E lo fa a titolo gratuito, nei confronti di associazioni e gruppi, per periodi anche prolungati (30 anni per soggetti pubblici o privati), lasciando a carico del gestore le spese di ristrutturazione - manutenzione ordinaria e straordinaria - e di conduzione. La scelta ha uno scopo ben preciso: renderli luoghi di nuova aggregazione in grado di far ripartire la socialità e l’economia locale. Stiamo parlando di Asti ? No: di Milano ...
Negozi vuoti, scuole e palazzi dismessi a disposizione dei cittadini; chi ha idee innovative, progetti concreti ed energie da offrire potrà cogliere l'occasione e proporre una città dei giovani, degli artisti, di quelli che hanno voglia di fare. Un "popolo" che ha fame di spazi.
La giunta comunale meneghina lo ha deciso, approvando nuovi criteri per i bandi che assegneranno gli stabili demaniali per promuovere progetti sociali, culturali, imprenditoriali, per valorizzare soprattutto le periferie.
Ad associazioni e cittadini verrà richiesto di presentare un progetto che valorizzi il quartiere. E' previsto anche un sostegno ai giovani che vogliano aprire un’attività commerciale: avranno il canone ridotto del 90 per cento nei primi cinque anni.
L’assessore Castellano ha affermato: «Abbiamo ereditato un patrimonio problematico, poco utilizzato e non “mappato”. Ci sono già dei bandi, che però non tengono conto dei progetti che arrivano dal territorio. Molto spesso le aste vanno deserte. Noi vogliamo innescare un processo virtuoso: canone basso fino alla gratuità, chiedendo agli assegnatari di riqualificare gli spazi e farsi carico della manutenzione».
E' una risposta "politica" molto chiara, che intende occuparsi della vasta disponibilità di strutture cittadine vuote e abbandonate. Anzichè metterle in vendita (per "far cassa"), il Comune sceglie di ridestinarle per stimolare un virtuoso utilizzo di questi tristi contenitori vuoti e dare ai cittadini (giovani in particolare) la possibilità di riappropriarsi della propria socialità.
A nostro parere, una ottima soluzione per ridare smalto all'esigenza di "comunità" che la cittadinanza mostra, in questi tempi di crisi culturali ed economiche, di voler ricreare.
La città di Asti non ha le dimensioni metropolitane di Milano, ma (nel suo piccolo) ha un grande bisogno di stimoli concreti che ridiano slancio alla sua gente. L'alternativa è "vendere".
E oggi i compratori sono davvero pochi ...