di Alessandro Mortarino e Marisa Pessione.
Che clima si respirerà nel nuovo "parlamento cittadino" appena formatosi ? Partendo da questa semplicissima domanda ci siamo armati di buoni propositi e abbiamo seguito i lavori dei consigli comunali di martedì 19 e mercoledì 20 giugno. La nostra non vuole essere una completa cronaca del dibattito che si è appena aperto, ma una carrellata di immagini e sensazioni che, da cittadini "qualunque", abbiamo registrato. Dunque faremo prevalere, in questa nostra estrema sintesi, le emozioni e le concretezze percepite. Diciamo le emozioni, perchè le concretezze al momento non le abbiamo ancora incontrate ...
I volti dei nuovi consiglieri.
Abbronzati, accaldati, un po' spaesati (i neofiti), annoiati (i già esperti) con qualche punta di emozione che trapelava qua e là. Segni di umanità, gocce di speranza.
L'ex Sindaco Galvagno.
Non pervenuto. Lo si è visto arrivare (abbronzatissimo, sorridente, giovanile più che mai in t-shirt e giacca da mare) soltanto attorno alle ore 20 (abbondanti; con consiglio comunale convocato per le ore 18) della seconda seduta. Con libro sotto braccio. Mezz'ora dopo era già altrove (non prima di essersi esibito in un breve show per difendere la trasparenza e la sobria gestione finanziaria della sua precedente amministrazione). Se vinci fai il Sindaco, se perdi lascia lavorare gli altri e sappi che nella vita ci sono altre soddisfazioni: potrebbe essere il suo attuale motto ?
Il neo Sindaco Brignolo.
Ma quante giacche ha ? Ne avrà una non blu ? Magari un po' stropicciata ? E d'inverno ha mai indossato un pigiama per accomodarsi nel suo letto ?
Il neo Vice Sindaco Arri.
L'età più o meno corrisponde. Avvocato. Occhiali. Mai stropicciato. Ma è il gemello del Sindaco ! (Signore, fai che Davide Arri non si compri uno stock di giacche blu, altrimenti non riusciremo più a distinguerli).
Il neo Presidente del Consiglio Ferlisi.
Come assessore nella Giunta Voglino non aveva avuto grandi successi. Chi l'avrebbe detto che la Maria avrebbe saputo tener testa a tutti quegli uomini scalmanati ? E' la vera sorpresa - in positivo - di questa nuova amministrazione.
Donne.
Solo quattro consigliere su trentadue. Di cui due (Cotto e Bosia) che non perdono l'occasione per punzecchiarsi. Ad iniziare è stata la Mariangela, che voleva trovare il vulnus per lasciare a casa la Anna (o fuori dal Consiglio o fuori da Gaia). A Corleone la chiamerebbero "una sventagliata di mitra", senza tracce del mandante.
I neo assessori tecnici.
Piero Vercelli sempre presente e fisso al suo posto, in ascolto. Ma Mercoledì 20 due di loro (Maria Bagnadentro e Santo Cannella) erano già assenti. Come se non fosse di loro interesse assistere al dibattito. Assessori tecnici di una Giunta tecnica che tecnicamente intende ignorare i contenuti di un dibattito politico ? Forse che la vera politica dimora in altro luogo ?
Il crocifisso.
C'era, in alto. Piccolo ma presente. Nessun volto extracomunitario tra la folla. Per fortuna.
Le luci.
Tante. Troppe ?
L'aria condizionata.
Impercettibile il primo giorno (spenta ?). Tanta il secondo giorno. Troppa ?
L'acqua minerale.
In bottiglie di vetro (meno male) da un litro. A fine sedute quasi tutte non finite, piccoli sprechi che nessuno nota e ha notato. Una volta non c'erano le caraffe ricolme di ottima acqua del rubinetto (quell'acqua pubblica - o acqua del Sindaco - che forse si vuole scordare perchè ora "privato è tanto bello") ?
Le prime interpellanze.
Quelle del consigliere Pensabene; ottimi temi proposti giusto per non dimenticare le priorità che su Asti (e l'intero mondo occidentale) incombono.
