Scuola: una legge che raggira la Costituzione



L’Associazione “Per la Scuola della Repubblica” invita a firmare questa lettera indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Signor Presidente, ci rivolgiamo a Lei appellandoci alla Sua alta funzione di garante dei principi costituzionali e dunque della democrazia nel nostro paese. Abbiamo seguito con grande partecipazione, come insegnanti, genitori, studenti, associazioni, l'iter del ddl "la buona scuola" nella speranza che i rilievi di incostituzionalità sollevati in più sedi inducessero il Governo a un ripensamento. L'aspetto più grave del progetto governativo, che rischia di incidere negativamente sulla coscienza democratica dei cittadini, è la presentazione di aspetti in assoluto contrasto con i fondamenti della scuola della Costituzione, considerati fattori indispensabili per dare "efficacia ed efficienza" all'istituzione scolastica ...

L’aggiramento dell’Art.97/Cost. renderebbe la scuola priva della tutela della legge che ne deve garantire “il buon andamento e l’imparzialità".

Nel ddl cit. sono attaccati valori che hanno distinto l'idea di scuola nel disegno dei padri costituenti: una scuola di qualità, accessibile a tutti e a tutte, nel rispetto della libertà di insegnamento da quei condizionamenti che l'avevano soffocata negli anni bui del fascismo.

Ella ricorderà il percorso degli anni '70 per rendere la scuola italiana coerente col progetto costituzionale; la famosa legge quadro n. 477 del 1973 istitutiva degli Organi Collegiali della scuola e di uno stato giuridico dei docenti restituiva in pieno ai docenti la libertà di insegnamento scevra da qualsiasi forma di pressione.

Il ddl "la buona scuola" distrugge tutto questo.

In particolare, la chiamata diretta del dirigente dall'albo territoriale crea discriminazioni inaccettabili tra i docenti e lede l'art.33 sotto il profilo della libertà d'insegnamento palesemente condizionata. Ai docenti verrebbe negato il diritto (Art.98/Cost) di essere “al servizio esclusivo della nazione”, come deve essere per tutti i pubblici dipendenti …; il ridimensionamento degli Organi Collegiali, anziché una loro espansione, colpisce la libera partecipazione democratica delle componenti della scuola;  la "valorizzazione del merito" istituisce un'idea di premialità che contrasta con il supporto a una formazione generalizzata in itinere cui lo Stato è tenuto per garantire a tutte le scolaresche pari opportunità, come previsto negli artt. 33, 34 della Costituzione; le deleghe in bianco al Governo su materie che necessiterebbero di un dibattito parlamentare per la natura stessa delle tematiche da affrontarsi, fondamentali per la vita scolastica, rappresentano una palese sottovalutazione e mortificazione del ruolo del Parlamento; riteniamo poi inaccettabili gli sgravi fiscali per le spese di frequenza scolastica riservati solo a chi accede alle scuole private (corrispondenti a 132 milioni di euro) e la detrazione d’imposta del 65 % alle erogazioni liberali a singole Istituzioni scolastiche che non faranno che ampliare la diseguaglianza di offerta fra le singole scuole in base alle capacità economiche dell’utenza.

Signor Presidente, La invitiamo a considerare il danno irreversibile sulle future generazioni che un simile assetto scolastico, volto ad accarezzare le pulsioni più egoistiche degli individui, sarebbe in grado di provocare.

A nome dei tanti e tante che sottoscrivono questo appello, come Associazione Nazionale "Per la Scuola della Repubblica" Le chiediamo di ricevere una delegazione di coloro che stanno continuando a manifestare nei pressi del Quirinale e, con ferma determinazione, Le chiediamo di NON firmare una legge in così aperto contrasto coi principi costituzionali, una legge contro la quale si stanno mobilitando da mesi con proteste fino allo sciopero della fame, comitati e movimenti di cittadini in tante delle nostre città con l'unica aspirazione di salvare le peculiarità costituzionali della scuola dello Stato.

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