di Alessandro Mortarino.
Uno dei compiti più importanti della Politica è di saper interpretare i segnali del cambiamento della società e tradurne le aspettative e i bisogni in risposte concrete. Non sempre, però, la Politica è all'altezza di questo suo compito e l'orizzonte entro cui muove il proprio raggio d'azione pare spesso essere esclusivamente la punta del naso. Come nel caso della crescita della popolazione anziana nel nostro Paese: secondo l'Istat, gli ultra 65enni sono oggi pari al 20,3% del totale, nel 2043 supereranno il 32% per assestarsi attorno al 33,2% nel 2056 ...
Significa che oggi un italiano ogni cinque ha più di 65 anni e che nei prossimi 40/50 anni questa percentuale aumenterà fino a 1 ogni 3 !
La popolazione è dunque destinata ad invecchiare, in modo sufficientemente graduale. Secondo l'Istat l'età media degli italiani aumenterà da 43,5 anni nel 2011 fino ad un massimo di 49,8 anni nel 2059. Dopo tale anno l'età media si stabilizzerà sul valore di 49,7 anni.
Nel 2065 la popolazione residente in Italia prevista sarà pari a 61,3 milioni (dato medio che oscilla da un minimo di 53,4 milioni ad un massimo di 69,1 milioni). Con 28,5 milioni di nascite contro 40 milioni di decessi e 17,9 milioni di nuovi cittadini (cioè Migranti in arrivo in Italia in forma stabile) contro 5,9 milioni di italiani trasferiti oltre i confini.
In un Paese "pensante", questi dati renderebbero necessario spingere l'acceleratore sulla tenuta di una rete di servizi sempre più adatta a questo mondo "diversamente giovane". Ad esempio ospedali (pubblici) e servizi socioassistenziali, ad esempio trasporto pubblico locale capillare ed efficiente.
L'esatto contrario di quanto accade in Italia e anche nel nostro Piemonte. Dove da tempo si invoca il mantra del "dobbiamo attrarre turismo e turisti" ...
Eccoli, i nostri turisti. Persone anziane. Perchè anche nel resto del mondo industrializzato le prospettive demografiche vanno nella medesima direzione: la popolazione invecchia ovunque.
Persone in grado di "spendere" e di muoversi. Muoversi per turismo, appunto (cioè pernottare almeno una notte in un luogo meta attrattiva), oppure per escursionismo, cioè nell'arco di una giornata (gli esperti di marketing indicano questa categoria di persone residente in un raggio entro le due ore di avvicinamento; nel nostro caso, diciamo milanesi, torinesi, genovesi ...).
Noi stiamo preparando per loro un Piemonte da scoprire solo ed esclusivamente con l'auto propria, perchè la nostra offerta di autolinee pubbliche non è all'altezza e le tratte ferroviarie sono state interrotte (per mancanza di fondi e scarsità di utenti ...).
Rischiamo di essere molto poco attrattivi per tutti loro.
Ne siamo coscienti ? Ne vogliamo discutere anche nella nostra provincia di Asti ?