La scuola non è un rifiuto



Una lettera di Rosaria Gasparro al Sottosegretario all'Istruzione Roberto Reggi.


Ogni giorno un ministro o un sottosegretario si sveglia e annuncia cosa farà per bruciare i rifiuti oppure come stravolgerà la scuola.
A volte confonde i rifiuti con la scuola. Ma dimentica una cosa: la scuola non appartiene ai governi ma a chi la fa ...

Gentile Sottosegretario Roberto Reggi,
leggo che lei ama la vita all’aria aperta, la montagna, il cicloturismo, e che pratica diverse attività sportive. Vengo a conoscenza che per il suo impegno sociale, nel 2003, è stato nominato “Difensore ideale dei bambini”, dall’Unicef di Piacenza. E che il suo impegno, prima della politica, si è caratterizzato nel mondo dell’educazione. Non mi spiego pertanto la natura e la tempistica del decreto legge a cui sta lavorando. Difende i bambini tenendoli a scuola nel mese di luglio, che qui in Puglia, dove vivo e insegno, può raggiungere anche temperature di 40° ? Se lei frequenta l’infanzia e conosce il mondo della scuola, come pensa di tenere i bambini in aule bollenti, in edifici che non hanno nemmeno un piccolo arbusto per fare l’ombra ad un formicaio ? Lo sa che la maggior parte delle scuole non ha spazi adeguati né al chiuso né all’aperto per svolgere laboratori e attività ludiche ? Che a scuola noi maestri compriamo anche il pennarello per scrivere alla lavagna ? Che l’ombra non c’è, nemmeno quella del materiale didattico o di facile consumo ?

Cosa ne sa lei – che come formazione è laureato in Ingegneria elettrotecnica – del lavoro di un insegnante, che non si risolve nelle ore di insegnamento ma si espleta per almeno altrettante ore in attività di preparazione dei materiali, di ricerca e di studio, nonché di correzione degli elaborati degli alunni ?

Lei avrà i suoi meriti nel settore che le è proprio e pertanto è diventato responsabile dell’ottimizzazione della produzione idroelettrica di Edipower, la seconda società italiana nel settore della produzione di energia elettrica. Noi a Brindisi abbiamo già una storia difficile con la società che lei rappresenta, che ha contribuito con le sue emissioni a creare uno stato di emergenza sanitaria e che adesso vorrebbe pure bruciarci i rifiuti. Le chiedo pertanto di non apportarci un ulteriore danno e di non bruciare la scuola come un rifiuto speciale, con logiche che la snaturano e la modificano geneticamente.

La scuola non appartiene a Lei, né al suo ministro, né a questo governo, ma appartiene prima di tutti a chi la scuola la fa, la vive e la frequenta – quindi bambini, studenti, genitori, insegnanti – che non sono maggioranze che passano ma che restano e che sono stanche di subire sulla propria pelle l’approssimazione, la superficialità e la protervia di chi pretende di decidere del loro futuro, senza conoscerne il quotidiano presente.

Si metta al servizio, faccia pratica di ascolto dei lavoratori della scuola; questa è l’accezione che ci piace del potere inteso come verbo servile che transita e aiuta.

Buona estate.

Rosaria Gasparro è Maestra di una scuola primaria pubblica, vive a San Michele Salentino (Brindisi).

Tratto da: http://comune-info.net/2014/07/rifiuti-speciali-scuola/

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