A proposito di voto utile ...



Da Josè Saramago, Saggio sulla lucidità.


Un paese senza nome. Una città senza nome.
Delle normali elezioni amministrative.
Ma qualcosa non va per il verso giusto.
La gente non va al mare, non diserta i seggi. Vota, ma vota scheda bianca.
Un gesto rivoluzionario, una congiura anarchica, una provocazione di gruppi estremisti ? ...

Quando in tutte le altre sezioni i rispettivi presidenti rovesciarono i voti sui lunghi banchi che erano serviti da tavoli, un impetuoso fragore di valanga percorse la città. Era il preannuncio del terremoto politico che non avrebbe tardato a prodursi. Nelle case, nei caffè, nelle trattorie e nei bar, in tutti i luoghi pubblici dove ci fosse un televisore o una radio, gli abitanti della capitale, alcuni più tranquilli di altri, aspettavano il risultato finale dello scrutinio.
Nessuno confidava al proprio vicino come aveva votato, gli amici più intimi serbavano il silenzio, le persone più loquaci sembravano essersi dimenticati delle parole.

Alle dieci di sera, finalmente, comparve in televisione il primo ministro. Aveva il viso alterato, le occhiaie accentuate, effetto di una settimana intera di notti maldormite, pallido nonostante il trucco tipo buona salute.
Teneva un foglio di carta in mano, ma quasi non lo lesse, si limitò a lanciargli qualche occhiata di tanto in tanto per non perdere il filo del discorso.

Egregi concittadini, disse, il risultato delle elezioni che oggi si sono svolte nella capitale del paese è il seguente: partito di destra otto per cento, partito di mezzo otto per cento, partito di sinistra uno per cento, astenuti zero, schede nulle zero, schede bianche ottantatre per cento.

Fece una pausa per portare alle labbra il bicchiere d'acqua che aveva accanto e proseguì.

Il governo, riconoscendo che la votazione odierna è venuta a confermare, aggravandola, la tendenza verificatasi la scorsa domenica ed essendo unanimemente d'accordo sulla necessità di una seria investigazione delle cause prime e ultime di risultati tanto sconcertanti, ritiene, dopo essersi confrontato con il capo dello stato, che la propria legittimità per restare in carica non sia stata messa in causa, non solo perchè l'elezione ora conclusa è stata unicamente locale, ma altresì perchè rivendica e assume come proprio imperioso e urgente obbligo appurare fino alle estreme conseguenze gli anomali avvenimenti di cui siamo stati, durante la scorsa settimana, oltre che attoniti testimoni, attori temerari, e se, col più profondo cordoglio, pronuncio questa parola, è perchè quelle schede bianche, che sono venute a sferrare un colpo brutale contro la normalità democratica in cui trascorreva la nostra vita personale e collettiva, non sono cadute dalle nuvole nè sono affiorate dalle viscere della terra, ma si trovavano già nella tasca di ottantatre su cento elettori di questa città, i quali, con la loro stessa, ma non patriottica mano, le hanno deposte nelle urne.

Un altro sorso d'acqua, ora più necessario perchè la bocca gli si era seccata all'improvviso.

Si è ancora in tempo a emendare l'errore, non per mezzo di una nuova elezione, che allo stato attuale delle cose potrebbe essere, oltre che inutile, controproducente, ma con il rigoroso esame di coscienza a cui, da questa tribuna pubblica, convoco gli abitanti della capitale, tutti quanti, alcuni affinchè possano proteggersi meglio dalla terribile minaccia che aleggia sopra le loro teste, gli altri, siano essi colpevoli, siano essi innocenti dell'intenzione, affinchè si correggano dalla malvagità cui si sono lasciati trascinare vai a sapere da chi, pena il convertirsi nel bersaglio diretto delle sanzioni previste nello stato di eccezione la cui dichiarazione, dopo aver consultato, domani stesso, il parlamento, a tal fine riunito in seduta straordinaria, e ottenuta, come si spera, la sua unanime approvazione, il governo richiederà al capo dello stato.

Cambiamento di tono, braccia semiaperte, mani alzate all'altezza delle spalle.

Il governo della nazione è certo di interpretare la fraterna volontà di unione di tutto il resto del paese, quello che con un senso civico cui si devono tutti gli elogi ha compiuto con normalità il proprio dovere elettorale, venendo qui, come padre affettuosissimo, a rammentare alla parte della popolazione della capitale che ha deviato dal retto cammino la lezione sublime della parabola del figliuol prodigo, e a dirgli che per il cuore umano non c'è mancanza che non si possa perdonare, così sincera sia la contrizione, così totale sia il pentimento.

L'ultima frase ad effetto del primo ministro.

Onorare la patria, che la patria vi osserva, con rulli di tamburo e strepiti di trombe, ripescata nelle soffitte della più stantia retorica patriottica, fu pregiudicata da un Buonasera che suonò falso.

Ecco cos'hanno di simpatico le parole semplici, non sanno ingannare ...

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