Sul carro dei vincitori, spesso, si sale in molti ... Certo la giornata Martedì 4 Novembre è stata una giornata storica per molte ragioni:
1) la storia personale di Obama, le sue radici, il fatto che sia figlio di una persona nata in Kenya;
2) la velocità nel bruciare i tempi della politica, da prima la sfida con storici leader democratici;
3) la capacità di sconfiggere, anche in alcuni stati in bilico, i Repubblicani;
4) è il primo Presidente “nero”, se vogliamo: un presidente multiculturale.
I leader nazionali di ogni partito (o quasi) e quelli locali sono saliti sul carro del vincitore, nonostante avessero condiviso in molti le politiche di Bush ...
Sono proprio quelle politiche di privatizzazioni, assistenza sanitaria privata, guerra infinita e cieca fiducia nel sistema finanziario ad aver datato la politica dei repubblicani e ad aver trovato in Obama una possibilità nuova.
E' presto per fare proclami, non è detto che avvenga un vero cambiamento di rotta, ma le politiche ambientali, il rinnovamento della politica, i beni comuni (sanità, istruzione ecc. ...), la multiculturalità sono da sempre stati al centro delle agende dei movimenti; spiace dirlo, ma ben poco lo sono tra i partiti politici che siedono nelle Istituzioni.
Con un briciolo di perplessità osserviamo tirare per la giacchetta Obama e la sua vittoria; a farlo sono anche quei partiti che hanno visto nel modello americano monetarista o nel modello della finanza la risposta a tutti i quesiti.
Verrebbe da dire "Meno male che c'è Obama" ... Fintanto che a dire, a sostenere, a promuovere un modello alternativo, a denunciare le ingiuste guerre, le violazioni ai diritti di accesso alla sanità in America, la necessità di un integrazione e le risorse che derivano da una società multiculturale, eravamo noi “movimenti”, si tendeva a far finta di non vedere, a fidarsi del modello Bush.
Siamo felici che la vittoria di Obama abbia aperto gli occhi a molti, ma è davvero cosi' ?
In Italia, da almeno 15 anni, si parla di Berlusconi, Veltroni e Dalema, di Bossi e Fini: cosa faranno i partiti per aprirsi a una ventata nuova ?
Da decenni si smantella il servizio pubblico e lo si trasforma in impresa, si passa da pubblico a privato (come diciamo noi: da un bene comune a un meccanismo di profitto) e queste politiche, spiace dirlo, sono guidate dal centro-destra e dal centro-sinistra; è proprio da lì, da queste problematiche, che le persone della classe medio-bassa americana hanno scelto di fare le code ai seggi e cambiare Presidente.
In Italia, ad Asti, cambierà la mentalità dei politici su privato e pubblico ?
La guerra infinita di Bush ha salassato gli americani e ormai basta leggere un po' di riviste serie di geopolitica per conoscere menzogne e interessi dietro quelle guerre.
Cambierà la visione di PD e Casa delle Libertà sui conflitti ?
La promozione della cultura di pace ad Asti, negli ultimi anni, è stata indebolita ... Le associazioni che se ne occupano sono state ben poco coinvolte; il Galvagno tifoso di Obama ora prenderà parte a discussioni con le associazioni che si occupano di pace, promuoverà un incontro per capire meglio quali posizioni hanno i movimenti sui conflitti ?
La vittoria di Obama ha aperto una discussione sul voto degli immigrati, in realtà io preferirei - a ragion del vero - dire che è un po' diverso lo status di Obama negli Stati Uniti, rispetto a un migrante nel nostro paese che impiega piu' del dovuto a ottenere documenti e cittadinanza.
Ben venga una discussione in merito, i diritti dei neri d'America non sono solo stati conquistati con una legge, ma attraverso lotte e pressioni.
Ad Asti, negli ultimi 5 anni, si è discusso molto di voto ai migranti; mi permetterei una battuta su questo, perché (come reti di organizzazioni) l'Asti Social Forum lancio' questa campagna che ebbe successo e finalmente costituì assemblee multietniche di partecipazione: l'allora Rete per il Diritto di Voto.
Il comune di Asti, allora, adottò come forma di pressione e di stimolo questa possibilità nello Statuto, ma l'attuale maggioranza (allora minoranza) fece di tutto per ostacolare (salvo lodevoli eccezioni) questa forma di disobbedienza e di proposta e lo fece con toni a volte razzistici, dopo la bocciatura a Roma della modifica, salvo il plauso con toni raccapriccianti della Lega e la protesta dei movimenti, nulla fece l'attuale maggioranza per difendere quella variazione di statuto, mentre altre città si mossero in modo ben differente.
Oggi leggo che “occorrerebbe riparlarne”, citando Bertolino; bene: in questa sbornia "Obamiana", perchè Galvagno non convoca la Rete per il Diritto di Voto, le associazioni e i migranti per discutere con loro forme di partecipazione ?
Sotto campagna elettorale offrimmo molti contributi attraverso "Il programma del Non Candidato", offerto come società civile a tutti i candidati alla poltrona di Primo Cittadino sui temi di immigrazione, ambiente, pace: in quale cassetto giacciono, ora ? Di quale assessore, sindaco ?
Insomma: speriamo che "Quelli che Obama" non siano solo "Quelli che salgono sul carro vincente", ma che provino a rimettere in discussione le proprie politiche ...