Mentre in Europa continua ad essere negata la trasparenza dei contratti siglati con le case farmaceutiche produttrici del vaccino anti Covid, mentre tutti restiamo sorpresi dal fatto che questi contratti non prevedano penali o impegni tassativi sulle scadenze di consegna, mentre risulta ancora non chiarito l'ammontare dei finanziamenti pubblici a loro versati (dalla Banca Europea degli Investimenti, dagli USA, dalla Germania ecc.), da Cuba arriva la notizia di un nuovo immunizzatore frutto della ricerca di Stato e profondamente solidale, cioè destinato anche ai paesi meno "ricchi"...
Si chiama Soberana 2 ed è uno dei quattro vaccini sviluppati dagli scienziati cubani; ha già attraversato due fasi di sperimentazione ed è entrato nell'ultimo step, dove sarà testato su circa 150.000 persone, a Cuba e in Iran. In caso di successo, potrebbe mettere il Paese nella condizione di inoculare tutta la sua popolazione e, anche, di iniziare le esportazioni all'estero entro la fine dell'anno.
"Cuba ha sempre donato vaccini", ha detto Gerardo Guillén, uno degli scienziati che stanno sviluppando i vaccini presso il Centro statale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia. "Aiutiamo altri paesi con l'obiettivo di diffondere la salute"; qualsiasi profitto, dicono i ricercatori, è solo un effetto collaterale. "Non siamo una multinazionale in cui il ritorno sull'investimento è la priorità numero uno; la nostra prima priorità è creare salute. Il ritorno sull'investimento è una pura conseguenza".
Cuba ha iniziato a investire fondi nella ricerca in campo biotech negli anni '80, come parte della spinta di Fidel Castro per rendere la nazione autosufficiente di fronte a un embargo statunitense che ha reso difficile ottenere farmaci prodotti all'estero.
L'investimento nella sanità pubblica ha dato vita a decine di istituti di ricerca e a un surplus di medici, che Cuba invia costantemente ad altri paesi in missioni sanitarie.
Fonte: The New York Times - https://www.nytimes.com/2021/02/17/world/americas/coronavirus-cuba-vaccine.html