Sull'ultimo numero di “Culture” (n° 16, Aprile 2008) Laurana Lajolo ha selezionato una serie di interessanti contributi sulla situazione locale in rapporto allo sviluppo intelligente e sostenibile del nostro territorio, che meritano attente valutazioni. In particolare sono stato attratto dalle considerazioni del ricercatore Aldo Buzio, che prende in esame l'indice di creatività astigiano raffrontandolo a quello del resto d'Italia e da cui emerge un quadro (sconsolato e sconsolante) sul valore misurato di tre fattori tutt'altro che trascurabili della nostra modernità: Tolleranza, Tecnologia e Talento.
Nella classifica nazionale di questi tre indici, l'astigiano si piazza al 98° posto (su 103 province ...) nell'indice di Talento, all'83° posto in quello di Tecnologia e al 40° in quello di Tolleranza. Complessivamente, l'indice di Creatività ci posiziona al 75° posto ...
Diciamo subito che queste valutazioni si basano non su “supposizioni sensoriali” (individuali ed epidermiche) ma sulla metodica interpretazione dei “caratteri” di un territorio secondo uno strumento fondato, appunto, sulle tre T (Tecnologia, Talento e Tolleranza), sviluppato dall'economista americano Richard Florida e dal Creativity Group Europe.
Florida ha studiato i motivi per cui alcune città/territori vivono periodi di forte sviluppo mentre altri rimangono in una condizione perennemente ai margini della scena.
Il ricercatore americano sostiene che stiamo assistendo alla nascita di una “nuova classe sociale” che si distingue dalle altre per la sua capacità di fornire - alle imprese ed alla società locale intera - idee e contenuti innovativi ed originali.
La creatività diventa, dunque, una fondamentale risorsa per il mondo produttivo che, di conseguenza, tende a localizzare le proprie sedi nei municipi in cui questa “nuova classe” sceglie di vivere.
L’indice fa quindi emergere i valori, le idee, gli stili di vita di un gruppo sociale che si compone di architetti, ingegneri, ricercatori, scienziati, professionisti della comunicazione, del divertimento, della moda e del design: per queste persone, il luogo “dove vivere” diventa altrettanto importante rispetto alla scelta dell'azienda presso cui lavorare. La città stessa è vista come un mondo creativo, in grado di favorire le manifestazioni delle persone e di facilitare il loro inserimento nei percorsi dell’economia della conoscenza.
Per costruire l’Indice di Talento delle province italiane e dei loro territori, sono stati utilizzati: l’indicatore di capitale umano (basato sulla percentuale di abitanti in possesso di una laurea o un diploma universitario), l’incidenza di ricercatori sulla forza lavoro totale e i dati sulla Classe creativa.
L'astigiano è al 98° posto tra le 103 province italiane ...
La capacità tecnologica ed innovativa delle città è stata calcolata attraverso: un indicatore di industria High Tech, in grado di rilevare la presenza di attività economiche legate alle nuove tecnologie; un indicatore di innovazione legato al numero dei brevetti rilasciati; ed infine un indicatore capace di rilevare la diffusione di recenti tecnologie di comunicazione, come l’Adsl e l’Umts. Nella speciale classifica nazionale siamo all'83° posto, nonostante un più incoraggiante 44° posto per il numero di brevetti registrati.
La terza T del modello riguarda la Tolleranza basato su: l’Indice di Diversità che rileva l’incidenza della popolazione straniera e il grado di “varietà” delle provenienze; l’Indice di Integrazione, basato sul livello di istruzione della popolazione straniera residente, la percentuale di matrimoni misti fra cittadini italiani e stranieri, l’incidenza e la scolarizzazione dei bambini stranieri; l’Indice di Tolleranza Gay, basato su un sondaggio promosso da un’associazione – Goletta Gay - su diecimila gay distribuiti in tutte le città italiane, volto ad accertare i diversi aspetti della tolleranza nei confronti dell’omosessualità.
Nell'analisi di Buzio, l'astigiano si assesta complessivamente al 40° posto dell'indice di Tolleranza, con alcune sfaccettature: è 37° per l'integrazione, 29° per la diversità e 49° nel Gay Index. Mentre il Talento straniero precipita al 78° posto (la maggioranza degli immigrati, dunque, risulta occupata in lavori poco creativi e dotata di basso livello di educazione). La scolarizzazione dei bambini stranieri ci relega al 46° gradino della classifica nazionale; meglio il dato sui matrimoni misti: siamo al 12° posto.
Dati poco confortanti, dunque. E sintomo di una società troppo abituata al “si è sempre fatto così”, una frase che ognuno di noi si sente ripetere con frequenza almeno quotidiana all'interno di qualunque ambito del nostro vivere sociale locale: agricoltura, economia, arti, professioni, amministrazione pubblica, volontariato ...
Qualcuno mi dirà che non sempre l'innovazione è sinonimo di miglioramento ... e su questo posso concordare. Ma la creatività sta anche nel saper proporre la tradizione consolidata in un modo differente dalla “norma” abituale, interpretando i mutamenti (bisogni, esigenze, gusti, orientamenti) in atto o in divenire.
Significa anticipare, inforcare occhiali vecchi dalle lenti nuove per lasciare spazio ad una visione maggiormente periferica, aperta, ricca di spazi.
Significa “entrare” nelle cose, agire, sperimentare nuovi linguaggi per esprimere le proprie peculiarità ...
E bello sarebbe se, grazie al contributo di questo indice della creatività, la nostra consapevolezza raggiungesse una precisa certezza, quella di riuscire a comprendere che qualcuna delle nostre debolezze sarebbe facilmente superabile semplicemente usando il più elementare dei “trucchi”: domandarci (in ogni momento, in qualsiasi occasione) se per caso ciò che stiamo per fare non potrebbe essere fatto diversamente ...
Ma si è sempre fatto così !?!
Maggiori informazioni sugli indici di creatività sono reperibili su: http://www.creativitygroupeurope.com