milioni a quanto di spettanza per Asti).
Marco Gabusi (centro-destra, Sindaco di Canelli) - che dal marzo 2015 guida la Provincia come "facente funzioni di Presidente" dopo la decadenza del Presidente eletto Fabrizio Brignolo (centro-sinistra, Sindaco di Asti) a seguito del ricorso presentato dal Movimento Cinque Stelle per l’incompatibilità tra la carica di presidente della Provincia e quella di componente del consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Asti - ha concluso l'attività del Consiglio e annunciato le nuove elezioni, specificando che «Non significa che voglio abbandonare la nave che affonda, tutt’altro. Ma c’è bisogno di essere legittimati per poter governare».
L'atto è stato accompagnato dalla disponibilità a candidarsi alla nuova presidenza. Ma se la volta scorsa i partiti si erano accordati per costituire una sola lista unitaria comprendente soggetti di centro-destra e di centro-sinistra, questa volta la "partita" sembra molto più complessa.
Il PD ha già annunciato di non essere d'accordo sulla candidatura unica di Gabusi e i due schieramenti paiono, questa volta, intenzionati a concorrere con due liste contrapposte.
Ma all'orizzonte si preannuncia anche una terza forza: il nuovo gruppo consigliare di minoranza costituitosi nel Comune di Asti e composto da Elis Aceto, Anna Bosia e Massimo Scognamiglio, ha annunciato di voler presentare una propria lista.
Per poterla presentare, però, deve prima superare uno scoglio di legge: occorrono le sottoscrizioni di almeno 65 amministratori comunali, ovvero gli aventi diritto al voto.
Non saranno, infatti, i cittadini a scegliere il prossimo consiglio provinciale, ma solo, appunto, i Sindaci e i consiglieri di tutti i Comuni astigiani.
Riusciranno nel loro intento ?
Ci auguriamo di sì, perchè a questo punto, dati i pericoli finanziari in vista e le crescenti buche sulle strade astigiane (e molti altri servizi primari in rapido degrado ...), è bene - per la nostra democrazia - che gli amministratori e i "controllori" siano di varia estrazione e ricchi di competenze.
I cittadini stanno a guardare: per legge, non possono fare altro. Neppure scegliersi gli uomini e le donne migliori per questo difficile percorso ...