“Se ho 5 bicchieri d'acqua e ne servono 10, io disseto 5 persone e le altre cinque ...”.
“Chi ha avuto in assegnazione un “alloggio parcheggio” e ancora lo occupa gode di un privilegio ... ci sono altre emergenze a cui dobbiamo rispondere”.
Sono alcune delle meno impegnative affermazioni dell'assessore insieme ad altre che confermano linee di intervento già note. Come la divisione delle famiglie in domicili diversi, centri di accoglienza per donne e bambini, dormitori per maschi adulti, oppure l'indennizzo del viaggio di ritorno ai Paesi di origine di famiglie di extracomunitari, con figli nati in Italia e che frequentano le scuole pubbliche. Insomma l'esatto contrario di una politica dell'accoglienza ...
La richiesta di un tavolo di confronto per rendere pubblica la “questione degli alloggi”, in particolare di quelli “parcheggio” dell'Atc, nonché l'evidente assenza di risposte adeguate al carattere sociale del problema, è stata respinta. Negli alloggi parcheggio le famiglie si devono avvicendare, assessore docet, fuori una dentro l'altra a prescindere dalle loro condizioni sociali, anzi è un demerito (che va evidentemente punito con durezza) non essere riusciti, nell'anno o nel biennio di durata della convenzione, a migliorare queste condizioni.
L'assessore accetta solo consigli e rifiuta la partecipazione di chiunque non sposi le sue tesi. I volontari e i portavoce delle associazioni che hanno promosso l'incontro e alcune delle famiglie che nel corso dell'ultimo mese hanno subito i rigori di una procedura di sfratto in fase esecutiva, hanno fatto di tutto per essere dialoganti, niente è stato posto in modo ultimativo. L'invito di trovare insieme delle soluzioni, di sperimentare modalità di approccio innovative, azioni rispettose del diritto delle persone e delle famiglie, è stato restituito al mittente.
Stessa sorte è toccata alla richiesta di condividere un lavoro di analisi sulla realtà immobiliare cittadina, affinché sia svelato il paradosso di un bisogno abitativo insoddisfatto che si manifesta in presenza di migliaia di alloggi sfitti e decine di immobili da recuperare. Stessa sorte è toccata alla proposta di definire pubblicamente più efficaci procedure di controllo dell'uso degli alloggi popolari. E' stato appena chiuso il bando Atc con circa 700 aspiranti assegnatari (100 in più del bando precedente), non ci saranno alloggi popolari di nuova costruzione fino alla seconda metà del 2011. Per l'assessore anche questa circostanza non è un motivo per prendere in considerazione le richieste delle associazioni, è solo un dato di fatto che conferma le sue scelte.
Per giustificare il sostanziale fallimento dell'Agenzia CASA, quasi 300 accessi ma solo 19 contratti di locazione sottoscritti, l'assessore non si è risparmiata la favola dei piccoli risparmiatori che hanno investito in alloggi e non si fidano delle garanzie offerte dal Comune. Non si parla della naturale, e sperimentata dal '98, ritrosia dei proprietari a sottoscrivere i contratti di legge a canone calmierato (solo il 4 % del totale dei contratti). Le immobiliari non esistono. Non esistono la speculazione e la finanza creativa che hanno fatto diventare interi stabili, e ancora se ne costruiscono, valori di mercato nei bilanci delle banche e delle assicurazioni.
Le associazioni presenti hanno già tratto il succo degli orientamenti dell'assessore. E' l'ideologia del mercato (aspettiamo che la crisi passi e tutto si sistemerà) che fa velo alla realtà, è il rifiuto di vedere che l'esito sociale presente, in materia di diritto all'abitare, è conseguente all'idea che i bisogni sociali possano essere soddisfatti dal “mercato”. Il cinismo che accompagna questa ideologia (chi è povero lo è per colpa sua) nonché l'inevitabile rozzezza e approssimazione intellettuale dei suoi sacerdoti, in questo caso l'assessore, impediscono qualsiasi dialogo, negano qualsiasi pratica democratica, di scelte condivise, di alternative confrontabili, deresponsabilizzano gli stessi cittadini, inducono una “guerra tra poveri” che assolve i veri responsabili e promuove nuovi demagoghi.
Questo esito dell'incontro non era scontato. L'intervento del Sindaco è parso a tratti in sintonia con le voci degli interlocutori. E' sembrato che le due richieste minime avanzate dalle associazioni potessero essere accolte (sospendere le procedure di sfratto delle 26 famiglie che abitano alloggi parcheggio, attivare una commissione che facesse delle condizioni sociali di ogni singola famiglia l'elemento risolutore di qualunque scelta, di revoca, di rinnovo o di rinvio dei termini della convenzione). E' stata solo una impressione fugace.
Ciò che stupisce è il silenzio o lo scarso interesse della opposizione politica in Consiglio Comunale per questo problema (che invece mostra un grande interesse per i premi in cubatura ai cementificatori della città). Anche il prefetto inspiegabilmente tace, pur essendo stato informato di questo incontro.
In attesa che le istituzioni si facciano vive, le associazioni faranno tutto ciò che è nelle loro possibilità per contrastare gli sfratti delle famiglie povere. Promuoveranno al più presto una assemblea delle 26 famiglie che abitano alloggi parcheggio e che hanno ricevuto dall'assessorato l'invito ad andarsene. Il giorno 8 di settembre è previsto lo sfratto esecutivo, “con intervento della forza pubblica” di una famiglia di 4 persone, una di quelle 26.
Le associazioni chiedono a tutti i cittadini che si rammaricano di questa situazione di essere presenti e attivi al contrasto.
Chiedono un atto di solidarietà vera, senza dissociazioni, in cui siano esposti pacificamente i corpi, cioè la sede delle idee e dei sentimenti di ciascuno.
Così come saranno esposti ai rigori di una legge troppo rispettosa del diritto di proprietà, i corpi le idee e i sentimenti dei bambini e delle persone adulte che compongono quella famiglia.