di Romano Terzano.
Sono in arrivo a Canelli dieci ragazzi profughi, che fuggono dalla loro terra portandosi nel cuore chissà quali per noi inimmaginabili orrori. I Padri Giuseppini li accoglieranno nei loro locali di via Cassinasco, la cooperativa «Crescereinsieme» con i suoi operatori specializzati e sensibili li custodirà 24 ore su 24, darà loro una formazione scolastica e professionale in collaborazione con le agenzie formative della zona. Le associazioni di volontariato che operano nel campo sportivo li inviteranno a disputare partite con i loro soci. Noi cittadini cosa potremmo fare ? ...
Non sarà il caso certamente da parte nostra di introdurci nel progetto, magari animati da tanta buona volontà e mossi da nobili e umani sentimenti. Lasciamo agli operatori specializzati la gestione della giornata dei ragazzi.
Un contributo essenziale però potremmo darlo.
Quando li vedremo per le vie cittadine diretti al centro di formazione o a fare una partita, volgiamo loro lo sguardo amico, con un bel sorriso sulle labbra, tendiamo loro la mano, presentiamoci a loro col nostro nome, chiediamo il loro. Anche di ciò, questi nostri concittadini del mondo hanno bisogno.
Capiranno che siamo dalla loro parte, che non siamo loro ostili, che partecipiamo al dolore che hanno provato con il distacco dalla loro terra, dai loro profondi affetti famigliari, che tutti gli uomini hanno.