di Giancarlo Trafano.
Ad Asti, nell’area tra l’edificio del Michelerio ed il muretto delimitante piazza Cairoli, qualche tempo fa’ erano cresciuti spontaneamente (penso) due pioppi - di una specie che esperti mi avevano affermato essere piuttosto rara - che avevano ormai raggiunto un’altezza di oltre 15 metri. Poichè uno dei due pioppi era stato attaccato dall’edera che, con i "fittoni" nella corteccia del tronco ne succhiava la linfa e rischiava di provocarne la morte, ho provveduto a segnalare insistentemente la situazione alla proprietà, ai vigili urbani ed agli uffici comunali preposti ...
Dopo qualche tempo, con mia grande soddisfazione, l’edera è stata rimossa (forse con l’impiego di diserbanti chimici). Purtroppo, in seguito, è stato abbattuto anche il pioppo interessato dall’operazione, forse anche a causa dell’utilizzo del diserbante.
Sono piuttosto anziano ed esco ormai di rado, specie nei mesi invernali, ma l’altro giorno, dovendo effettuare un pagamento in banca, sono passato davanti al Michelerio ed ho scoperto che anche il secondo pioppo è stato abbattuto.
A questo punto mi sorge un dubbio, anzi due:
1) ho sbagliato tutto nell’effettuare la segnalazione e forse sarebbe stato meglio "se mi fossi stato zitto" ?
2) vale la pena fare la festa degli alberi con le scolaresche, piantando alberi novelli, se poi si abbattono quelli già cresciuti ?
Abbiamo indagato e scoperto che l'area e tutto l'edificio è di proprietà ATC e non del Comune di Asti; in molti ricordano i due pioppi che protendevano verso piazza Cairoli con alcuni rami secchi che avrebbero dovuto essere eliminati e hanno successivamente notato che gli alberi sono proprio spariti.
In questo caso, dunque, il Comune di Asti non pare avere colpe dirette, anche se occorre ricordarci che non esiste ancora un regolamento comunale che normi gli abbattimenti privati (i tecnici comunali e gli agronomi ne stanno predisponendo una bozza normativa).
Non è sfuggito a molti, inoltre, che l'area in questione faccia parte di quell'ala dell'edificio dove ha sede l'Ente Parchi astigiano: ironia della sorte ?
La Redazione