di Alessandro Mortarino.
Nella mattinata di Venerdì 18 Febbraio, l’amministrazione provinciale ha approvato il Piano Energetico astigiano. La notizia è stata data la sera stessa da Angelo Marengo (Dirigente dell’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Asti) durante il convegno sulle opportunità e criticità offerte dal fotovoltaico tenutosi a Villafranca d’Asti. Marengo ha sottolineato come il Piano approvato rappresenti un orientamento alla salvaguardia dei terreni e dei paesaggi decisamente più coraggioso rispetto ai regolamenti della Regione Piemonte, ma qualche perplessità resta …
Nella serata pubblica avevamo manifestato un cauto ottimismo, speranzosi che il testo approvato fosse quello a noi sottoposto in prime e seconde bozze nei mesi scorsi (e da noi due volte puntualmente fatto oggetto di “Osservazioni”). Invece, il documento conclusivo contiene diverse novità, collegabili in particolare (e non poteva essere diversamente) ai dettami della delibera della Giunta regionale del Dicembre scorso, che peggiorano la portata del Piano astigiano “abbassando” i livelli di esclusione per gli impianti fotovoltaici progettati su terreni di I e II classe agronomica (i più fertili) che ora, conformemente agli indirizzi della Regione Piemonte, consentiranno alle “grandi” aziende agricole di poter far convivere parzialmente campi coltivati e campi fotovoltaici. Anziché, come prospettato dal Movimento Stop al Consumo di Territorio, escludere totalmente i terreni maggiormente fertili e indirizzare gli investitori a nuovi impianti su terreni già compromessi da cemento e/o asfalto.
Nello specifico capitolo dei "criteri localizzativi", viene indicato erroneamente che sia le aree individuate dalla Regione (D.G.R. 14/12/2010 n. 3-1183) e sia le aree aggiuntive del presente Piano, sono "aree di esclusione"; in realtà non ci pare che così sia: sono solamente "aree non idonee" (e la differenza è sostanziale, in quanto "non idonee" non significa aree in cui è "vietato" a priori il posizionamento, ma aree ove vi è un'alta probabilità di avere un parere negativo al posizionamento).
Ricordiamo, inoltre, che il Piano Energetico approvato non è un documento vincolante: infatti i suoi “criteri hanno unicamente l’obiettivo di orientare, su base volontaria, le scelte dei proponenti verso soluzioni che la Provincia di Asti ritiene maggiormente sostenibili dal punto di vista ambientale e territoriale. Gli stessi criteri saranno utilizzati dagli Uffici provinciali quali elementi utili per le valutazioni di competenza nell’ambito dei procedimenti di cui al D.Lgs 387/03. Gli indirizzi, pertanto, non devono essere considerati un vincolo assoluto alla localizzazione ed alla realizzazione degli impianti, né possono essere considerati prevalenti rispetto ai criteri eventualmente emanati dalla Regione in recepimento delle linee guida nazionali di cui al DM 10/09/2010”.
Ci pare, quindi, di poter affermare che il Piano Energetico astigiano ha aspetti apprezzabili, che paiono suggerire a quanti vorrebbero “sfruttare” una opportunità di facile guadagno speculativo a “non provarci”. Ma resta privo della forza di un rigoroso elenco di divieti che, a nostro parere, avrebbero oggi avuto anche un senso “politico” importante in quanto avrebbero suggerito alla regione Piemonte la necessità di riaprire il dibattito e rivedere le attuali regolamentazioni deliberate (troppo deboli per contenere gli interessi degli “industriali del campo fotovoltaico” …).
Il testo approvato dalla Provincia di Asti non tiene conto neppure di un’altra “Osservazione” da noi formulata, che riguarda i nuovi impianti a biogas.
Frase attuale:
“I materiali devono essere reperiti entro un raggio di 30 km dall’impianto. Fino al quinto anno di attività il materiale può anche essere reperito a distanze superiori, comunque comprese entro un raggio di 70 km dall’impianto”.
Nostra richiesta di modifica. Occorrerebbe assolutamente specificare e restringere in questo modo:
La biomassa vegetale deve essere reperita entro un raggio di 30 km dall’impianto e deve essere esclusivamente “prodotta” nel medesimo luogo di prelievo, mentre gli effluenti zootecnici devono essere prevalentemente (almeno oltre il 50 %) "prodotti" all'interno dell'area individuata per l'impianto (rendendo dunque chiara la matrice dell'intervento complessivo, volto a valorizzare il materiale locale e le risorse del nostro territorio).
Inoltre:
La frase “Fino al quinto anno di attività il materiale può anche essere reperito a distanze superiori, comunque comprese entro un raggio di 70 km.” era stato da noi proposto fosse eliminata totalmente; ma ciò non è stato preso in considerazione.
Il citato incontro di Villafranca si è concluso con una “Mozione”, approvata all’unanimità da relatori e pubblico, che è stata immediatamente sottoposta ai vertici regionali come proposta di approfondimento e possibile intervento modificativo.
M O Z I O N E
Tavola rotonda su “FOTOVOLTAICO: OPPORTUNITÀ E PREOCCUPAZIONI”,
a ricordo del Prof. Renato Bordone.
Villafranca d’Asti, venerdì 18 febbraio 2011.
Nell’ambito della manifestazione “MI ILLUMINO DI MENO”.
Dall’esame dell’attualissimo e complesso tema del Fotovoltaico, in occasione della Tavola rotonda su “Fotovoltaico: opportunità e preoccupazioni” a Villafranca d’Asti venerdì 18 febbraio 2011 nell’ambito della Manifestazione “MI ILLUMINO DI MENO”, sono emersi i sotto elencati punti oggetto della presente Mozione:
- SI AUSPICA che i comuni possano realmente e concretamente avere la possibilità di scegliere le aree ritenute più consone per l’insediamento dei campi fotovoltaici, anche attraverso le Dichiarazioni di notevole interesse pubblico ai sensi del CODICE URBANI e del recente Piano energetico provinciale;
- SI RICHIEDE l’adozione di adeguati incentivi, anche economici, affinché la localizzazione dei pannelli fotovoltaici possa aver luogo in primis sui tetti dei capannoni, soprattutto laddove le coperture siano di Eternit, tenuto conto che in Piemonte sono noti ben 4.000.000 di mq di tali coperture (secondo i dati di Legambiente);
- SI AUSPICA che tutti i terreni di prima, seconda e terza classe non possano assolutamente essere utilizzati per l’installazione di campi fotovoltaici, anche mediante l’assunzione di apposite delibere comunali in tutta la provincia di Asti:
- SI RICHIEDE che, anche attraverso apposite fideiussioni, vi sia la certezza del ripristino dei luoghi facendo riferimento ad appositi Regolamenti gestionali;
- SI RICHIEDE, infine, l’organizzazione di un ulteriore momento pubblico di confronto con la REGIONE PIEMONTE per poter definire Linee di intervento più efficaci possibili al fine di conciliare il ricorso alle diverse fonti energetiche rinnovabili con le esigenze di rispetto e salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, anche mediante e soprattutto un forte impulso al risparmio energetico.
Letto ed approvato all’unanimità dai partecipanti alla Tavola rotonda.
Villafranca d’Asti, 18 febbraio 2011