La Società Italiana di Pediatria ha recentemente denunciato l'inquinamento ambientale come causa dell'aumento di tumori e malattie neuropsichiche nei bambini.
I dati non lasciano molti dubbi: negli ultimi 20 anni in Europa si è registrato un incremento dell’1,2 % annuo di tumori infantili, questa percentuale in Italia è pari al 2%, quasi il doppio che negli Stati Uniti e nel resto d’Europa.
L’incremento più consistente ha riguardato i bambini sotto l’anno di età (+ 3,2%) e alcune forme tumorali (linfomi: + 4,6%; tumori del sistema nervoso centrale: + 2,0%); è quindi probabile che alla genesi dei tumori contribuisca un’esposizione materna o gametica a sostanze tossiche.
Non risulta più confortante neppure il capitolo delle malattie neuro-psichiche. Che la diffusione in ambiente di molecole mimetiche, metalli pesanti e altri inquinanti in grado di interferire pesantemente sullo sviluppo neuro-endocrino dell’embrione, del feto e del bambino rischi di produrre danni gravissimi è un dato che emerge da centinaia di studi scientifici. Tanto che pochi anni fa uno studio pubblicato sul Lancet a firma di due prestigiosi ricercatori della Harvard School of Pubblic Health ha rilanciato con forza la tematica della “pandemia silenziosa” di danni neuro-psichici che si starebbe diffondendo, nell’indifferenza generale, interessando ormai il 10% dei bambini.