Che il verde abbia effetti positivi sulla salute e sull’umore dell’uomo è un fatto ormai comprovato. Gli Stati Uniti hanno trascorso decenni nel condurre studi per capire quanto significativamente la natura riesca ad influenzare il corpo e la mente, tanto da aiutare nei processi di guarigione. I risultati? A dir poco sorprendenti: è stato accertato che, a parità di altri fattori, i pazienti che durante la loro degenza possono godere di una camera affacciata su un giardino o su un parco guariscono più in fretta, assumono una quantità inferiore di antidolorifici e presentano meno complicazioni rispetto a chi, invece, passa la sua convalescenza in una camera orientata verso un muro di mattoni ...
Un ulteriore supporto a questi dati arriva da un’indagine redatta dall’Università di Chicago, che rivela come le persone anziane residenti in quartieri con un’alta concentrazione di spazi verdi abbiano aspettative di vita sensibilmente migliori. Sembrerebbe poi che una passeggiata di un paio d’ore nel bosco riesca ad aumentare addirittura la quantità di globuli bianchi nel sangue, contribuendo all’efficienza del sistema immunitario.
Benefici fisici concreti dunque, che vanno a sommarsi a quelli già noti sulla capacità di ridurre lo stress e i sintomi di patologie ad esso correlate. Se, da un lato, la semplice “visione” di uno spazio naturale è in grado di offrire un contributo alla guarigione, dall’altro è possibile amplificarne gli effetti permettendo al paziente di interagire con il giardino, come luogo da vivere e da coltivare grazie alle attività ricreative nelle quali può essere coinvolto.
Da questo concetto di verde come strumento di cura nascono i giardini terapeutici, impiegati da tempo in molti Paesi e più recentemente giunti anche in Italia. Una definizione dipinge il giardino terapeutico come “uno spazio aperto appositamente progettato per incontrare i bisogni fisici, psicologici e sociali delle persone che ne usufruiscono, così come dei loro familiari, amici e del personale di assistenza“.
Le caratteristiche del giardino terapeutico
Questa innovativa tipologia di spazi verdi può essere adottata in diversi contesti, che non includono esclusivamente gli ospedali ma anche altre strutture sanitarie come cliniche, istituti di ricerca, case di cura e residenze. La progettazione è la fase fondamentale per la buona riuscita di questi spazi: il giardino nella sua interezza deve essere commisurato alle particolari necessità dei suoi utenti. La chiave da cui partire per progettare un giardino terapeutico è quindi la conoscenza delle patologie che affliggono i pazienti; esistono giardini terapeutici appositamente progettati per ospitare i malati di Alzheimer, così come per i malati di cancro, per i disabili o per la riabilitazione. Ciascuno di questi possiede caratteristiche studiate ad hoc, per risultare un ambiente positivo e curativo al tempo stesso: il contatto con la natura rende il paziente più ricettivo alle terapie mediche e migliora la sua condizione psicologica già provata dalla malattia.
Architettura e vegetazione del giardino
L’elemento principale su cui si basa un giardino terapeutico sono le piante: le specie vanno scelte appositamente in modo da ricreare un’atmosfera di quiete e armonia che stimola al tempo stesso le sensazioni e la creatività, anche attraverso attività dirette come il giardinaggio e l’orticoltura. Generalmente è bene prediligere piante comuni, già conosciute, che possano allenare la memoria del paziente; per lo stesso motivo si possono inserire aiuole interessanti dal punto di vista olfattivo (come le aromatiche o le specie dalla fioritura profumata) e tattile, che regalano sensazioni diverse grazie, ad esempio, alla trama del fogliame. E’ necessario però evitare piante che presentano spine o foglie pungenti, per ridurre al minimo il rischio che un paziente particolarmente fragile possa ferirsi. Ulteriore attenzione va rivolta agli abbinamenti tra i colori, focalizzandosi in questo caso sugli effetti psicologici che offre la cromoterapia: i colori caldi evocano sensazioni di vivacità, mentre quelli freddi invitano al relax e alla calma. La scelta varietale non si limita alle sole specie ornamentali, ma può includere anche specie orticole e fruttifere.
Anche il design del giardino e gli elementi artificiali vanno studiati con cura per rispondere a differenti esigenze: ad esempio, nel caso di malati affetti da Alzheimer o demenza senile, è bene sviluppare percorsi circolari che non impongono la scelta di una direzione ma consentono di visitare il giardino nella sua interezza. Sedute collocate in luoghi riparati ed avvolti dalla vegetazione possono costituire un luogo che invita al riposo ed alla meditazione.
Possono essere utilizzati materiali differenti (erba, roccia, ghiaia e sabbia) per enfatizzare la diversità di sensazioni che il giardino evoca mentre viene visitato, così come fontane e piccoli corsi d’acqua con cui è possibile rinfrescarsi. Strutture appositamente studiate per l’attività ludica possono poi essere integrate al giardino, soprattutto nei casi in cui ci si rivolga ad un’utenza composta da bambini o da persone in fase riabilitativa.
L’ascolto di suoni naturali, dallo scorrere dell’acqua al cinguettio degli uccelli, ha ripercussioni positive su stati d’ansia, depressione e stress, e costituisce quindi un’altra importante realtà sensoriale da ritrovare nel giardino terapeutico.
Riassumendo, le caratteristiche di questi spazi sono numerose e devono essere previste in base al target di utenti che ne usufruiranno. E’ bene comunque creare un ambiente il più possibile naturale e separato dalla realtà circostante, per permettere di immergersi in un giardino rigenerante ed equilibrato che consente di distaccarsi dalla condizione psicologicamente impegnativa che il paziente si ritrova a dover affrontare ogni giorno.
Il giardino terapeutico nel progetto di Renzo Piano
La grande importanza di questi spazi è stata colta da una delle massime autorità nel campo dell’architettura: Renzo Piano ha infatti redatto un masterplan per la realizzazione della “Città della Salute”, complesso ospedaliero che sorgerà a Sesto San Giovanni (MI) e che prevede sia l’inserimento di verde tecnologico per la mitigazione ambientale e l’isolamento delle strutture, sia grandi zone adibite a orti e frutteti in cui i pazienti saranno coinvolti direttamente. E, come suggerito dagli studi americani citati in precedenza, le stanze dell’ospedale si affacceranno sull’ampio giardino che circonda il complesso sanitario, per trarne il massimo vantaggio terapeutico.
Tratto da: http://ecoprospettive.com/il-verde-che-guarisce-il-ruolo-dei-giardini-terapeutici/