Resoconto di una purtroppo ordinaria esperienza ferroviaria quotidiana, di Paolo Nicolò Romano, cittadino astigiano e parlamentare in carica.
Oggi è giorno di ri-partenza per Roma. Mi accompagna Cristina, la mia ragazza. Il mezzo prescelto è il treno. Quindi nell'Italia sburocratizzata e digitalizzata niente di meglio che acquistare il biglietto per Cristina andando sul sito di TrenItalia. Il sito è momentaneamente "indisposto". Va be' ... Può capitare .. Siamo comprensivi. Il biglietto si farà direttamente in stazione col vecchio metodo. Arriviamo alla stazione di Asti con 20 minuti di anticipo sull'orario di partenza e ci rechiamo fiduciosi e diligenti allo sportello ...
L'operatore lotta con la tecnologia per 19 minuti tanto che debbo avvertirlo che il nostro treno sta per partire. Lui si arrende e in fretta e furia ci restituisce le varie carte e i documenti. Senza biglietto corriamo a rotta di collo verso il treno e lo acchiappiamo appena in tempo. Dal treno telefono immediatamente all'agenzia viaggi della Camera dei Deputati per fare 'sti benedetti biglietti almeno da lì. E ci riesco, infine, ma solo parzialmente: solo per il Frecciarossa che parte da Torino, non per il locale Asti-Torino che evidentemente non piace al sito-viaggi della Camera.
A questo punto, dopo tre tentativi falliti con tre metodi diversi per fare un biglietto di treno locale, ancora in affanno per la corsa ci apprestiamo ad accogliere la visita del controllore. Almeno a lui pagare il biglietto sarà cosa facile. Un biglietto che costa poco più di 5 euro. E il comprensivo controllore ci commina una multa di 50 euro perchè, a suo inappellabile giudizio, abbiamo provato a fare i furbi.
E questo è il risultato finale di una vicenda fantozziana.
La prossima volta mi inginocchierò direttamente davanti alla stazione supplicando di pagare il biglietto.
A voi le considerazioni.