di Marco Bersani (Attac Italia).
Mentre Cassa Depositi e Prestiti viene evocata per risolvere l’indebitamento di questo o quel gruppo industriale partecipato dallo Stato – senza che a questo corrisponda alcuna strategia d’intervento pubblico - e mentre assume sempre più il ruolo di partner per la svendita dei beni demaniali, del patrimonio immobiliare e dei servizi pubblici degli enti locali, i movimenti si organizzano e la campagna per la socializzazione della Cassa Depositi e Prestiti è avviata ...
L’obiettivo è chiaro: i 240 miliardi di risparmio postale devono essere messi a disposizione per gli investimenti a tassi calmierati predisposti dagli enti locali, attraverso la partecipazione dei cittadini, in direzione di un nuovo modello, che abbia al centro la riappropriazione sociale dei beni comuni, l’espansione dei diritti e del welfare locale, l’occupazione rivolta alla riconversione ecologica della produzione agricola e industriale.
Per far questo, il primo passaggio è quello della trasformazione di Cassa Depositi e Prestiti in ente di diritto pubblico, con la fuoriuscita delle fondazioni bancarie dal capitale sociale e il decentramento regionale, territoriale e partecipativo della gestione dei fondi a disposizione.
Sarà una campagna lunga che dovrà vedere in campo molti soggetti : i cittadini detentori di libretti di risparmio postale e/o di buoni fruttiferi postali, in quanto è il loro risparmio a determinare l’enorme gettito di cui dispone Cdp; i lavoratori di Cassa Depositi Prestiti, di Poste Italiane, e del sistema bancario e creditizio, perché hanno nel tempo subito una drastica caduta della funzione pubblica e sociale del proprio ruolo; i movimenti e le realtà territoriali in lotta nel campo della riappropriazione dei beni comuni, dei diritti sociali, di una diversa produzione agricola e industriale, in quanto comunemente interessati a reagire alla trappola del debito e al mantra “non ci sono i soldi” con cui si risponde ad ogni rivendicazione in atto; gli enti locali e le comunità territoriali, in quanto nodo cruciale dello scontro in atto tra sottomissione al patto di stabilità e alle politiche di austerità e funzione di democrazia di prossimità per gli abitanti del territorio.
Sarà una campagna che dovrà contribuire alla demistificazione della trappola del debito e delle politiche di austerità, per mettere in campo una mobilitazione ampia e reticolare per la riappropriazione della ricchezza sociale.
Alcuni strumenti sono già a disposizione sul sito http://www.pernuovafinanzapubblica.it : dai materiali per rendere comprensibile a tutti la conformazione tentacolare che ha ormai assunto Cdp, trasformata in una sorta di fondo sovrano che decide le politiche economiche e industriali del Paese, al di fuori di alcun controllo (il Comitato di vigilanza parlamentare non è stato ancora nominato); agli strumenti utilizzabili dai cittadini possessori di libretti di risparmio e di buoni fruttiferi postali; dalla predisposizione di una delibera per i Consigli Comunali, che faccia loro prendere posizione sui beni comuni, contro il patto di stabilità e per una Cdp al servizio delle comunità; fino alla proposta di legge d’iniziativa popolare, che decideremo collettivamente se e quando mettere in campo.
Come anche le mobilitazioni di questo ottobre hanno dimostrato, sta finendo l’epoca dell’ accettazione più o meno rassegnata delle politiche di austerity e sta iniziando la stagione della riappropriazione sociale. Vogliamo cominciare riprendendoci la Cassa.
Articolo già pubblicato dal quotidiano "Il Manifesto" del 25 Ottobre 2013.