Riceviamo e volentieri pubblichiamo queste riflessioni di Luisa Rasero dedicate al tema della pandemia in corso, delle vaccinazioni e dei relativi "passaporti", con una nostra breve nota finale di commento e interrogativi.
Nelle ultime parole del Padre Nostro risuona l’antica litania popolare: “A peste, fame et bello, libera nos domine…” ("Signore liberaci dalla peste, dalla fame e dalla guerra"). I flagelli dell’umanità ovvero le pestilenze, le carestie, le guerre.
Acuta consapevolezza della vulnerabilità e della fragilità della vita umana. E’ curioso notare come noi oggi riserviamo l’appellativo di ‘fragile’ solo ai molto anziani e ai portatori di qualche particolare patologia. Noi no, non siamo fragili, nel nostro ricco ed evoluto occidente ci siamo abituati all’onnipotenza, per questo la pandemia ci ha destabilizzati...
E’ spiazzante ammettere che un microrganismo invisibile ad occhio nudo ci stia mettendo in scacco, che abbia cambiato la nostra vita e potenzialmente sia in grado di ucciderci. Eppure le pestilenze, il primo dei flagelli citato dalla litania, hanno contrassegnato la storia dell’umanità fin dall’origine e in modo pesantissimo, forse più delle guerre. L’avevamo dimenticato? Eppure la malaria fa 500mila vittime all’anno, soprattutto bambini, oggi. Ma non in Occidente, lontano dal nostro sguardo onnipotente.
Contro la paura ossessiva del virus c’è poco da fare se non farsi coraggio e prendere le ovvie precauzioni, tra cui fidarsi ragionevolmente di quello che la medicina mette oggi a disposizione e che in passato mancava, una pandemia come questa avrebbe fatto una strage ben peggiore (come la spagnola un secolo fa). E iniziare da subito a cambiare direzione di marcia all’economia e alla politica prima di andarci a schiantare contro i limiti del pianeta. Ah, e incrociare le dita, un pizzico di fortuna nella vita ci vuole sempre. Non siamo onnipotenti.
Ma c’è anche una paura che si manifesta con la negazione o la sottovalutazione del virus. Tutto è preferibile a questa cruda realtà, perfino i complotti più inverosimili. Ha girato parecchio sui social una conferenza di Bill Gates di qualche anno fa, in cui accennava ad una probabile futura pandemia globale. Ma allora lo sapeva! Allora l’hanno provocata apposta! Purtroppo la realtà è persino più inquietante. Sono decenni che gli addetti ai lavori (medici, epidemiologi, immunologi, virologi ecc.) si aspettavano una cosa del genere. Non sapevano quando e dove, ma sapevano che sarebbe capitata. Lo chiamavano ‘The Next Big One’, il prossimo grande evento. Avevano la sfera di cristallo? No, studiavano dati, osservavano la realtà, tiravano delle conclusioni che poi pubblicavano su tanti libri. Bill Gates legge libri. Tutto qui.
Anche la paura dei vaccini, certo. Farmaci più o meno nuovi, ci fanno fare le cavie! Anche chi si è vaccinato non l’ha fatto a cuor leggero. Ma... alla fin fine non siamo sempre un po’ cavie? Anche per tutte le altre medicine che abbiamo assunto fino ad oggi? Non ci piace pensarlo ma è inevitabile, certi effetti avversi emergono dopo anni e dopo milioni di somministrazioni. Non siamo onnipotenti e non lo è neanche la medicina moderna, procede per sperimentazioni e tentativi, come l’evoluzione e come tutta la vita sulla terra. Ma è un fatto che oggi si guariscono malattie un tempo mortali, per lo meno dove esiste un sistema sanitario pubblico che molti danno per scontato, e non lo è affatto.
Ma c’è un elemento che fa la differenza, da cui non si può prescindere, che interroga la nostra responsabilità di umani e umane che vivono in comunità associate. Il Covid è contagioso. Una scelta individuale di non vaccinarsi non riguarda solo chi la fa, come sarebbe per altre cure. Il rifiuto – ad esempio - di una chemioterapia è un diritto, le conseguenze ricadranno solo su chi fa questa scelta, chi gli sta vicino non si ammalerà di cancro. Il rifiuto del vaccino implica la possibilità di diventare fattore di contagio, e quindi di malattia grave e di morte. Non solo per sé, ma per gli altri e le altre. Libera scelta? Piuttosto un trionfo dell’individualismo che recide ogni legame con il ‘noi’, che è il contrario della cura reciproca.
Poi per infiorettare possiamo anche parlare delle medicine alternative. Molti dei vaccinati le usano, in parecchi casi funzionano benissimo. Ma non sono una religione, per un'infezione grave meglio gli antibiotici, cosa dite? Allora veniamo al punto. Le medicine alternative hanno messo a disposizione un rimedio contro il virus? Nei tempi brevi che richiede una pandemia? Ahimè no. La medicina ufficiale (mediata da Big Pharma a cui è stata appaltata sciaguratamente la ricerca farmaceutica) l’ha fatto? Si, con vaccini incompleti e su cui ci guadagnano a palate, ma l’ha fatto. E funziona, dati alla mano.
