I docenti delle scuole astigiane ed italiane sono molto preoccupati, le famiglie appaiono parecchio confuse e le notizie sui mutamenti che avverranno nel mondo dell'istruzione nazionale si accavallano. Un giorno appare un comunicato stampa e il giorno dopo eccolo immediatamente modificato o aggiustato ...
La televisione e i giornali collaborano ad aumentare la confusione e noi pensiamo che occorra veramente fare un po' di chiarezza per capire a fondo le motivazioni che presto mobiliteranno gli insegnanti e il personale collaboratore, creando anche qualche inevitabile disagio alle famiglie che, pertanto, è bene sappiano come è veramente progettato il futuro della scuola pubblica italiana ...
Sono una insegnante della scuola dell'infanzia e la scorsa settimana ho partecipato - come Rappresentante Sindacale - ad un incontro con il segretario regionale della CISL Scuola, che ci ha chiarito con precisione le operazioni che questo Governo intende sviluppare nei confronti della scuola pubblica italiana nei prossimi tre anni; operazioni che non colpiranno solamente gli insegnanti e il personale collaboratore e di segreteria ma, anche e soprattutto, i bambini e i ragazzi, svilendo e mortificando la scuola pubblica italiana.
Ecco in sintesi gli elementi più “drammatici”:
1) in tre anni verranno tagliati 87.000 posti di lavoro per i docenti e 44.500 per il personale A.T.A. (bidelli e personale di segreteria);
2) in tutti gli ordini di scuola si diminuirà l'orario (tempo scuola):
- le nuove scuole dell'infanzia si apriranno preferibilmente solo al mattino
- la scuola primaria (elementare) scenderà a 24 ore settimanali
- le medie inferiori a 29 ore settimanali
- le medie superiori a 30 ore settimanali, 32 ore le tecniche professionali (diminuendo le ore di laboratorio ?!?)
- inoltre, i 5 anni delle superiori si ridurranno a 4 per gli studenti che vorranno proseguire il loro percorso di studio all'università;
3) spariranno tutte le compresenze fra i docenti e, quindi, tutti i possibili interventi di recupero nei confronti dei bambini più deboli, più lenti o solamente meno seguiti a casa;
4) spariranno tutte le piccole scuole con meno di 50 alunni e verranno soppressi molti corsi di educazione per gli adulti;
5) aumenterà il numero degli alunni per classe in ogni ordine di scuola;
6) scompariranno tutti gli insegnanti specialisti (lingua straniera);
7) il numero dei bambini nelle classi con alunni con gravi disabilità diminuirà solamente se non ci sarà l'insegnante di sostegno.
Ed ecco, quindi, la gravità della situazione :NON UN RAGIONAMENTO DI LOTTA AGLI SPRECHI, MA UN RAGIONAMENTO CHE CONDUCE AD UNA OFFERTA MINIMA DI PRESTAZIONI A CARICO DELLO STATO, PER ARRIVARE AL FEDERALISMO FISCALE RISPARMIANDO 7MILIARDI E 800MILIONI SULL'ISTRUZIONE PER I NOSTRI RAGAZZI ...
La possibilità di ampliamento dell'offerta formativa (tempo pieno, tempo prolungato) sarà quindi a carico delle Regioni, escludendo così quelle più deboli o già in difficoltà, creando un possibile analfabetismo di ritorno.
Meno Insegnanti meno tempo scuola ma più bambini: può essere questa una Scuola di Qualità ? Personalmente, io credo proprio di no ....
Ovviamente, non è che nella scuola attuale tutto funzioni alla perfezione, ci sono indubbiamente cose da cambiare, percorsi e priorità da rivedere ma ciò andrebbe fatto discutendolo in modo democratico e, in particolar modo, coinvolgendo tutte quelle persone che realmente conoscono la scuola e i reali bisogni formativi dei ragazzi: pedagogisti, psicologi, docenti ed educatori e poi - anche - il Parlamento intero, che tutt'ora dovrebbe ancora essere sovrano.
O forse non più ?!? ...