La Campagna nonviolenta per dire No alla mobilitazione militare.
La guerra, già in atto, è tra noi e siamo tutti coinvolti.
“Diciamo no alla chiamata alle armi, alla mobilitazione militare, all’ipotesi di ritorno della leva obbligatoria. Ci dichiariamo da subito obiettori di coscienza”: è questo il messaggio che il Movimento Nonviolento lancia con la Campagna di Obiezione alla guerra...
Da oggi (15 aprile) viene diffuso il testo di una Dichiarazione di Obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione, che tutti, giovani o adulti, uomini o donne, possono sottoscrivere ed inviare al Presidente della Repubblica (che è anche Capo delle Forze Armate), al Presidente del Consiglio, al Ministro della Difesa, al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito italiano. È un atto formale con il quale i sottoscrittori chiedono che il loro nome venga inserito in un Albo dove siano elencati tutti gli uomini e tutte le donne che obiettano alla guerra e alla sua preparazione. In pratica si chiede di formalizzare, presso gli organi competenti, l’elenco di coloro che fin da ora, e in futuro, non sono in alcun modo disponibili all’uso delle armi.
La Dichiarazione chiarisce che chi firma ripudia la guerra e vuole ottemperare al dovere di difesa della Patria con le forme di difesa civile e non militare già riconosciute dal nostro ordinamento, in linea con la Costituzione italiana (articoli 11 e 52). Inoltre chi aderisce a questa forma di obiezione di coscienza dichiara che non vuole sottrarsi al dovere di proteggere la comunità ma che è possibile farlo attraverso i metodi della nonviolenza organizzata, e quindi sollecita il Parlamento all’approvazione di una Legge per l’istituzione della Difesa civile non armata e nonviolenta.
La Campagna di Obiezione alla guerra è attiva dal 2022, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, per solidarietà agli obiettori di coscienza e disertori russi, bielorussi e ucraini che rifiutano di partecipare a quella guerra, e recentemente si è allargata al sostegno ai giovani israeliani e palestinesi che non vogliono arrendersi alla logica del conflitto armato, dell’odio, della violenza.
La Campagna del Movimento Nonviolento ora chiede al Governo italiano di rispettare la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che enuncia il diritto all’obiezione di coscienza e di garantire accoglienza, asilo e protezione a quei giovani di Russia, Bielorussia e Ucraina che rifiutano di prendere le armi e fuggono, o che da Iran, Israele, Cisgiordania, Palestina vogliano trovare accoglienza in Europa perché rifiutano la guerra in corso (come stabilì il Parlamento italiano nel 1992 per gli obiettori e i disertori delle Repubbliche della ex-Jugoslavia).
La Dichiarazione di Obiezione di coscienza è disponibile sul sito del Movimento Nonviolento qui: https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra-2/ e può essere compilata direttamente dal format o scaricata e stampata su carta, e inviata personalmente ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio, al Ministero della Difesa e allo Stato Maggiore dell’Esercito. Le sottoscrizioni raccolte, segnalate e comunicate al Movimento Nonviolento, verranno successivamente consegnate collettivamente al Quirinale e a Palazzo Chigi, con una manifestazione pubblica della Campagna di Obiezione alla guerra.
Droni, bombe e missili solcano i cieli di Israele, di Gaza, di Ucraina, e le acque del Mar Rosso, del Mar Nero, del Mediterraneo, e accendono fuochi di odio in Medio Oriente e in Europa. La nostra risposta immediata, di cittadini responsabili, è la fermezza del nostro no alla guerra, è la nostra obiezione di coscienza.
Ecco il testo della Dichiarazione di Obiezione di Coscienza alla guerra e alla sua preparazione (sottoscrivibile qui: https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra-2/)
– Al Presidente della Repubblica, capo delle Forze Armate
– Al Presidente del Consiglio e al Ministro della Difesa
– Al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano
Io (nome e cognome, luogo e data di nascita, residenza, via, numero civico, cap, città, provincia)
Sono consapevole che i luoghi che abitiamo, le comunità di cui facciamo parte, le risorse che servono alla nostra sopravvivenza sono già colpite dalle conseguenze delle guerre in atto e potranno un giorno subire ulteriori minacce. Tuttavia so che violenza chiama violenza, sangue chiama sangue: uccidere per salvare è una contraddizione che porta solo nuove guerre.
La via della pace si costruisce con metodi pacifici.
Poiché la leva obbligatoria nel nostro Paese è sospesa, e tale sospensione resta a discrezione del potere esecutivo di Governo,
dichiaro fin da questo momento, con atto formale, la mia obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione. Non sono disponibile in alcun modo a nessuna “chiamata alle armi”.
Non mi sottraggo al dovere di proteggere la mia comunità ma credo, come l’esperienza storica dimostra, che sia possibile difendere la vita senz’armi, attraverso i metodi della nonviolenza organizzata.
Con la Costituzione italiana (articoli 11 e 52) ripudio la guerra e voglio ottemperare al dovere di difesa della Patria con le forme di difesa civile e non militare già riconosciute dal nostro ordinamento.
Obietto contro tutte le guerre e la loro preparazione, in qualunque modo si voglia chiamare l’uso di armamenti nelle controversie internazionali.
Sollecito il Parlamento all’approvazione di una Legge per l’istituzione della Difesa civile non armata e nonviolenta.
Sono concretamente solidale con gli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori, russi, bielorussi, ucraini, israeliani e palestinesi, e con chiunque, giovane o adulto, rifiuti di partecipare alle guerre in corso.
Chiedo al Governo italiano di attuare la Costituzione Italiana, che all’art. 10 riconosce il diritto d’asilo a quanti siano privati, nel loro Paese, dall’esercizio effettivo delle libertà democratiche a noi riconosciute, e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che all’art. 10 c. 2 enuncia il diritto all’obiezione di coscienza. Lo invito pertanto a garantire accoglienza, asilo e protezione a quei giovani di Russia, Bielorussia e Ucraina che rifiutano di prendere le armi e fuggono, o che da Israele, Cisgiordania, Palestina vogliano trovare accoglienza in Europa perché rifiutano la guerra in corso (come stabilì il Parlamento italiano nel 1992 per gli obiettori e i disertori delle Repubbliche della ex-Jugoslavia, con la Legge 390/1992 articolo 2, comma 2 bis).
Sottoscrivo e invio questa Dichiarazione, consapevole che la pace si costruisce con atti di pace.
Chiedo che il mio nome sia inserito in un Albo dove siano elencati tutti gli uomini e tutte le donne che, come me, obiettano alla guerra e alla sua preparazione.