Le risposte alle prime interpellanze.
Sindaco e Assessori competenti dichiarano l'attenzione della Giunta agli argomenti proposti. I rimedi e le azioni ? Impossibile indicarli "ci siamo appena insediati, occorre valutare, verificare dati, fotografare la situazione". Pare quasi che un programma elettorale non sia mai stato presentato da chi si candidava a guidare la città: prudenza estrema o clamorosa verità ?
Le prime mozioni.
Cinque, presentate dai due consiglieri del Movimento 5 Stelle. Molto interessanti, ma al momento impossibili da discutere perchè tutto il dibattito si è concentrato sulla modifica dello statuto comunale per allargare a nove gli assessori della nuova Giunta. Martedì e Mercoledì si è discusso solo di questo: il tema politico più importante, essenziale, urgente. Circa sette ore di eloqui assortiti. Ah, la politica !
Otto assessori, anzi nove; meglio: sette più due.
Se ne sono sentite di tutti i tipi, ma alla fine non si è deciso ancora nulla; fumata nera alla prima votazione, bis alla prossima occasione (a brevissimo). Per ora la proposta è una modifica sibillina: "Uniti per Asti" (che sta in maggioranza ma non si ritiene più maggioranza rappresentata, dopo l'esclusione di un suo candidato dalla nuova compagine di assessori e l'ingresso di Maria Bagnadentro frutto di una unilaterale decisione di forza del Sindaco) propone di offrire i suoi due voti alla modifica statutaria solo a patto che il tetto massimo di assessori sia indicato in sette, con la facoltà eccezionale per il Sindaco di indicarne fino a nove ma garantendo che gli "stipendi" dei nove siano pari a quelli di sette (un po' come al supermercato: paghi sette ma compri nove e in più ti danno i bollini per la raccolta-punti, che potrebbe farti vincere un pirex, un bond comunale o magari una borsa frigo).
Tutti - in particolare l'opposizione - capiscono che per Anna Bosia è un modo gentile per dire "sto con te, Brignolo, ancora questa volta; ma alla prossima non contare sui nostri due voti".
E lo commentano tutti apertamente.
La giacca blu di Brignolo non si sgualcisce e si vota, ma occorre la maggioranza qualificata (due terzi dei votanti) e la prima fumata è nera. La seconda avverrà prossimamente e sarà ancora nera (i quattro candidati assessori non possono partecipare al voto). Nel frattempo un po' di fumo nero usciva dalle orecchie di alcuni esponenti di "Uniti per Asti" non molto convinti a lanciare una ennesima ciambella di salvataggio alla maggioranza: Anna Bosia dovrà sudare sette camicie per far comprendere loro la sottile strategia adottata.
La terza votazione potrà avere una maggioranza semplice e dunque Brignolo avrà i suoi nove assessori. Al prezzo di sette. Piero Vercelli non ha battuto ciglio ma si sa che ha già rassegnato le dimissioni dagli incarichi nelle sue cooperative sociali: sarà il primo caso di assessore seguito e aiutato economicamente dai servizi sociali ? Tempi duri per gli assessori ...
E perchè non sei ?
Cinque, quattro, tre, due, uno. Chi offre di più ? La frase più maligna arriva dai banchi dell'opposizione (prima, durante o dopo le dieci proposte di emendamento alla proposta di modifica dello Statuto ?): "comprendiamo che il neo Sindaco ha un debito elettorale da pagare e sappiamo anche che l'avvocato Brignolo da tempo segue gli affari legali di un noto costruttore astigiano ...". La giacca blu non si sgualcisce, il Sindaco riesce a non muovere neppure un capello.
Assessorati necessari.
Di questo non si è parlato. Incredibile: si è discusso dell'opportunità numerica ma nessuno si è peritato di discutere l'essenzialità dei dicasteri dei nove pretendenti assessori. Ad esempio, qualcuno avrebbe forse potuto domandare se davvero la delega assessorile alla viabilità (Sorba) risulti così indispensabile dato che esiste già una competenza per i lavori pubblici (Maria Bagnadentro).
