Alleanza è uno dei concetti più belli che la mente umana possa formulare. Secondo la tradizione biblica, il simbolo della nuova alleanza tra Dio e gli esseri umani dopo il diluvio universale è l’arcobaleno, quello straordinario fenomeno ottico che per qualche momento consente di vedere nella loro individualità la gamma dei colori dalla cui alleanza nasce la luce. Qualcosa che nessuno di loro, da solo, sarebbe capace di fare, qualcosa che grazie alla loro alleanza nella luce consente di distinguere ognuno di essi in tutte le sfumature e in tutte le alleanze con cui si manifestano nella natura.
Il simbolo, dall’unione delle parole greche syn e ballein, gettare insieme, è un segno di riconoscimento tra chi è alleato in uno stesso progetto.
Il contrario di simbolo è diavolo, dalle parole greche dià e ballein, gettare attraverso, creare divisioni e contrapposizioni.
Un’economia fondata sulla crescita della produzione di merci crea divisioni e contrapposizioni non solo tra i singoli, le classi sociali e i popoli, ma tra l’umanità nel suo insieme e la natura, come se l’umanità non ne facesse parte.
Si fonda sulla concorrenza e sulla competizione tra i produttori di merci e tra chi vende e chi compra, conferisce un valore fondante al mercato, che è lo strumento con cui la concorrenza e la competizione si realizzano, presuppone lo sfruttamento delle risorse della terra, lo sfruttamento del lavoro dei più deboli da parte dei più forti, il divide et impera nei rapporti internazionali.
Il diavolo, non nell’interpretazione paranoica di alcune tradizioni pseudo religiose, ma nella sua accezione etimologica, ha quasi completato l’opera di distruzione della casa degli esseri umani utilizzando il loro sapere e il loro saper fare, anziché indirizzarli a migliorarla.
C’è bisogno di una nuova alleanza per impedire che crolli definitivamente e li seppellisca sotto le sue macerie. Le alleanze si costruiscono pazientemente, soprattutto dopo secoli in cui il metro dei rapporti umani e sociali si è basato sulla divisione e la concorrenza.
Il simbolo della nuova alleanza tra i singoli, le classi sociali e i popoli non può che essere un nuovo Rinascimento: uno sforzo congiunto di intelligenze e saperi, di conoscenze tradizionali e di innesti innovativi in esse, di valorizzazione delle diversità e delle differenze verso il comune obbiettivo di togliere la crescita della produzione di merci dal piedistallo su cui è stata collocata dal diavolo e di porre al suo posto la ricerca di una pienezza di vita che si estenda dalla specie umana a tutti le altre specie viventi.
Non più gli esseri umani a servizio dell’economia, ma l’economia come strumento di cui gli esseri umani si servono per migliorare la loro casa comune.
Non c’è da inventare nulla.
Sotto la cappa opprimente della divisione e della concorrenza hanno continuato a persistere esperienze e saperi simbolici, nel senso etimologico del termine.
Esperienze e saperi che uniscono.
Dopo decenni di resistenza di nicchia stanno rifiorendo e Terra Futura (annuale appuntamento “altro-fieristico” di Firenze, che si terrà quest'anno dal 23 al 25 Maggio alla Fortezza da Basso, NdR), così come altre scadenze di questo tipo che vanno moltiplicandosi, sono i luoghi in cui consolidano la loro alleanza.
In cui ognuna di esse può percepire il contributo che dà alla definizione di un progetto comune e l’in più di forza che gliene deriva, la maggiore definizione di contorni e di visibilità che ricava dall’inserimento in un unico flusso.
Un flusso che ormai disegna, seppure a grandi linee, una proposta alternativa alle varianti sempre più indistinte che tentano di mantenere in vita un modello sempre più distruttivo dal punto di vista ambientale, sempre più lacerante dal punto di vista sociale, sempre più conflittuale nei rapporti internazionali.
La nuova alleanza tra l’umanità e la Terra non può che essere la sintesi di tante alleanze tra i soggetti che si propongono di realizzarla. Che nella loro realtà specifica lavorano per realizzarla. E che si confrontano su quanto hanno fatto e su quanto resta da fare.