di Gian Michele Accomasso.
Funivia del Mottarone, quattordici persone sono morte in seguito al distacco ed alla conseguente caduta di una cabina. Ci sono tre persone indagate quali responsabili della strage.
Uno, il preposto, ammette le sue responsabilità: l'impianto non funzionava bene, causava blocchi improvvisi delle cabine. Per evitarli ho inserito dei ceppi che impedivano il blocco, ma disattivavano anche l'impianto frenante della cabina. In caso di rottura della fune traente tutto sarebbe precipitato a terra: ma la fune pensavo che non si sarebbe mai spezzata!
Il gestore dell'impianto dice che la sicurezza dell'impianto non è di sua competenza, la gestiscono i tecnici. Insomma se ne lava le mani!...
Il responsabile tecnico dell'impianto, un esperto ingegnere consulente esterno, dice che era all'oscuro di tutto: non conosceva i problemi tecnici dell'impianto e si stupisce che la funivia funzionasse senza i dovuti sistemi di sicurezza.
Oltre a ciò non si sa neppure chi sia realmente il proprietario dell'impianto. Si, è di proprietà pubblica; ma è della Regione Piemonte o del Comune di Stresa? Nel marzo del 1997, con la Legge Regionale n. 15, il Consiglio Regionale stabilì che la proprietà dell'impianto passasse dalla Regione Piemonte al Comune di Stresa; la Giunta Regionale fu delegata a perfezionare le procedure necessarie al passaggio di proprietà. Ebbene sono passati più di 24 anni e le procedure non sono state ancora perfezionate!
Morale: quale immagine della funivia del Mottarone deriva dal pastrocchio che ho appena descritto? Un impianto abbandonato, di cui nessuno pensava di essere responsabile, in mano ad un povero capo squadra che faceva i salti mortali per far viaggiare le cabine tra sistemi frenanti difettosi e anomalie tecniche evidenti. Questi sarebbero gli impianti a fune più sicuri al mondo, che in questi giorni vengono sbandierati in televisione dagli esperti?
In conclusione appare evidente che vi siano alcune grosse lacune che sono comuni a molti settori della nostra vita quotidiana: la mancanza di un serio ed affidabile sistema di controllo e la totale assenza di una cultura della sicurezza dalla mente della maggioranza delle persone. Il capo squadra della funivia, con leggerezza, faceva funzionare l'impianto senza i necessari dispositivi di sicurezza perché era sicuro che nessun organo di controllo esterno avrebbe mai controllato seriamente l'impianto e anche perchè era sicuro che la fune traente non si sarebbe mai rotta e di conseguenza i sistemi di sicurezza fossero, in definitiva, inutili!
L'evidenza della cabina accartocciata a terra e dei corpi degli occupanti sparsi per il bosco l'hanno, infine, messo di fronte alla dura realtà.