di Laurana Lajolo.
La Stampa ha pubblicato una bella inchiesta di Riccardo Coletti sulla condizione di vita e di lavoro di stagionali bulgari e macedoni, denunciata anche dalla CGIL. Il giornalista non si è limitato a sentire voci, ma ha condiviso la vita con loro, ha visto dove e come dormono, ha registrato la loro esperienza. Qualcuno del moscato si è irritato perché gli articoli fanno fare brutta figura al comparto, ma Coletti è molto attento a spiegare l’entità del fenomeno. Se il giornalista fa il suo mestiere, le storie che scrive offrono conoscenza e possibilità di riflessione ...
Gli stagionali della vendemmia nel Canellese, come della frutta nel Cuneese, sono essenziali all’economia locale e quindi dovrebbero essere previsti per loro luoghi di soggiorno. I bulgari sono cittadini della Comunità europea e vengono a lavorare per un periodo limitato e poi tornano nel loro Paese. Alcuni proprietari provvedono all’ospitalità, ma credo che le istituzioni dovrebbero predisporre condizioni dignitose di accoglienza.
Si è parlato di caporalato, in realtà sono le cooperative, spesso gestite da stranieri, che provvedono all’ingaggio a prezzi inferiori rispetto al mercato.
Una volta si chiamava sfruttamento.
Quelle energie giovani sono utili alla nostra produzione, ci mancano giovani in agricoltura e quindi facciamo arrivare gli stranieri. Questo io ho capito dall’inchiesta giornalistica.