di Giampiero Monaca.
Ho raccolto un pezzo di corteccia nel bosco della Clarea, in Val di Susa, e me lo sono avvolto ad un polso a mo’ di bracciale: un feticcio, un ricordo, un rozzo e grezzo monile ... Incuriositi per questo strano souvenir i bambini, a scuola, mi han chiesto di raccontarne la provenienza.
Sempre consapevole dell'importanza di lasciar sviluppare in loro, indipendentemente, un proprio senso critico, ho raccontato di quello che ho visto, fatto e subito. Ho raccontato dell'arroganza di chi HA nei confronti di chi E'. Ho testimoniato e confermato la mia scelta nonviolenta, ma anche di essere ostinatamente di ostacolo: l'intenzione a mettermi di traverso, sempre a viso aperto ...
Abbiamo insieme calcolato, con semplici operazioni aritmetiche, costi e benefici dell'opera dell'Alta velocità, la tanto famigerata TAV; ho scelto di non mostrare immagini di scontri o di steccati o di filo spinato ... proprio per non esagerare e non "vincere troppo facile": non ricerco nè un consenso, nè l'effetto empatico. Cerco di informare, di ricostruire il momento storico, analizzare scientificamente e sperimentalmente i rischi di inquinamento causati da questo progetto, valutare il più onestamente possibile il livello di repressione attuato nei confronti dell'opposizione e far accendere (in realtà in loro divampa ... vediamo se si mantiene) la fiamma della voglia di battersi per il riconoscimento dei propri diritti.
Credo che questo sia tra i miei compiti di insegnante di scuola pubblica primaria, parte integrante del programma di storia, scienze, geografia, educazione alla cittadinanza e convivenza civile.
Ho alcuni figli di agenti fra i miei alunni, ho detto loro di essere molto contento di averli tra i miei piccoli, perchè è pensando a loro che quest'estate dicevo agli agenti nelle loro armature assurde "cosa dirai a tuo figlio, che hai gasato il suo maestro o la mamma di un suo compagno solo perchè esprimeva il suo dissenso?".
"Perchè cammini sui germogli dei mille alberi della Maddalena piantati anche dai bambini delle scuole? Forse uno di questi è di tuo figlio".
Immaginare che uno di loro, al di là delle reti e dei cancelli, fosse il loro papà ... mi ha aiutato a non trascendere mai.
Ho detto che chi tira sassi e piscio contro i poliziotti, sbaglia nemico e sbaglia strumento; ho anche detto che chi fa queste cose spesso è esasperato e non ha approfondito o sperimentato altro che il conflitto fisico, sociale, il sopruso, come i ragazzi palestinesi dei campi profughi ... Che i CS sono velenosissimi per tutti e che anche le maschere dei poliziotti, viste le condizioni in cui versano le nostre questure, probabilmente avranno i filtri scarichi.
Queste scene e queste situazioni hanno fatto si che loro stessi riconoscessero che chi risponde ad un sasso che colpisce una protezione in kevlar e plexiglass sparando un lacrimogeno a distanza ravvicinata o pesta a sangue una persona in stato di arresto, è ancor meno da comprendere e più brutale, proprio perchè queste azioni le compie protetto da anonimato e divisa.
Ho parlato loro di Nina e Marianna (allora ancora in carcere), a quel punto uno dei figli di un funzionario di PS ha spontaneamente scritto al genitore di intervenire per la scarcerazione perchè una di quelle ragazze avrebbe potuto essere il suo maestro che quella notte era proprio lì a fare le stesse cose ....ed io confermo: ero là ... potevo essere io.
Oggi abbiamo fatto festa per la scarcerazione, tirando un sospiro di sollievo; questa sera qualcuno di loro forse verrà ad incontrare Giovanni Impastato, visto che l'anno scorso abbiamo parlato a lungo di Peppino; domani parteciperemo a "Puliamo il Mondo" in uno dei parchi astigiani, lontani fisicamente ma parte integrante ed attiva di un grande e pacifico movimento per la difesa dei diritti di tutti, per tutti!