Più in generale, Sorba dovrebbe essere l'assessore alle Frazioni, al Trasporto Pubblico, alla Viabilità e alla Sicurezza: davvero occorre un assessorato a sè stante ? E le deleghe di Andrea Cerrato (Agricoltura, Turismo e Sviluppo Economico) e Marta Parodi (allo Sport, alle Politiche Giovanili e del Lavoro e all'Istruzione) non starebbero bene accorpate in un unico assessorato ? Già, debiti elettorali ...
Assessorati utili.
In città importanti come Napoli, ma anche in Comuni molto più piccoli (ad esempio il bellunese Feltre, 21 mila abitanti circa) è stato istituito un Assessorato ai Beni Comuni. Chissà se un'idea così affatto bislacca è mai stata ipotizzata nelle stanze della politica astigiana.
Lo Statuto da cambiare. Ma solo in un punto.
Quello relativo al numero degli assessori, già detto. Ma dall'opposizione si grida: "ma come, non si era detto che occorreva dare rappresentanza anche alle frazioni ora che le circoscrizioni non ci sono più ? E perchè non approfittarne per modificare lo Statuto in un colpo solo ?".
Possiamo forse dare loro torto ? ...
Che fretta c'era.
La querelle sulla modifica dello statuto e sul numero degli assessori poteva esser procrastinato anche per un secondo motivo, puntualmente evidenziato dalle minoranze: è stato richiesto un parere giuridico per avere conferma del numero esatto di seggi spettanti alla coalizione vincitrice della disputa elettorale. Il centro-destra ritiene debbano essere 19 e non 20, bene sarebbe attendere il responso del Tar prima di ritoccare statuto e Giunta, dato che un voto in più o in meno può fare la differenza.
Possiamo forse dare loro torto ? ...
Ma quante parole.
Tutti intervengono (o forse pare sia così, in realtà sono sempre gli stessi che intervengono più volte: Coppo, i due Imerito, Cotto, Pensabene, Bosia, Voglino, Bagnadentro. Gli altri ascoltano e verranno appellati come "i Silenti") e pare di essere a teatro. Tra Beckett e Pinter (l'Assurdo). Solo Giargia (Movimento 5 Stelle) pare caricato a molla: chiede la parola e in trenta secondi conclude con chiarezza estrema. Se tutti facessero così l'ordine del giorno sarebbe ben diverso. Ma certo un po' di analisi non la vogliamo azzerare e il confronto va fatto sui concetti. Ma senza esagerare. Eddai ...
Il numero legale.
Due volte accade che Coppo (minoranza) gridi "non avete il numero legale, contiamoci". Tra il pubblico mancano i bambini, ma i più giovani tra i presenti iniziano a giocare a nascondino vedendo Coppo che supera agile la balaustra che divide i consiglieri e i cittadini "normali" (ma chi è il "normale" ?). Tutte le minoranze lo seguono: allora non è nascondino ma guardie e ladri o forse "ce l'hai" ... Sorrisi e pacche sulle spalle "li abbiamo fregati". Poi il conto: "la maggioranza ha il numero legale". Colpa di Pensabene, che è minoranza ma a cui il gioco non piace e non ci gioca. Chi frega viene fregato. Che pena per la Democrazia ...
Gambe gonfie e indisposizioni.
Assemblee che durano ore filate, per giorni consecutivi: poveri consiglieri comunali, vessati e torturati. La Cotto, poi, con le scarpe col tacchetto a punta e allacciate sul dorso del piede chissà quanto deve avere sofferto. Ad un certo punto Zangirolami (che pure ha fisico prestante) non ha retto allo sforzo, ha accusato un lieve malore ed è corso a casa a sdraiarsi. E anche il pubblico non pare essersi divertito: a quando un consiglio comunale un po' più educativo ? Prima c'è la modifica statutaria da approvare. Poi il bilancio. Poi. Sono già finiti i cinque anni di mandato ? Oops ... non c'è stato tempo per occuparsi dei cittadini.