di Alessandro Mortarino.
Da diverse settimane c'è un quesito che continua a sollecitare le mie riflessioni intime: «ma il Dio degli Ebrei non è colui che sollecita a porgere l'altra guancia?». Fatico a darmi una risposta e perdurando il mio malessere (perchè quando ti fai una domanda e non ti sai rispondere c'è una soglia sensibile che ti fa soffrire) ho provato a confrontarmi con un amico teologo che mi ha risposto in questo modo: «Sì, è così. Però nel libro del Levitico (cap. 24) compare l’espressione “occhio per occhio, dente per dente” e questa frase - apparentemente molto chiara e opposta a quella del tuo quesito - è stata e continua ad essere fonte di contraddizioni e causa di innumerevoli guai»...
Parrebbe, dunque, che vi sia stato un Dio dell’Antico Testamento molto severo e addirittura spietato, mentre il Dio che Gesù ci presenta nei Vangeli è un Dio d’amore. In realtà l'amico teologo mi suggerisce che l'espressione “occhio per occhio” non intendesse sostenere il diritto di vendicarsi, ma semplicemente di ricondurre la vendetta nei limiti "valoriali" del torto subito, non un grammo di punizione in più.
Infatti, dall'alto del monte, Gesù pronunciò la frase «Voi avete udito che fu detto "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra» (Mt 5:38-39).
La legge è di Dio, sovrano Creatore e sostenitore dell'universo.
Gesù è il figlio di Dio, il predicatore, colui che rende chiara la legge di Dio. E che dice: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge... io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento» (Mt 5:17).
Oggi, ancora una volta, sappiamo che la parola - per quanto forte, chiara, perentoria - non è sufficiente. Neppure per i Credenti.