di Fabrizio Zanetti*.
Siamo nell’era del detersivo naturale. Ma ricordo che anni fa impazzavano in TV le pubblicità del “Bianco che più bianco non si può”, del “Fatto apposta per lo sporco che si incrosta”, gli slogan del detersivo che “Lava e coccola” e di quello con il quale “Lo sporco si scioglie e se ne va”: senza che tu debba far nulla, lo fai vedere alle macchie e, come per magia, esse scompaiono! Poi è stato il turno del “XXXX non si cambia!”, neppure per tre fustini di un altro detersivo. È già passato il momento del “Più concentrato”, e ormai è già fuori moda il “Detersivo ricarica” ...
Le mode cambiano e anche quelle del marketing e della pubblicità: i detersivi come ogni prodotto di massa che si rispetti non ne sono esclusi. Oggi, infatti, viviamo l’era del detersivo “naturale”, di origine “naturale”, di origine vegetale, con tensioattivi di origine naturale e vegetale, il biodegradabile, il detersivo per un mondo migliore, e via così. Il detersivo ecologico è la moda del momento. A onor del vero è il marketing del detersivo ecologico la moda del momento.
Dire che un detersivo contiene ingredienti di origine naturale, mettere un’etichetta verde e colorare il detersivo di verde non fa di quel detersivo un detersivo ecologico. Invito spesso le persone a fare questa considerazione: il petrolio non è forse di origine naturale ? L’uomo lo estrae e trasforma, ma a crearlo è stata madre natura, quindi: è naturale.
Quando si usa un tensioattivo di origine petrolchimica per la produzione di un detersivo e poi si dichiara che contiene tensioattivi di origine naturale sto dichiarando il vero. Ma sto anche prendendo in giro il consumatore. È chiaro che questa più che una considerazione è una provocazione, ma aiuta a comprendere l’efficacia delle parole e allo stesso tempo la mistificazione che ne viene fatta. E il consumatore che strumenti ha per evitare di essere preso in giro per l’ennesima volta ? L’informazione. Ogni individuo è in grado di raccogliere informazioni e poi scegliere secondo le proprie conoscenze, secondo la sua etica, secondo le sue finanze.
Io posso portare la mia esperienza e riassumere quali siano per me le fondamentali caratteristiche di un detersivo ecologico e quali siano le principali furbate che ci potrebbero far credere di acquistare un detersivo ecologico, quando di green c’è solo il nome che si usa per “additare” chi si macchia di comunicare la propria finta ecologicità: il green-washing.
Le regole fondamentali di un eco detersivo sono:
Gli ingredienti devono essere di origine vegetale. Tutti. Non si accettano claim tipo “Con ingredienti di origine vegetale”. Quanti sarebbero questi ingredienti di origine vegetale? Uno, due, cento?
Gli ingredienti devono essere indicati in etichetta. Se sono dei buoni ingredienti perché non elencarli in modo trasparente in etichetta ? Una maggiore garanzia si può avere se il detersivo ha ottenuto una certificazione. Non un’autocertificazione. Certificazione Icea, Aiab, oppure SoCert o ancora Bioceq.
Non devono essere testati su animali. E anche per questo occorre una valida certificazione. La più importante è quella della Lega Anti Vivisezione (LAV). Per intenderci il prodotto deve avere il logo del coniglietto.
I produttori che attendono a queste fondamentali regole non si preoccupano di scrivere in etichetta fantasmagorici claim, ma si limitano a scrivere “Detersivo ecologico”. Semplice, chiaro, completamente espresso e di facile comprensione.
Abbiamo perso l’abilità di valutare un prodotto, di provarlo, testarlo e poi trarre le nostre considerazioni e fare le nostre scelte. Abbiamo delegato le nostre scelte al marketing. Non sappiamo leggere un’etichetta di un detersivo. È arrivato il momento di riappropriarci delle nostre abilità e di non delegare a qualcun altro la nostra spesa.
Se vi sembra che il detersivo non meriti tutte queste attenzioni soffermatevi su questi dati: il 24% delle malattie che oggi affliggono l’essere umano, secondo i dati 2010 della quinta Conferenza ministeriale su salute e ambiente, sono ambientali: traffico urbano, inquinamento indoor, malattie respiratorie, asma. I bambini sono i più colpiti. Tra queste è interessante osservare come il crescente ricorso alla disinfezione grazie all’uso di prodotti sempre più mirati e chimici, riduca la quantità di batteri utili al mantenimento della nostra salute, indebolendo il sistema immunitario e favorendo allergie e dermatiti. Le allergie, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (dati 2010), affliggono il 40- 50% degli individui e tra gli imputati ci sono profumi e conservanti contenuti in saponi, cosmetici e detersivi convenzionali.
Vale o no la pena essere consapevoli di ciò che utilizziamo in casa per pulire ? Dopo aver pulito la doccia con un anticalcare industriale cosa respira la persona che per prima utilizzerà quella doccia ? O dopo aver pulito il forno cosa ci respiriamo e mangiamo all’azionamento successivo alla pulizia ? Cosa ci portiamo sulla pelle 24 ore al giorno indossando i nostri capi ? Sbiancanti ottici, siliconi, conservanti… E la nostra pelle li assorbe.
Tratto da: autoproduco.it
*L’autore di questo articolo si occupa dell’universo della detergenza da molti anni, anche come produttore.