A cura di Libera Asti.
Con un ricco appuntamento sul tema delle ecomafie e dei crimini di impresa mercoledì 20 novembre si è concluso il percorso formativo per docenti aperto alla cittadinanza ”Dalla parte della Costituzione”, organizzato dal Coordinamento di Libera Asti. Nella prestigiosa sede della Fondazione Goria che ha ospitato l’intero percorso formativo, l’incontro si è aperto con una interessante introduzione della giornalista Elena Ciccarello, direttrice della testata giornalistica La via Libera che ha curato anche la moderazione dell’incontro.
Elena Ciccarello ha evidenziato che i reati ambientali rientrano spesso nella categoria del crimine dei potenti che è proprio lo spazio in cui impresa e criminalità organizzata si incontrano. Inoltre le vittime dei reati si rendono conto solo dopo molto tempo del danno subito (es: eternit, terra dei fuochi)...
Il fatto che in Italia la percentuale di detenuti a causa di reati ambientali è dello 0,9% contro il 4,3% della media europea testimonia quanto approfondire il tema delle Ecomafie sia fondamentale.
Il Professor Vittorio Martone, docente di Sociologia dell’ambiente e del territorio presso il dipartimento Culture, politica e società dell’Università di Torino ha poi approfondito il ragionamento legato alle ecomafie evocando casi concreti molto vicini al nostro territorio.
Nello specifico risulta emblematico il percorso dell’Eternit di Casale Monferrato, in cui le vittime di crimini ambientali operati da organizzazioni criminali sono state considerate meritevoli di risarcimento dopo un cammino di decenni.
I reati ambientali sono tristemente diffusi nel nostro Paese: si calcolano 97 reati al giorno 4 ogni ora individuati, senza contare ovviamente quelli non individuati. Nel 2022-2023 si è riscontrato un aumento del 15% dei reati ambientali e questo testimonia anche un aumento del presidio delle forze dell'ordine e dell’efficacia delle indagini su questo tipo di reato.In particolare Vittorio Martone ha sottolineato l'aumento di reati del ciclo del cemento nell'anno 2022 ovviamente correlabili al piano di edilizia del 110%
Martone distingue tra tre tipologie di traffici: innanzitutto quelli completamente illegali come il contrabbando, il traffico di rifiuti: queste sono pratiche totalmente illegali e sono contraddistinte da violenza e da intimidazione e sono agite direttamente dalle forze criminali organizzate.
Ci sono poi reati formalmente legali che si esplicitano in contesti privati e riguardano attività illegali come agromafie, caporalato, le grandi costruzioni e i traffici sulle energie rinnovabili. Questi reati vengono agiti in un alveo di legalità ed è proprio nell'informalità di alcuni contesti produttivi che permette che vengano commessi reati come il traffico dei rifiuti industriali che ha dimensioni grandissime.Si è stimato che in Italia ci siano 176 milioni di tonnellate di rifiuti industriali all'anno che sono oggetto appunto di trattamento che nelle sue modalità e procedure è illegale.
Infine Martone evidenzia l’esistenza crescente di reati ambientali legati a contesti formalmente legali e pubblici, ad esempio i rifiuti urbani o quanto attiene ai parchi, al demanio balneare o alle aree boschive. In questo tipo di reati la corruzione dei pubblici ufficiali permette che attori di questi crimini giungano direttamente a toccare i contesti della governance dei territori.
Martone conclude che, in ambito di ecomafie e reati ambientali, ci si muove in un contesto di scarsa consapevolezza delle persone su questi crimini, perché non sono crimini violenti e quindi non destano scalpore e non fanno notizia. Inoltre chi subisce danni legati a crimini ambientali fatica molto a trovare giustizia, come ci insegnano le mamme antipfas del Veneto e le vittime dell'Eternit di Casale Monferrato.
Elisa Sermarini, formatrice della Rete dei Numeri Pari, di GEA e di Libera, nel suo intervento sottolinea che serve un punto di vista sistemico rispetto alla realtà della tutela dell’ ambiente: bisogna avere consapevolezza della realtà e competenze specifiche sul tema. Per cambiare la situazione occorre essere informati e formati su questi temi e soprattutto lasciare aperta un'ottica di speranza per un cambiamento possibile. Se non riusciamo a dare un senso di speranza al futuro del pianeta e comunicarlo nel nostro impegno civile, non potremo mai affrontare il tema del contrasto alle ecomafie in termini di ecologia integrale.
Non basta parlare di sviluppo sostenibile, ha continuato Sermarini, bisogna fare un salto in avanti verso un’ottica di ri-generazione: in natura non esiste il concetto di scarto, tutto serve, tutto viene riutilizzato e dobbiamo fare nostra una prospettiva di interdipendenza tra l’uomo e la natura. Questo modello di sviluppo che punta alla crescita continua è inadeguato e genera pesanti diseguaglianze ed in questo contesto aumentano la forza delle mafie e della criminalità organizzata.
A chiudere l'incontro di formazione l’ intervento del Comandante Stefano Gerbaldo del Carabinieri Forestali del comando di Asti e Alessandria che ha sottolineato il lavoro multidisciplinare che i Carabinieri Forestali compiono con l'obiettivo di dare sicurezza ambientale, in particolare nel territorio astigiano e alessandrino.
Gerbaldo sottolinea la necessità di una collaborazione sempre più sistemica delle Forze dell’Ordine con la scuola con il mondo dell'educazione perché la sensibilità per l'ambiente va educata in modo collettivo.I Carabinieri Forestali sono, per quanto possibile, disponibili a interagire e a dare il proprio contributo.
Come Coordinamento Provinciale di Libera vogliamo ringraziare i docenti, i cittadini e le Istituzioni per la loro attenta partecipazione al corso. Riteniamo che sia stata molto positiva la collaborazione con la testata giornalistica La via Libera che ha dato al percorso formativo un taglio di grande attualità e di attivazione responsabile della cittadinanza nella prevenzione e nel monitoraggio civico.
La scuola, il territorio, le famiglie e le istituzioni devono continuare a lavorare costruendo cultura e consapevolezza di legalità e la Costituzione in questa nostra esperienza formativa si è rivelata come sempre un faro importante per capire la direzione da seguire come società civile educante.