La morte del profeta del biologico italiano


Il 16 marzo un infarto ha improvvisamente stroncato la vita di Gino Girolomoni, riconosciuto “profeta” dell’agricoltura biologica in Italia e fondatore del marchio Alce Nero. Girolomoni è stato uno dei precursori dell’agricoltura praticata senza l'utilizzo di trattamenti con fitofarmaci e sostanze di sintesi; trasformò il suo podere in una primaria azienda specializzata nella produzione biologica, capace di immettere sul mercato alimenti naturali che raggiunsero un grande successo internazionale ed insegnarono un modello ...

Profondo credente e conoscitore della Bibbia, Girolomoni ha dedicato la sua vita all'agricoltura biologica e alla lotta contro gli Ogm e qualsiasi ''brevettabilità delle forme viventi''.
E' mancato all'età di 66 anni. Nasce nel 1946 a Isola del Piano, sulle splendide colline di Urbino; a ventitré anni incontra, e se ne innamora, il monastero di Montebello, che acquista, indebitandosi, con l’obiettivo di ridare vita alla struttura e un nuovo impulso all’economia locale, ricostruendo strade, case, coltivando campi e producendo cibi con un metodo di coltivazione che non arrechi danni all’ambiente. “Volavano i falchi, sopra il Monastero di Montebello, numerosi, quando ci arrivai la prima volta. Il luogo mi attraeva più di una donna bella, anche se era circondato da un silenzio inesorabile che non voleva arrendersi al nulla” ha scritto Girolomoni in uno dei suoi libri.

Il suo progetto di “ricostruzione” parte nel 1971 e prosegue nel 1977 con la nascita della Cooperativa Alce Nero, una delle prime esperienze agrobiologiche italiane, producendo e commercializzando una vasta gamma di alimenti biologici, pasta, farina, riso, legumi, cereali, cous cous, passata di pomodori, sughi, creme di frutta, olio extravergine di oliva e caffè.

Grazie al lavoro e all’impegno di Girolomoni e dei suoi collaboratori, pian piano viene recuperato l’intero territorio, abbandonato da decenni. Sull’onda del successo della Cooperativa Alce Nero numerosi agricoltori scelgono di tornare in questo territorio e riavviare attività rurali. Nuove opportunità lavorative vengono offerte anche ad altri giovani del luogo.

Una crescita continua che arriva, insieme ai suoi 30 soci e 35 dipendenti, a 7 milioni di fatturato nell'ultimo anno, derivante dalla vendita di soli prodotti biologici.
Una grossa azienda alimentare emiliana acquistò poi il marchio Alce Nero, proprio perchè non riusciva con i propri prodotti a scalfire la fedeltà dei clienti Alce Nero.

All’attività produttiva si affianca una continua politica di qualità e ricerca che ha creato, negli anni, quella immagine di alta e consolidata serietà che caratterizza ovunque le produzioni della cooperativa, oggi messe in vendita con il nuovo marchio “Montebello”.

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