Le parole del Parroco scatenano il dibattito sul motocross



Nei giorni scorsi alla nostra redazione sono pervenuti diversi messaggi con argomentate reazioni all'intervento che don Beppe Bussolino, parroco dei Valenzani (frazione di Castagnole Monferrato), ha affidato alle colonne de La Stampa per sostenere le "bontà" della pista di motocross proposta da privati proprio in quella località e scagliare un piccolo anatema su quei «famosi movimenti ecologisti, ambientalisti, anticonvenzionali, politically correct, che non si sono mai interessati se ai Valenzani ci fossero o meno dei boschi, o se fossero popolati da animali peculiari o ecosistemi irripetibili, ma di certo non perdono l’occasione per sollevare vespai, soltanto perché qualcuno propone di farci qualcosa» ...

Avevamo intenzione di rispondere anche noi, punto su punto, alle strane esternazioni del parroco amante delle due ruote motorizzate, convinti che il suo ruolo sia innanzitutto quello di diffondere armonia e non zizzania (erba infestante purtroppo mai rara tra le nostre terre ...) e ricordargli che i "gerbidi" sono vicini alla sua casa ed è bizzarro supporre che la cura di un territorio spetti ad altri e non a chi ci dimora.

Avremmo anche voluto ribadire molto altro, ma le molteplici missive ricevute ci hanno fatto preferire far parlare i nostri lettori e questa settimana ospitiamo le riflessioni di Giuseppe Sammatrice, dei “Verdi Asti”, che scandagliano proprio un tema fortemente religioso. Ecco le sue parole:

Don Beppe dei Valenzani, forse non ha letto quello che il suo diretto superiore Papa Francesco ha comunicato a lui e al mondo intero con l’Enciclica “Laudato Si “del 24 maggio 2015 e l’ultimo messaggio del primo settembre 2016 con cui si proclama anche per i cattolici in questo giorno con cadenza annuale la “Giornata Mondiale per la cura del Creato” ...

Ricordiamo a Don Beppe dei Valenzani, alcuni passi che farebbe bene a leggere per intero, rispettando il pensiero del Santo Padre.

LETTERA ENCICLICA LAUDATO SI’ DEL SANTO PADRE FRANCESCO SULLA CURA DELLA CASA COMUNE

1. «
Laudato sì, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato sì, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».

2. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «
geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.”

Don Beppe, dice di essere di origine contadine, quindi si presume che abbia rispetto per la terra quindi amore per la natura.

Questa terra tanto preziosa per la vita, in grado di dare da mangiare a quei bambini che muoiono di fame e alle persone che non hanno lavoro, quella terra - caro Padre - non può essere data a delle persone che di sicuro non daranno del lavoro ai disoccupati e non sfameranno i bambini, anzi eroderanno suolo, elimineranno delle piante, movimenteranno della terra, scacceranno tutta quella vita del bosco molto preziosa per mantenere gli equilibri della natura.

Don Beppe, si preoccupi di convincere i suoi parrocchiani a fare delle belle passeggiate nei boschi ad ammirare il creato, tanto caro a lei come a noi ecologisti che spuntiamo di tanto in tanto come folletti del bosco, non per dare fastidio a lei, ma soltanto per fare quello che anche il Santo Padre vi chiede di predicare.

Lei Padre ha innescato senza volerlo, una serie di domande sul futuro del territorio.

Siamo disponibili a incontrare gli amministratori per discutere con loro di come poter sviluppare un’economia ecosostenibile nel Monferrato.

Una cosa mi preme dire sul ruolo didattico di questa pista di motocross. Lei sostiene che le persone che sfogando i propri istinti violenti in una pista di motocross non andranno a incrementare le stragi del sabato sera.
Da motociclista incallito quale lei si ritiene di essere stato, credo abbia appena fatto un “autogol”!!
Se questa è la sua teoria, allora per eliminare gli incidenti stradali basterebbe far salire queste persone bisognose di sfogare i propri istinti schizofrenici, su dei bolidi e farli sfrecciare a 200 Km/h in un autodromo!! Simpatica la teoria di Don Beppe, ma pur sempre una teoria!!

Ascolti cosa dice Papa Francesco a proposito delle biodiversità

III. PERDITA DI BIODIVERSITÀ

"
32. Anche le risorse della terra vengono depredate a causa di modi di intendere l’economia e l’attività commerciale e produttiva troppo legati al risultato immediato.
La perdita di foreste e boschi implica allo stesso tempo la perdita di specie che potrebbero costituire nel futuro risorse estremamente importanti, non solo per l’alimentazione, ma anche per la cura di malattie e per molteplici servizi.
Le diverse specie contengono geni che possono essere risorse-chiave per rispondere in futuro a qualche necessità umana o per risolvere qualche problema ambientale”.

"35. Quando si analizza l’impatto ambientale di qualche iniziativa economica, si è soliti considerare gli effetti sul suolo, sull’acqua e sull’aria, ma non sempre si include uno studio attento dell’impatto sulla biodiversità, come se la perdita di alcune specie o di gruppi animali o vegetali fosse qualcosa di poco rilevante.
Le strade, le nuove colture, le recinzioni, i bacini idrici e altre costruzioni, vanno prendendo possesso degli habitat e a volte li frammentano in modo tale che le popolazioni animali non possono più migrare né spostarsi liberamente, cosicché alcune specie vanno a rischio di estinzione”.

La prego vivamente di astenersi da commenti contro gli ambientalisti, le ricordo ancora un passaggio in cui il suo diretto superiore dice a proposito di San Francesco d’Assisi:

“10. Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida e come ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo di Roma. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. È il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con sé stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore”.
Papa Francesco

L’impatto ambientale che questa pista provocherà, avrà delle ripercussioni negative su tutta l’economia, non solo di Castagnole M.to ma dell’intero Monferrato, patrimonio universale dell’UNESCO.
Impensabile insediare ai confini di quest’area riconosciuta a livello mondiale, da tutelare e da preservare per le generazioni future, un qualcosa che si manifesta come antitesi della cultura Monferrina.

Sicuramente l’amministrazione ha commesso degli errori grossolani, sostenendo la Società Monferrato S.r.l. ad acquistare tutte quelle terre, (avete fatto i conti senza l’oste), o meglio di nascosto e in sordina avete spinto questa società a fare delle scelte scellerate.

Possiamo aiutare la società coinvolta, ad uscirne da questo impiccio? Direi di SI.

I cittadini ecologisti ambientalisti animalisti e preti (seguaci di Papa Francesco), potrebbero rilevare il bene della Monferrato S.r.l. creando un’oasi naturalistica protetta per il bene della natura e della vita che la circonda.

Giuseppe Sammatrice, “Verdi Asti”

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