di Giampiero Monaca.
In queste ore di attesa del nuovo attacco di terra su Gaza, del nuovo "armageddon" Israeliano, sono sempre più convinto che per il Potere (Capi di Stato, comandanti in capo, alti dirigenti ...) le vittime siano semplici statistiche (e non potrebbe che essere così, altrimenti non potrebbero fare il loro cupo mestiere). Il chirurgo che amputa, deve essere cinico ... e il più delle volte salva il malato, anche se nell'arto amputato ci sono miliardi di cellule che verranno sacrificate ...
Ma per lui si tratta di scegliere tra cellule, la cui coscienza e percezione si dà per assunto essere molto limitata, ed un organismo complesso e senziente.
Ma il Capo di Stato, il generale che ordina l'attacco, consapevole che il 5% delle sue truppe cadrà (persone, figli, padri che non torneranno a casa), che ci potranno essere il 10% di vittime civili di cui l'8% bambini ... che razza di mestiere fa ?
E come riesce a farlo ?
Parlo di generali e di capi di qualsiasi schieramento, includo chiunque eserciti una propria posizione di potere, penso anche ai grandi banchieri che con le scelte dei loro consigli di amministrazione orientano l'economia, determinando direttamente i grandi spostamenti di denaro e quindi accentuando crisi economiche, energetiche ed alimentari qua e là ... sapendo che da una loro decisione dipenderanno le vite e le morti di pochi, molti, sempre troppi individui inconsapevoli (come le cellule di un braccio malato ???)
E perchè no, anche per noi insegnanti ci può essere il rischio di accettare le amputazioni come necessarie.
Su 25 alunni, il 5 % può essere considerato sacrificabile? o forse il 2 % ? oppure il 10% ?
Chi non risponde come ci siamo prefissati, merita l'isolamento?
Oppure, forse è più indicato un approccio com-passionevole: "sentire l'altro".
Un umile avvicinamento alle persone, tra persone.
Noi, con il compito di promuovere l'apprendimento attivo, critico, autonomo.
A noi il compito di mettere in atto tutti gli strumenti per invogliare, incentivare, affascinare i nostri ragazzi ... seguendo trepidanti i loro successi e accogliendo benevoli gli insuccessi, per ripartire dai fallimenti per ri-cominciare da capo.
Son sempre più convinto, idealisticamente forse, che il libertarismo, il rifiuto di soggiacere a capi, di abdicare alla propria coscienza sia proprio l'unica strada per essere - appena appena - persone decenti su questa Terra.