Un albero mi ha insegnato ...

di Francesco D'Ingiullo, Bioregionalista della Bioregione “Versante Adriatico”.
ImageDa quando sono entrato in contatto col mondo dell'agricoltura ho notato un forte antagonismo tra i vari metodi e sistemi. Il biodinamico, il biologico,il permacultore, il chimico ecc ... cercavano sempre di esaltare il proprio metodo e di criticare quello degli altri.
Poi notavo i contadini semplici e rilassati, quelli di una volta, quelli che coltivavano secondo la propria ricca esperienza e vivono nell'orto come se per loro il mondo necessario fosse quel piccolo fazzoletto di terra colorato di ogni sorta di verdura.

Spontaneamente, mi veniva repulsione per il rumoroso trattore che con prepotenza schiacciava, rompeva, sollevava, sbriciolava, quell'elemento prezioso chiamato col nome di Terra. La repulsione crebbe in me anche per la zappa e la vanga, le cui lame vengono infilzate nella terra ogni volta che si deve cominciare una coltura. Era come sentire la coscienza della terra e del mondo vegetale che dicevano: "non interferire, non farci del male, perché stiamo cercando di fare del nostro meglio per offrire il miglior cibo a te e a tutti gli animali ! Se non sembriamo molto bravi è perché tu hai agito con prepotenza nei nostri confronti già da molti anni".

Lentamente, stavo entrando (o, meglio, tornando) nel mondo della Natura, dei suoi ritmi e della sua possente armonia, del suo vigore e della sua gioia di vivere. Oggi il mio lavoro da contadino sta diventando un ascolto della Natura e dei suoi suggerimenti. Il mio agire sta riacquistando la spontaneità e l'istintività come forze direttrici.
Cerco di abolire l'antagonismo con le forze ineffabili che creano la vita, non posso neanche agire in favore della Natura.
Lei è la madre e io suo figlio.
Faccio parte di essa, sono un pezzo di natura e vivo secondo le regole della grande comunità naturale, quindi non posso inventare qualcosa credendo che aiuti la terra a produrre meglio; sicuramente il mio agire non riuscirebbe a considerare ognuna delle innumerevoli leggi della vita di questo mondo.

Se le piante crescono rigogliose non è certo perché ho agito nel migliore dei modi; se non crescono, certo qualcosa non va perché in natura ogni superficie lasciata a sé viene coperta con più vita possibile.
Ma se non crescono non posso arrabbiarmi e sforzarmi di migliorare la tecnica. Posso solo rientrare nel caldo ed accogliente abbraccio della vita nella natura, dove ogni essere vivente già, (ripeto: già …) spontaneamente ed inconsciamente fa del suo meglio affinché la grande comunità prosperi.

Nella vita comunitaria si ascoltano gli altri e si viene ascoltati: ci si aiuta a vicenda.
Se vogliamo potare un albero, dobbiamo prima porci in suo ascolto. Forse saremo persuasi che non ha bisogno del nostro intervento; forse ci indicherà lui stesso quali rami devono essere eliminati per evitare lo spreco di energia vitale di cui è vittima.
UN ALBERO MI HA INSEGNATO.

(Tratto da: http:// www.alberosacro.org).

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