Non ci limiteremo a parlare o a “presentare”: abbiamo intenzione di usare una delle nostre grandi risorse, la biblioteca del Centro, per creare degli “Angoli” a tema a servizio della cittadinanza, con testi e materiali a disposizione di quanti siano interessati.
Uno degli “Angoli” sarà dedicato alle tematiche ambientali e al consumo critico e vi faremo sapere, tramite la newsletter e gli altri mezzi di informazione quando sarà pronto.
Un secondo “Angolo”, tratterà un argomento differente, ma strettamente collegato con quelli di cui abbiamo parlato sin qui: si tratta della Domiciliarità e sarà rivolto in particolare agli operatori del sociale e agli studenti che di scienze sociali, ma anche a tutti coloro, educatori, volontari domiciliari e semplici cittadini, che pensano sia importante per ognuno poter continuare a vivere nell’ambiente in cui si riconosce con i suoi affetti, le sue memorie, i suoi gesti.
La Domiciliarità è un concetto che fa perno sulla casa; ma va oltre la casa; significa il rapporto con l'esterno, con ciò che la circonda: l'ambiente, il paesaggio, il paese, le relazioni, la cultura locale.
Tutto ciò di cui si ha bisogno per non sentirsi spaesati, per vivere appieno radicati sul territorio. La domiciliarità è lo scenario della persona, è il contesto dotato di senso per la persona stessa. Vivere a casa fa bene, la casa ha i suoi profumi, i suoi rumori, la sua storia, la casa cura, dà voglia di futuro e il desiderio di non abbandonarla, finchè sia possibile, anche quando si è divenuti meno autonomi.
La domiciliarità è un diritto della persona spesso ancora non esigibile e che si desidera rendere effettivo. Spesso la si pensa applicata agli anziani, ma su territori rurali che si vanno spopolando, diventa importante applicarla a chiunque voglia continuare a vivere in una determinata zona.
Perché questo possa avvenire, la comunità locale deve diventare - attorno alla persona ed alla famiglia, ai suoi problemi e alle risorse - sempre più un laboratorio di solidarietà dove ogni cittadino promuove il capitale sociale della comunità stessa, assumendosi responsabilità e doveri per promuovere diritti.
In Piemonte c’è un’associazione nata per occuparsi proprio di realizzare questo processo: La Bottega del Possibile. ( http://www.bottegadelpossibile.it )
La Bottega del Possibile è un'Associazione culturale di promozione sociale nata nel 1994, con sede in Torre Pellice (TO), impegnata nella cultura della domiciliarità, intesa come diritto irrinunciabile della persona anziana, del malato o del diversamente abile. Finalità della Bottega è la ricerca di risposte alternative al ricovero ed all'ospedalizzazione e la sensibilizzazione degli operatori socio-sanitari attraverso specifici strumenti di formazione.
L’Associazione, presso la cui sede si tengono seminari e incontri formativi, pubblica vari materiali, testi e video.
Mariena Scassellati Sforzolini Galetti, assistente sociale “storica” e fondatrice dell’Associazione, in collaborazione con la cooperativa “La Strada” e il Centro culturale san Secondo, sarà al Centro culturale san Secondo stesso, martedì 20 gennaio, alle ore 16,30, per approfondire insieme a noi l’argomento e lasciarci libri e altri materiali per inaugurare il nostro “Angolo”.
Nella stessa occasione presenterà il volume “Le parole dell’OSS”, un dizionario delle “parole del sociale”, dedicato in particolare agli operatori socio sanitari, ma utile per tutti coloro che vogliono accostarsi a questo settore e comprenderne i termini e le sigle. In appendice, anche un’utile bibliografia per approfondire i vari argomenti.
I nostri incontri proseguiranno sabato 7 febbraio 2009, nel pomeriggio, quando il Centro san Secondo sarà lieto di far rientrare nel suo programma la presentazione astigiana del movimento di opinione per la difesa del diritto al territorio non cementificato “Stop al consumo di territorio”. (http://www.stopalconsumoditerritorio.it ).
Il movimento, che chiede ai Comuni e alle istituzioni preposte di porre attenzione al consumo e alla difesa del territorio italiano, già drammaticamente cementificato e sfregiato, pur essendo nato alla fine dello scorso anno ha già raccolto molte autorevoli adesioni a livello nazionale.
“Stop al consumo di territorio”, si è espresso attraverso un manifesto (http://www.altritasti.it ), i cui
I firmatari richiedono una moratoria generale ai piani regolatori e delle lottizzazioni, in attesa che ciascun Comune faccia una precisa “mappatura” di case sfitte e capannoni vuoti. Sottoscrivono quindi questo manifesto perché si blocchi il consumo di suolo e si costruisca esclusivamente su aree già urbanizzate, salvaguardando il patrimonio storico del Paese.Accanto alla presentazione del movimento, ed accostando la salvaguardia del suolo a quella, strettamente legata, dei corsi d’acqua, Il Centro culturale san Secondo ospiterà, in tempi da definirsi, una mostra sull’attuale stato del fiume Tanaro. La mostra sarà realizzata in collaborazione con privati cittadini, il WWF di Asti, l’ARPA, Gruppo P.E.A.C.E., “Cittadinanzattiva” e altre associazioni locali e comprenderà materiali fotografici e scientifici.
Di queste e delle seguenti iniziative in via di definizione, sarà data notizia sul nostro sito
( http://www.centrosansecondo.it ) e sui quotidiani.