La Ressa, La Rossa, La Russa o ... La Rissa ?

di Massimo Mortarino.
ImageSembra un puro gioco di parole, ma potrebbe essere l’estrema sintesi di uno dei molteplici dibattiti televisivi proposti quotidianamente in questa caotica campagna elettorale: l’ennesima accozzaglia di politici, di ogni fazione, la Brambilla e il mitico Ignazio, ansiosi di scannarsi a vicenda piuttosto che esporre agli elettori i loro programmi, offrendo loro validi motivi per i quali dovrebbero esprimere in una precisa direzione il loro voto…

Personalmente credo che il quesito principale che milioni di persone normali si stanno ponendo, non sia tanto se e per chi andare a votare, quanto invece perché i politici di ogni colore stiano intensificando il loro atteggiamento bellico nonostante i chiari segnali di disamoramento verso un certo modo di (non) fare politica, dimostrati a più riprese dall’opinione pubblica, e le svariate promesse di una campagna elettorale diversa dalle precedenti, improntata alla decenza e alla concretezza e scevra di sterili e dannose polemiche…! Bando ai litigi televisivi e via libera all’esposizione di programmi concreti: questo era il “leit motiv” di tutti subito dopo la caduta del governo Prodi.

Come sempre, solo parole gettate al vento e nessun cambiamento sostanziale.
Perché ? Per quale recondito motivo i nostri futuri “salvatori della Patria” dovrebbero andare contro i desideri degli elettori esacerbando ulteriormente quel clima di bagarre a tutti i costi che era stato ampiamente bocciato da milioni e milioni di persone, per non parlare dei moniti alla correttezza lanciati dal Presidente della Repubblica…?

Una risposta logica, a pensarci bene, non esiste.
O, meglio, ne esiste una sola, senz’altro in piena sintonia con la logica di quei politici che non vorremmo più vedere, sentire, votare, che parlano di “nuovo” ma senza spiegarci in modo comprensibile con quali modalità e vantaggi per tutti noi: “chi se ne frega se milioni di persone non vanno a votare per protesta contro i nostri atteggiamenti; l’importante è prendere un voto in più rispetto alla concorrenza (bastano 2 voti su 3 votanti totali…) per poter governare…
Non vedo altre spiegazioni logiche che possano giustificare il gesto di stracciare il programma del principale concorrente (copiato dal proprio!), di accusarlo di utilizzare drammi economici (il caso Alitalia) come specchietti (elettorali) per le allodole, e via di questo passo con una lista infinita di baggianate di bassissimo livello, sempre meno credibili e sempre più irritanti per noi qualunquisti alla ricerca di verità concrete…!

Qualunquisti che, proprio per tale rissosità politica, hanno smesso di guardare programmi come “Ballarò”, fino a qualche tempo fa unici momenti per tentare di capire qualcosa del mondo politico.
Forse si tratta di un preciso disegno della “casta” (tutta, indistintamente): far cadere tutti noi nella disinformazione più totale, in modo da provocare una decisione dell’ultimo istante da parte di chi andrà a votare e allontanare dai seggi coloro i quali potrebbero essere orientati a dare il proprio voto a partiti minori, creando pericolose situazioni di instabilità soprattutto per chi dei due “big” perderà le elezioni.
Non si può fare di tutta l’erba un fascio, ovviamente, quindi ci sono alcuni politici che sembrano essere un po’ diversi dagli altri (opinione personale, ovviamente), come Emma Bonino: ma probabilmente si salva la persona, non certo il movimento di cui fa parte, men che meno la coalizione con cui parteciperà alle prossime elezioni… Un discorso simile può essere fatto per Di Pietro, che certamente suscita sensazioni di “onestà” nelle persone comuni e, magari, molti avrebbero voluto vedere all’opera come ministro della Giustizia (accidenti, raramente abbiamo visto un macellaio a dirigere l’Associazione panificatori!), per promuoverlo o, se non altro, per bocciarlo per sempre come delegato ad amministrare i nostri destini.
Salverei in parte anche Bertinotti, ma il programma “Arcobaleno” pare fondato soprattutto sulla forza dell’opposizione anziché su proposte di ricostruzione e rinnovamento.

Anche le liste civiche (targate Beppe Grillo) mi lasciano parecchi dubbi, principalmente sui candidati piuttosto che sulle idee ispiratrici.
E pure Casini è diventato “cattivo” da qualche mese a questa parte, polemico e sempre più fumoso.
Troppo poco per pensare di esprimere un voto “coscienzioso”, meditato, non dico sicuro ma almeno tale da non renderci vittima di crisi mistiche prima, durante e dopo il gesto elettorale.
Mancano poche settimane al momento fatale e credo che saranno sempre meno le occasioni di capire, leggendo i giornali o assistendo ai proclami/scontri  televisivi. Forse proveremo a sederci in poltrona ancora una volta, in preda a furiose crisi di coscienza personali, ma con il telecomando impugnato, pronti a cambiare canale alla prima accusa o ingiuria rivolta da questo o quel personaggio.
E, probabilmente, arriveremo al 13 aprile con le idee ancora più confuse, magari sperando che la giornata sia splendidamente calda e soleggiata, tale da “obbligarci” a portare al mare o in campagna i nostri cari per ripulire polmoni duramente provati da un inverno passato a cimentarci con gas tossici e polveri sottili. Con la prospettiva salvatrice di un impegno di lavoro che ci porti in ufficio alle 6,30, quindi prima dell’apertura dei seggi il lunedì mattina.

Saremmo tutti felici, ognuno di noi con un alibi a prova di bomba. Più contenti di tutti, comunque, sarebbero quei politici che praticano la “rissa” più volte al giorno su ogni media.
Ma se, invece, la domenica dovesse essere fredda e piovosa…?  

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