Poi possiamo cavarcela proponendo di vaccinare solo i cosiddetti ‘fragili’, della serie ‘non a me, fatelo a qualcun altro’. Comunque non basta, in una epidemia è fondamentale il fattore ‘circolazione dell’agente patogeno’, virus o batterio o altra diavoleria che sia. Se quello circola fa danni, gira fin quanto trova qualcuno vulnerabile, e lo trova. Anzi nel frattempo rischia di modificarsi e di diventare più aggressivo per tutti. Anche quelli forti. Secoli di esperienza lo dicono, lo avevano capito anche quelli che recitavano la litania e non sapevano far altro che chiudere gli infetti nei lazzaretti. Terribile, ma non si poteva fare altro. E funzionava, limitava le vittime.
Poi possiamo buttarla in ecologia così come una volta la buttavamo in politica. Bisogna cambiare alla radice l’attuale modello economico di predazione della Terra. Certo che sì, ma cosa c’entra? Chi si è vaccinato per ciò stesso vuole mantenere lo stato di cose esistente??? Certo che no! Ma, di grazia, mentre noi cambiamo alla radice il nostro stile di vita e la società tutta, il virus si mette comodo e aspetta che noi abbiamo finito? E in ogni caso questa economia folle era da cambiare comunque, anche in assenza di epidemie.
Non spendo molte parole sulla questione green pass che considero un falso problema, un parlar d’altro. Non concordo quando la si indica come misura non sanitaria: è l’attestazione dell’avvenuta vaccinazione, niente altro che quello. Come la patente di guida è l’attestazione della comprovata capacità di saper condurre un veicolo senza ammazzare il prossimo. Ma dov’è il problema, nella tesserina o nella richiesta di un esame di guida? Si deve poter guidare senza superare un esame? Altrimenti diventa una violazione della libertà? Come ho già detto prima, un ben strano concetto di libertà che tanti turbocapitalisti potrebbero sottoscrivere. Sapete, quelli che dicono che lo stato non può mettere lacci e lacciuoli all’economia sennò soffoca la libertà (e ridai) d’impresa. Con le parole si può giocare.
Ringrazio i ragazzi e le ragazze che oggi 30 ottobre hanno sfilato a Roma per contestare il G20 e hanno chiesto a gran voce il superamento dei brevetti di Big Pharma sui vaccini, premessa indispensabile per farli arrivare in tutto il mondo. Queste sono parole chiare e attinenti alla realtà, che è quella di un Terzo Mondo dove i vaccini non arrivano e dove si continua ad ammalarsi. Parole chiare e condivisibili, basta sollevare lo sguardo dal proprio ombelico (occidentale).
Luisa Rasero
Ringraziamo Luisa Rasero per queste considerazioni, espresse in forma di dialogo e non di certezze rabbiose come - purtroppo - diventato di moda in questi mesi di muri costruiti in fretta, di scelte tra il nero e il bianco scordandosi le differenze cromatiche che stanno nel mezzo, di nuove forme di emarginazione sociale, di vittime del pregiudizio e della non ragione, di barricate tra parti incomunicanti.
Considerazioni che incoraggiamo sottoporre ad un'analisi ancora più dettagliata offrendo anche altri punti di vista, ben espressi in questo libro di Marinella Correggia di cui vi suggeriamo la lettura.
Il dibattito in corso lo potremmo anche definire come una divergenza profonda tra una visione meccanicistica (per ogni malanno c'è una medicina) e una spinta verso la piena capacità dei corpi umani a reagire e trovare da sè la propria resilienza (altro concetto confusamente molto di moda oggi...).
La seconda visione concorda sul fatto che il virus sia pericoloso ma debba essere affrontato attraverso comportamenti quotidiani di cura e attenzione che vadano oltre alla meccanica inoculazione di un vaccino: vita all'aperto, alimentazione sana, aria pulita in primis. Tutti "elementi" di un limite che oggi rendono i virus un dramma.
Perchè la pandemia avrà ben una causa... e sarebbe intelligente comprenderla e rimuoverla per sempre.
E parliamo di vaccini e di salute. Perchè il green pass - questa è la mia personale idea - non è una misura sanitaria ma un "trucco" (come esplicitamente dichiarato da Draghi e da Speranza, dai Virologi televisivi e dai media mainstream) per costringere le persone a vaccinarsi, senza renderlo però obbligatorio e senza che Stato, Istituto Superiore di Sanità ecc. si assumessero responsabilità dirette.
Il green pass è come la patente obbligatoria per la guida? Personalmente penso di no: senza patente ci si può comunque muovere, utilizzare un altro mezzo di trasporto, salire su un'auto guidata da un altro conducente. Senza green pass non è possibile lavorare, diritto non proprio secondario. Ma fino a poche settimane fa, lo si poteva fare tranquillamente, così come nel periodo di massima gravità e di lockdown.
Occorrerebbe anche una riflessione profonda su egoismo e rispetto, sulle differenze tra chi vive in città e chi vive in campagna, su immunizzazione e protezione (che non sono sinonimi), sui dati vaccinali registrati in Israele (e in Palestina?...), su mille altri aspetti su cui sarebbe davvero utile discutere, senza pregiudizi nè certezze.
Alessandro Mortarino