Aiutarli a casa loro?




di Gianfranco Monaca.

Nell'inutile strage della prima guerra mondiale il 1917 è l'anno terribile della disfatta di Caporetto e dei quattrocentomila civili – donne, vecchi, bambini – profughi che hanno visto distruggere le loro case e le loro speranze e hanno cercato scampo nelle regioni più distanti dai combattimenti.
Anche Asti ne vide arrivare molti e gli astigiani si organizzarono in qualche modo per accoglierli ...

Sarebbe interessante sapere chi e quanti furono e dove furono sistemati, con quali difficoltà e con quanta generosità o sopportazione. Certamente esistono i testimoni diretti fra chi li ha accolti e fra coloro che furono accolti o almeno fra i loro immediati discendenti. Con alcuni di loro ho avuto modo di parlare ed ho scoperto di avere avuto e di avere tuttora rapporti di cordiale amicizia, senza sapere che sono diventati miei concittadini proprio in seguito a quei dolorosi avvenimenti.

Mentre infuriano nei talk-show i “piazzisti da osteria” che straparlano di “aiutarli a casa loro”, sarebbe molto utile ricordare quelle circostanze. Probabilmente a nessuno, allora, è venuto in mente di “aiutare a casa loro” i profughi di Caporetto: c'era forse più buon senso e meno malafede?

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