Sgomberate. Così disse il Tribunale alle famiglie di via Orfanotrofio


A cura del Coordinamento Asti Est.


L’ordinanza del tribunale arriva come una mannaia sull'esperienza "virtuosa " di Via Orfanotrofio. La storia di inizio secolo degli stabili dell'ex mutua di Via Orfanotrofio (era proprietà di una società di mutuo Soccorso degli operai) già richiamerebbe il concetto di "uso sociale dell’immobile" ma, in questo periodo di crisi generata a livello nazionale e internazionale dai mercati , è soprattutto la storia recente di Via Orfanotrofio a rimarcarne il concetto di "Bene Comune" ...

Dopo più di un decennio di assenza, o presenza del tutto marginale, di risorse per l’edilizia residenziale pubblica, dopo un mercato immobiliare "drogato" da appetiti finanziari e che a detta di molti addetti ai lavori ha raggiunto la saturazione, alcune famiglie in stato di necessità hanno "recuperato" un bene della collettività.
Su quel bene, come su altri della Variante Asl, è pur previsto cio' che le famiglie e le associazioni hanno intrapreso, cioè un recupero a fini sociali e di edilizia popolare.

In questa città, quindi, non son mancati i cittadini che si son rimboccati le maniche per fare cio' che un'amministrazione e il suo ex Assessore Verrua non avevano neppure tentato e semmai stigmatizzato in modo poco elegante, cioè il recupero e la vera "valorizzazione " di un immobile pubblico vuoto.

A uno spazio fatiscente fatto di cemento, si è scelto di ridare anima, costruendo un luogo dove le vite delle persone potessero ricominciare un cammino e dove rimettere in relazione giovani e socialità in uno spazio sociale.
Spazi "sociali" che da sempre mancano o sono di fatto chiusi, basti pensare alla fine del Ferrotel o alla chiusura del Centro Giovani.

Il rientro in possesso dell'ASL, cosa prevederebbe? Una vendita che "valorizzi" non il luogo dal punto di vista sociale ma i conti bancari degli immobiliaristi? Questa "valorizzazione" totalmente affidata al mercato, ha ancora un senso nell'attuale crisi? Questa valorizzazione, creando alloggi con canoni di mercato in affitto o in vendita, ha una sostenibilità?
Ha ancora senso affidare totalmente al mercato questa risposta abitativa, qual è l'obiettivo strategico sugli immobili vuoti del Comune di ASTI?

Basta mettere insieme queste contraddizioni con il buon senso per capire, come politicamente e socialmente gli Enti Pubblici dovrebbero privilegiare un percorso che porti alla vera valorizzazione di quel bene: una destinazione sociale e culturale progettata e realizzata insieme ad associazioni ed alla società civile. Ci sembra cosi' di "buon senso" l'idea che quel bene (pubblico ?) sia preservato dalla sua mercificazione.
Quindi è chiaro che il gesto delle famiglie sfrattate ha già dato una risposta al grande enigma dei contenitori vuoti: che farne?

Se davvero una prospettiva si intende dare e se comunque l'Asl vuole vendere quelle strutture perchè non pensare a una regia pubblica, a una cordata di istituzioni con scopi sociali? Le realtà che vivono grazie al territorio e ai cittadini hanno un dovere sociale verso la città e il suo territorio, pensiamo in particolare alla Fondazione C.R.Asti (ha ancora un ruolo sociale o no?): dovrebbero impegnarsi con un gesto realmente sociale e al passo con i temp e destinare quello stabile a chi ha problemi di casa. Oggi quelle undici famiglie, autorganizzandosi, hanno costruito una risposta non solo al loro bisogno, ma all'assenza di una reale politica sociale nel paese.

Davvero questo fiore nato in mezzo alla precarietà, sarà seppellito da interessi e da una politica che non osa? Tutto il parlare di contenitori vuoti fatto in campagna elettorale deve ora tradursi in risposte sociali, la città non può permettersi che rimanga un puro esercizio di stile.

Per questi motivi solidarizziamo con l'esperienza di Via Orfanotrofio, che ha saputo leggere la storia, mettersi al passo con la vita delle persone e tentare (con le poche risorse a disposizione) di fare cio' che la Città (amministrazione, enti) avrebbero dovuto fare da tempo. E’ ancora possibile agire e crediamo sia importante farlo "ora"!

Chiediamo a tutte le realtà sociali e ai cittadini di esprimere solidarietà al Coordinamento Asti Est, alle famiglie e allo Spazio Sociale.

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino